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calcolo delle immersioni

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Data di Stampa: 29 Settembre 2024 alle 09:05


Topic: calcolo delle immersioni
Postato da: roby04
soggetto: calcolo delle immersioni
Postato in data: 19 Maggio 2004 alle 17:57

buondì....ci sarebbe qualcuno su questo forum cosaì gentile da indicarmi qualche sito, qualche link e/o qualcosa sul web che spieghi x bene come fare il calcolo delle immersioni sia x il consumo che x quelle ripetitive? qualcosa che spieghi in maniera chiara e/o con facilità insomma.....non che non lo sappia fare....grazie 1000 Roby




Risposte:
Postato da: goryc
Postato in data: 20 Maggio 2004 alle 05:56
Il sito migliore che puoi trovare e' quello di un buon centro d'istruzione subacquea con una didattica internazionale PADI, SSI etc. PENSACI!!!

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Gory


Postato da: roby04
Postato in data: 20 Maggio 2004 alle 08:48
grazie 1000.....ma sono già brevettato....è che a volte mi diverto a ripassare sopratutto l'inverno e con la primavera e l'avvicinarsi delle immersioni x tutta l'estate, ed oltre, mi piace presentarmi al diving ben preparato.....ecco lo prendo come un allenamento mentale.....non c'è niente di male....ok? buona giornata


Postato da: andpix
Postato in data: 20 Maggio 2004 alle 09:39

Postato originariamente da goryc

Il sito migliore che puoi trovare e' quello di un buon centro d'istruzione subacquea con una didattica internazionale PADI, SSI etc. PENSACI!!!

Come mai ti 6 fermato a PADI ,  SSI, etc?

Buon centro d'istruzione subacquea internazionale............?????????????????????

Nei corsi PADI, SSI al primo corso ti insegnano il calcolo del consumo??????

se a momenti non ti fanno vedere neanche le tabelle!

Cordialmente!



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°Andrea


Postato da: Bubble bubble
Postato in data: 20 Maggio 2004 alle 23:23

Sono d'accorso con te, peccato che con qualche altra didattica vogliano magari sapere  qual'è la composizione della carta con cui si stampa la tabella ed onestamente non mi sembra un argomento fondamentale per la subacquea.  

Saluti

Stefano



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Postato da: goryc
Postato in data: 21 Maggio 2004 alle 07:38

Ogni BUONA didattica ripeto PADI o SSI, io faccio finta di non conoscerne altre, consegna in mano all'alunno una borsettina detta kit che contiene tutto il necessario per imparare Tabelle per le immersioni ripetitive e sistema/i per calcolare il consumo d'aria. Andare a cercare metodi alternativi significa potere correre il rischio di imbattersi in fantomatici quanto pericolosi sistemi di calcolo fuori dagli standard internazionali, che sono SICURI PROVATI e quantomai FACILI da comprendere. Prova a ripassare dai manuali in tuo possesso. E poi il ripasso migliore si fa col maestro e andando in acqua tutto l'anno. 

E' meglio un insegnante didatticamente preparato che semplicemente preparato.

Meditate gente, meditate!!!



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Gory


Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 21 Maggio 2004 alle 14:06

Meditate anche di iscrivervi al DAN

che oltre a fornire copertura assicurativa e condurre attività di ricerca sulle conseguenze dei profili di immersione e la fisiologia della stessa, manda a casa (inclusa nel prezzo) una rivista trimestrale che tratta proprio di ricerca sulle teorie/pratiche di decompressione e analisi degli incidenti subacquei trattati.
Chi scrive sono i maggiori esperti mondiali del settore...

leggete gente leggete anzichè questionare su quale sia la didattica da vero subacqueo, ops.. sommozzatore... ;) 

ps. il modo migliore di imparare è rivolgersi a chi ne sa di più!



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Ciao Ciao, Enrico.

Azoto? sì, grazie.
Le mie modeste foto? http://www.enricoarrigoni.net - http://www.enricoarrigoni.net


Postato da: goryc
Postato in data: 21 Maggio 2004 alle 15:40
Concordo pienamente

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Gory


Postato da: Cristiano
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 10:03
Postato originariamente da goryc

Ogni BUONA didattica ripeto PADI o SSI, io faccio finta di non conoscerne altre, consegna in mano all'alunno una borsettina detta kit che contiene tutto il necessario per imparare Tabelle per le immersioni ripetitive e sistema/i per calcolare il consumo d'aria.



