DELFINO COMUNE DEL MEDITERRANEO:
PIÙ PROTETTO DI COSÌ NON SI PUÒ... MA
SOLO SULLA CARTA.
ORA BISOGNA AGIRE SUL CAMPO
La popolazione mediterranea del delfino
comune (Delphinus delphis) ha raggiunto il più alto grado di protezione
possibile, legislativamente parlando, passando dall’Appendice II all’Appendice
I della Convenzione sulle Specie selvatiche Migratorie – CMS - (conosciuta
anche come Convenzione di Bonn), nata con lo scopo di tutelare gli animali
migratori, terrestri e marini, e l’avifauna. Questa importante decisione è
stata presa al convegno della CMS tenutosi a Nairobi alla fine dello scorso
novembre. "Questo innalzamento del livello di guardia normativo –
spiega Giovanni Bearzi, presidente dell’Istituto Tethys che si
occupa della tutela di questi animali - indica che il delfino comune
necessita di misure urgenti di tutela se non si vuole che scompaia del tutto
dal Mediterraneo". Tali misure, per essere efficaci, dovranno
comprendere la conservazione dell’habitat dove vivono questi animali – ad esempio
attraverso la creazione di Aree Marine Protette - e il controllo di tutti i
fattori che possono mettere in pericolo la sopravvivenza della specie in
Mediterraneo, tra cui la pesca eccessiva e le catture accidentali nelle reti.
Tutti gli Stati che aderiscono alla Convenzione di Bonn hanno l’obbligo di
promuovere azioni in questo senso. Il delfino comune del Mediterraneo, molto
abbondante nelle nostre acque fino a 30-50 anni fa, era da tempo al centro
dell’attenzione dal punta di vista conservazionistico, tanto che nel 2003
l’Unione Mondiale per la
Conservazione della Natura (IUCN) – in seguito a una proposta
dello stesso Bearzi – lo aveva
incluso nella famosa Lista Rossa degli animali più minacciati, dichiarandolo
"in pericolo".
"Con questo ulteriore traguardo
– spiega Bearzi – la popolazione
mediterranea di delfino comune ha ottenuto la massima protezione normativa che
era possibile ottenere. Ora è necessario che gli stati rivieraschi del
Mediterraneo passino dalle parole ai fatti, e si adoperino concretamente per la
tutela degli animali in natura"
16 gennaio 2006
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Istituto Tethys
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