Francamente il tuo far finta di non conoscere altre didattiche non fa grande onore al tuo intervento. L'uso delle tabelle e il calcolo dei consumi su quei manuali (sopratutto ai livelli più bassi) è fatto in modo piuttosto spannometrico.
Non capisco a quale metodi alternativi tu ti riferisca;forse non sai che esistono didattiche assai più longeve e rodate delle due che hai citato tu. posso concederti che siano meno diffuse, ma questo è a causa del taglio decisamente commerciale e della "svendita" (passatemi il termine) di brevetti che dalle didattiche da te citate viene fatta nelle località di villeggiatura, in breve tempo e a prescindere dal reale livello tecnico della persona che si ha di fronte. Non parlo per sentito dire, visto che sempre più spesso sub poco preparati e brevettati in mar rosso o maldive vengono, volendo fare un corso di secondo livello senza aver la minima preparazione tecnica o il minimo senso di acquaticità, che in altre didattiche è bagaglio minimo per ottenere un livello di primo. Questa è un'esperienza in cui io (istruttore di una delle didattiche che fai finta di non sapere che esistano) mi imbatto sempre più di frequente e una realtà di cui questi allievi ben presto si rendono conto, visto che l'immersione mediterranea, quando non addirittura lacustre, ha un profilo tecnico decisamente più alto di un'immersione media in mari tropicali.
Non me ne voglia nessuno, ma l'intervento che ho quotato mi ha un po' stizzito, visto anche che torno da un weekend sub con la scuola dove ho avuto la discutibile fortuna di dividere la barca con un gruppo PADI che in 4 immersioni ha fatto tre specialità (Nitrox,Deep,Rescue) e dove su 3 immersioni che ho visto io, hanno avuto 2 incidenti (una pallonata al nono/decimo minuto di un'immersione e un sospetto caso di embolia con somministrazione di ossigeno, ma senza alleertare soccorsi, nell'altra) che non erano altro che la logica conseguenza della "competenza e preparazione" che emergeva in barca.
E questo è un esempio, se volete estremo, di tanti piccoli casi molto frequenti e facili da vedere a chi ha l'occhio allenato, in tutti i diving, in italia e all'estero. Poi ognuno ovviamente si regoli e la pensi come vuole, ci mancherebbe.
Saluti

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Cristiano


Postato da: andpix
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 13:24

Ciao cristiano,

Stiamo per entrare nel solito campo delle didattiche, il Dott.gory sicuramente sarà un istruttore coscenzioso che fa di quelle didattiche il suo fiore all'occhiello. Io per conto mio faccio parte di un altra famiglia, ho visto alcuni "istruttori" brevettare allievi che n on lo meritavano e questi si fregiavano di aver ottenuto brevetti senza sforzo. Alcune didattiche dicono che gli standard minimi siano 5 lezioni di pratica, 5 teoria e 5 uscite. Ma sono standard MINIMI! se uno si accontenta del minimo la pelle è sua! Sicuramente Gory sarà + professionale, sbaglia solo secondo me a non guardare più avanti del proprio naso.

Cmq quello che fa un bravo sub è un bravo istruttore, è non una brava didattica!

Cordialmente



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°Andrea


Postato da: andpix
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 13:38
Postato originariamente da roby04

buondì....ci sarebbe qualcuno su questo forum cosaì gentile da indicarmi qualche sito, qualche link e/o qualcosa sul web che spieghi x bene come fare il calcolo delle immersioni sia x il consumo che x quelle ripetitive? qualcosa che spieghi in maniera chiara e/o con facilità insomma.....non che non lo sappia fare....grazie 1000 Roby

per rispondere al tuo quesito, ti suggerisco di parlarne col tuo istruttose soprattutto per quanto riguarda le ripetitive, oppure guarda la cassetta in cui viene spiegato il tutto molto bene.

Supponiamo che un sub neofita consumi 20lt/min d'aria in superfice .

Un immersione di 30' a -20mt avrà il seguente consumo:

consumo:

- 20mt --> 3atax20'x 20lt/min= 1200 lt

tappa decompressione 3' -3mt

-3mt --> 1.3atax3'x20lt/min= 78lt

logicamente bisogna sommare anche il tempo di risalita 10mt/min = 2'

3ata/2--> 1,5x2'x20lt/min= 60lt

sommi tutto 1200+78+60=1338lt

a questi8 per rimanere in sicurezza sommi il 10%

1338+133= 1471 lt --> questo è il calcolo del tuo consumo.

x questa immersione posso usare un mono da 10 lt caricato a 200 atm che mi danno un litraggio complessivo pari a 10x200=2000 litri d'aria a disposizione.

Poi con l'esperienza si passa al calcolo con una respirazione a 16lt/min oppure si calcola il proprio consumo.

Spero di esserti stato d'aiuto ed i non aver fatto confusione, ora mi piacerebbe sapere la PADI o L'SSI che tipo di calcoli fanno.

Cordialmente

 



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°Andrea


Postato da: goryc
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 16:21

Innanzi tutto non sono un istruttore. Ma negli anni ho cercato di essere un buon subacqueo per due semplici motivi. Il primo e' perche' ho grande timore e rispetto per un elemento che non e' il mio naturale e tengo, particolarmente alla vita; il secondo e' perche' essendo appassionato di videoriprese naturalistiche ho la necessita' di conciliare la mia attenzione su due fronti contemporaneamente: la subacquea e le videoprese. Premesso cio', visto <l'entusiasmo> dell'argomento didattiche che sono riuscito a sollevare, vorrei precisare a Cristiano, credimi senza alcun tono di polemica, che la vera didattica viene fatta dall'istruttore. Se, come mi pregio, ti capita un bravo istruttore, o fai il corso in Italia o in vacanza da qualche parte del mondo, i risultati non cambiano; avrai un'ottima istruzione. Cosi', anziche', limitarsi a fare le strimenzite lezioni teoriche o pratiche previste, l'istruttore ampliera' la didattica prevista e ti rilascera' il brevetto solo se ti reputa abile a potere effettuare l'immersione relativa al livello per cui stai studiando. Ho provato a mie spese la differenza di qualita' didattica (la stessa) tra istruttore ed istruttore.
Un'altra precisazione vorrei farla riguardo anche i livelli d'istruzione dove per le immersioni tek ci si deve appoggiare a delle altre didattiche...
Detto cio' vorrei dire anche io la mia sul consumo di gas sott'acqua. Premesso che stiamo parlando di immersioni ricreative, mi hanno insegnato un sistema pratico e quanto mai efficace senza effettuare grandi calcoli: ovvero il sistema del 1/3, che consiste nell'utilizzare 1/3 d'aria per l'immersione, 1/3 per la risalita ed 1/3 per le emergenze. Il sistema ha sempre funzionato alla perfezione.
Grazie dell'attenzione

Distintamente Vi porgo i miei saluti.



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Gory


Postato da: andpix
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 17:22
Postato originariamente da goryc


Detto cio' vorrei dire anche io la mia sul consumo di gas sott'acqua. Premesso che stiamo parlando di immersioni ricreative, mi hanno insegnato un sistema pratico e quanto mai efficace senza effettuare grandi calcoli: ovvero il sistema del 1/3, che consiste nell'utilizzare 1/3 d'aria per l'immersione, 1/3 per la risalita ed 1/3 per le emergenze. Il sistema ha sempre funzionato alla perfezione.
Grazie dell'attenzione

Distintamente Vi porgo i miei saluti.

Ma questo calcolo del consumo delle Miscele(no gas) non è un pò troppo empirico?



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°Andrea


Postato da: goryc
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 17:52

Sara' empirico, ma funziona bene come la vecchia ricetta della nonna.  In poche parole dato che il consumo di miscele e' variabile a causa di vari fattori, Temperatura dell'acqua, condizioni psico-fisiche del subacqueo, condizioni di vento (mare mosso), etc...  le variabili insomma sono tante, non ci si puo' legare sempre a dei calcoli presuntivi di consumo come quelli che ci insegnano rimanendo in superficie (qundi in stato di relax), percorrendo un x numero di metri, controllandone il consumo e derivandone i calcoli. Lo stress, il principale nemico delle immersioni, puo' giocare brutti scherzi anche al piu' navigato subacqueo. Quindi l'empiricita' del 1/3 puo' giovare e bene a salvare la pellaccia. Magari faremo, particolarmente stressati, un'immersione ridicola di pochi minuti, ma sara' meno ridicolo il fatto di tornare a respirare fuori dall'acqua con ancora un minimo di residuo d'aria. Come descrivono le statistiche del DAN, la maggior quota d'incidenti in immersione sono dovuti alla insufficiente quantita' d'aria. Sono di piu' gli incidenti d'annegamento che da MDD.



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Gory


Postato da: andpix
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 18:06
Postato originariamente da goryc

Sara' empirico, ma funziona bene come la vecchia ricetta della nonna. 

un medico che mi parla delle ricette della nonna?!

Postato originariamente da goryc

In poche parole dato che il consumo di miscele e' variabile a causa di vari fattori, Temperatura dell'acqua, condizioni psico-fisiche del subacqueo, condizioni di vento (mare mosso), etc...  le variabili insomma sono tante, non ci si puo' legare sempre a dei calcoli presuntivi di consumo come quelli che ci insegnano rimanendo in superficie (qundi in stato di relax), percorrendo un x numero di metri, controllandone il consumo e derivandone i calcoli. Lo stress, il principale nemico delle immersioni, puo' giocare brutti scherzi anche al piu' navigato subacqueo.

E' per questo che nei calcoli aggiungi un 10% di sicurezza e le prime volte li fai con un consumo pari a 20lt/min!

Postato originariamente da goryc

Quindi l'empiricita' del 1/3 puo' giovare e bene a salvare la pellaccia. Magari faremo, particolarmente stressati, un'immersione ridicola di pochi minuti, ma sara' meno ridicolo il fatto di tornare a respirare fuori dall'acqua con ancora un minimo di residuo d'aria. Come descrivono le statistiche del DAN, la maggior quota d'incidenti in immersione sono dovuti alla insufficiente quantita' d'aria. Sono di piu' gli incidenti d'annegamento che da MDD.

secondo me avvengono questi incidenti d'aria xchè uno non sa fare i calcoli del consumo. Nell'immersione di sopra ho dimostrato che con un 10 lt la puoi fare figuriamoci con un 15 lt o un 18 (caricate a 200/220).

 in medicina se hai un tumore hai polmo cosa fai dividi i polmoni in 3 parti e ne levi due per essere in sicurezza o c'è una certa scentificità per cui devi levare il necessario.

Cosi è la subacquea ti fai il calcolo dell'aria necessaria se poi invece di utilizzare un mono da 10 lt ne usi uno da 12,15,18. Valutando le esigenze.

C'è anche il metodo per calcolare il tuo consumo. ti prendi un mono da 18 lt vai a 10mt, pinneggi x 10' in da una parte poi per altri 10 dall'altra esci e valuti quanto hai consumato lo dividi per il tempo e sai il tuo consumo x minuti, 12lt/15lt/16lt/20lt/min.



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Postato da: Cristiano
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 18:24
Sono totalmente d'accordo sul fatto che il livello del corso dipenda molto da quello dell'istruttore e che la didattica in questo non possa essere una garanzia. Ma penso anche che quanto più è basso il livello minimo richiesto per il conseguimento del brevetto, tanto minore il tempo necessario per rilasciarlo e tanto più il livello medio dei sub brevettati sia bassa...e il resto vien da sè.
La regola dei terzi nel consumo d'aria è nota e ampiamente utilizzata, ma,secondo me, ha il grande difetto di non essere pianificabile in fase di programmazione dell'immersione e quindi decisamente meno "scolastica". Noi utilizziamo un sistema pianificabile e conservativo (è una semplice proporzione, se consumi 20 l/min in superficie ad una certa profondità sarà maggiore in rapporto alla pressione alla quota a cui ci si trova con la semplice regola quota+quota+20 ->es a -18m è 18+18+20=56 l/min - Quindi si divide l'aria totale -20% (riserva) per il consumo calcolato e si ha il tempo massimo d'autonomia).Scolasticamente il grande valore è quello di forzare il neofita alla procedura della programmazione di un'immersione tenendo conto di due fattori limitanti : curva di sicurezza e consumo d'aria e questa è una forma mentis che poi verrà utile anche nel seguito della loro vita subacquea.
Ovviamente io sto parlando solo di immersione sportiva, non tecnica.
Saluti

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Cristiano


Postato da: goryc
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 18:29

Affrontare un'immersione a 10 mt non credo sia lo stesso che affrontare una immersione a 30 o 40 mt, il livello di stress e' sicuramente maggiore con l'aumentare della profondita'. E non dimentichiamoci che stiamo parlando di immersioni ricreative, quindi, nela maggior parte dei casi, affrontate da subacquei con una preparazione diversa da un tekdiver. Sfido io, se devo immergermi in nitrox tecnico o peggio in trimix, stai tranquillo che i miei calcoli, non solo sono diversi, ma sicuramente piu' (diciamo piu'!!!) accurati. Ti faccio un esempio pratico. Mi e' capitato di fare un'immersione guidata, discretamente impegnativa, in acqua libera, alla profondita' di crica 40 mt per vedere una secca in una nota localita' delle Isole Eolie. La mia guida ha sbagliato le mire e per la corrente e per la cattiva visibilita' ci ha fatto percorrere un lungo tratto senza trovare la secca, il tutto con un 15 lt. Se avessimo tenuto fede  a quelli che erano i calcoli di consumo, peraltro pianificati nel pre-briefing in diving, a quest'ora di noi sarebbe rimasto un ricordo sulla carta stampata. Quindi, si', continuiamo a fare i calcoli dei consumi, ma ricordiamoci che in molte immersioni e' importante il buon senso, e questo non si calcola, o si ha o amen.



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Gory


Postato da: andpix
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 18:47
Postato originariamente da goryc

Affrontare un'immersione a 10 mt non credo sia lo stesso che affrontare una immersione a 30 o 40 mt, il livello di stress e' sicuramente maggiore con l'aumentare della profondita'. E non dimentichiamoci che stiamo parlando di immersioni ricreative, quindi, nela maggior parte dei casi, affrontate da subacquei con una preparazione diversa da un tekdiver. Sfido io, se devo immergermi in nitrox tecnico o peggio in trimix, stai tranquillo che i miei calcoli, non solo sono diversi, ma sicuramente piu' (diciamo piu'!!!) accurati. Ti faccio un esempio pratico. Mi e' capitato di fare un'immersione guidata, discretamente impegnativa, in acqua libera, alla profondita' di crica 40 mt per vedere una secca in una nota localita' delle Isole Eolie. La mia guida ha sbagliato le mire e per la corrente e per la cattiva visibilita' ci ha fatto percorrere un lungo tratto senza trovare la secca, il tutto con un 15 lt. Se avessimo tenuto fede  a quelli che erano i calcoli di consumo, peraltro pianificati nel pre-briefing in diving, a quest'ora di noi sarebbe rimasto un ricordo sulla carta stampata. Quindi, si', continuiamo a fare i calcoli dei consumi, ma ricordiamoci che in molte immersioni e' importante il buon senso, e questo non si calcola, o si ha o amen.

l'esempio che ho fatto dell'immersione a -10mt è un esempio per il calcolo del proprio consumo d'aria, che si può abinare a -10, -20, -30, -40, etc...., e si fa per non usare valori dei 20lt o16 lt. poi si ci sono altri fattori come lo stress e se consideri gli inconvenienti non andresti + sott'acqua.

Per quanto concerne le Eolie spero che abbiate fatto una forte contestazione al diving e che questo vi abbia restituito quanto da voi versato.



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°Andrea


Postato da: goryc
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 22:00

La barzelletta e' che la guida del diving e' un amico che ho dovuto anche rincuorare perche' dopo (la mancata immersione) non si e' messo a piangere per un pelo. Come facevo a chiedergli un rimborso di una cosa che non avevo pagato!!!



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Gory


Postato da: andpix
Postato in data: 24 Maggio 2004 alle 23:52
posso chiederti in modo sarcastico......... di che didattica era?

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°Andrea


Postato da: goryc
Postato in data: 25 Maggio 2004 alle 07:54

Adesso riderai! Ma credo quello di cui sopra sia uno degli istruttori che dovrebbero essere rivisti dalla scuola qualunque essa sia. La didattica e' SSI. D'altro canto io mi sono formato con la stessa didattica, ma come maestro ho avuto un signor maestro che va a mare da tanti anni ed e' ai vertici del professionismo didattico. Insomma con lui vado in acqua almeno 3 volte la settimana per 365 giorni l'anno, correnti permettendo, visto la zona geografica dove abito.

Volevo fare un piccolo appunto. Il fatto che io sia medico non vuol dire che sia scemo ne tanto meno incosciente o ancor meno che non so calcolarmi la quantita' di miscela che ho bisogno per la mia immersione. Ho solo suggerito un sistema di non calcolo che ho imparato fruttuosamente e, soprattutto, che non dipende da nessuna variabile se non dall'oggettiva quantita' d'aria del momento. E' chiaro che se si devono effettuare immersioni mirate e' bene prendere in considerazione, a priori, la quantita' d'aria necessaria. Io, ad esempio, gradisco molto immergermi col mio buon bibo da 20lt, sia per le immersioni semplici che per quelle piu' impegnative (in aria). Il motivo di questa scelta e' legato anche all'ottima stabilita', in spalla, del bibo (migliora il mio assetto). La mia palestra e' un relitto adagiato sul fondo in assetto di navigazione, la cui profondita' varia da 33 mt circa della prua, ai 70 della poppa. In relazione alle variabili in gioco vario i miei tempi di fondo e l'aria mi e' sempre sufficiente fino ad uscire dall'acqua con non meno di 50bar. A proposito di calcolo dei consumi, un altro sistema che consiglio, e di cui non abbiamo parlato, e' quello che si puo' effettuare utilizzando il proprio computer e scaricando le immersioni in un software in grado di calcolare il consumo medio su tutte le immersioni effettuate. Il calcolo sara' abbastanza attendibile se il numero delle immersioni poste in statistica sono superiori al centinaio. Adesso vado a farmi le mie buone e sacrosante ore di lavoro e poi giu' nel blu. Ciao



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Gory


Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 25 Maggio 2004 alle 17:00

Egregi, se posso permettermi di aggiungere qualche mia osservazione a valle dei soli due anni di sub e le 100 immersioni (sì, cento) fatte:

- l'istruttore, soprattutto il primo, è FONDAMENTALE. Perchè non ti porta la DIDATTICA, ma l'esperienza. Mentre un libro ha delle frasi tutte uguali, al massimo in grassetto, la persona ribadisce ripete, martella e insiste.. in caso urla. Questo nessuna didattica lo fa.. siete d'accordo? Perlomeno non NASE e PADI..

- il subacqueo è altrettanto fondamentale nel capire, da solo o aiutato se necessario, che il brevetto è un pezzo di plastica, che ti ABILITA, non ti salva. Sei tu sub il primo che approfondisce, chiedi, ti interessa alla teoria, alla pratica e, soprattutto, più che algoritmi di calcolo di aria e microbolle chiedi a chi ne sa di più come non farsi male e godersi un'attività come la subacquea. Questo è patrimonio di ognuno di noi e di chi gli fa da istruttore, e non esiste algoritmo e didattica che da sola sopperisca a questa mancanza e superficialità.

- Il DIVING e la guida sono il terzo tassello. Dove sono stato io (fortunato direte) i sub alle prime armi sono "sorvegliati speciali", tenuti a pochissima distanza dalle guide o meglio affiancati da istruttori. Costano forse un po' di più, ma la sicurezza non ha prezzo, io credo. Se si va all'avventura o si segue ciecamente il divemaster non si ha capito che la subacquea è un'attività di coppia e non di squadra :)

- lo stress, a mio modesto parere, è parte integrante di questa attività e in un certo senso il suo bello (imparando a gestirlo, ovvio). NON si impara a prevederlo e soprattutto a gestirlo con la teoria, ma la teoria può aiutare a farlo riconoscere e affrontare PER GRADI, questo sì che lo trovo fondamentale.
Io stesso mi sono trovato una volta in una brutta situazione, pericolosa; e non c'era didattica che tenesse, quando il cervello sragionava a 47 metri perchè ero IMPREPARATO.

- capito questo ho deciso di informarmi, capire perchè certe cose si fanno e perchè ogni volta che scendi 1,10,100 immersioni, il momento più importante sono le 24 ore prima di tuffarti nel blu. A quell'ora, forse è troppo tardi per ripassare la teoria, capire cosa ti sta intorno, immaginarti e discutere con gli altri come gestire un problema.
Inoltre, sembrerà banale, ma un bello svuotino di maschera (per dirne una, ma ce ne sono tante altre) ogni 2-3 immersioni non guasta mai... 

- per il resto, con i profili che faccio io, pianifico sì, ma poi guardo il manometro. E quando l'aria raggiunge i fatidici 100 bar comincio a preparare la risalita nella mia testa e di lì a poco, a seconda del profilo, calmo e tranquillo risalgo. Su questo credo che tutte le didattiche concordino, aldilà degli algoritmi RGBM (spero sia questa la sigla, di sicuro lo è la sostanza ;) ) e le deep stop alle quali mi comincio a interessare grazie alle pubblicazioni del DAN già citate.

L'immersione più bella? il Thistlegorm.. ci ho pensato due mesi, l'ho in un certo senso "temuta", e invece alla fine è stata semplicissima, nonostante la corrente e gli spazi chiusi... non ho consumato nulla e visto tutto il visibile, insomma me la son goduta.

Bolle "in testa a tutti" nel senso buono, non embolico!

S



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Ciao Ciao, Enrico.

Azoto? sì, grazie.
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Postato da: Franco Iannello
Postato in data: 25 Maggio 2004 alle 19:41
Cari amici,
ho letto tutti i post riguardante l'argomento, interessante è valido.
mi permetto di aggiungere/ricordare che non'è la DIDATTICA che fa L'ISTRUTTORE ma L'ISTRUTTORE che fa GRANDE una DIDATTICA.

Ho letto molti manuali di svariate Didattiche, conosco molti Istruttori di svariate Didattiche e devo dire con tutta franchezza che, a certi livelli, si equivalgono per non usare l'aggettivo "uguali".

Quindi credo che nella correttezza e nel rispetto di tutte le Didattiche non sia il caso di generalizzare.

Se qualcuno ha avuto la sfortuna di incappare in un Istruttore e/o Diving poco "corretto" o poco "organizzato" mi sembra che sia più giusto informare la Didattica con lettera scritta e firmata del comportamento assunto dall'individuo-i in taluni circostanze.
Con rispetto




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....chi non rispetta non avrà rispetto!!
http://www.franco62.com - Franco Iannello
http://www.mondomarino.net - MondoMarino Il Portale


Postato da: goryc
Postato in data: 25 Maggio 2004 alle 20:59

Finalmente qualcuno che in acqua ci perdavvero!!!

Ciao a tutti non ritornero' piu' su un argomento ormai troppo dibattuto!!!



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Gory


Postato da: Franco Iannello
Postato in data: 25 Maggio 2004 alle 21:18
Postato originariamente da goryc

Finalmente qualcuno che in acqua ci perdavvero!!!


Ciao Goryc,
anche se alla frase manca qualcosa per capirne il senso, non credo, forse mi sbaglio, che nel rispetto di tutto e di tutti non si possa continuare.
Con rispetto

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....chi non rispetta non avrà rispetto!!
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Postato da: Cristiano
Postato in data: 26 Maggio 2004 alle 02:44
Postato originariamente da goryc

Ogni BUONA didattica ripeto PADI o SSI, io faccio finta di non conoscerne altre 


........

E' meglio un insegnante didatticamente preparato che semplicemente preparato.


Meditate gente, meditate!!!........Finalmente qualcuno che in acqua ci perdavvero!!!



mah, francamente il complesso degli interventi mi è sembrato piuttosto ondivago , ad ogni modo mi sento di poter dire che in acqua ci andiamo in molti. Sul come ci andiamo e cosa insegnamo ai nostri allievi poi, ognuno fa i propri conti e ne coglie i frutti. D'altra parte nei diving prima o poi ci andiamo tutti, gli occhi li abbiamo e 1+1 spesso fa 2 (o meglio ognuno si tira le proprie somme)

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Cristiano


Postato da: andpix
Postato in data: 26 Maggio 2004 alle 10:22

Postato originariamente da Franco62

Cari amici,
ho letto tutti i post riguardante l'argomento, interessante è valido.
mi permetto di aggiungere/ricordare che non'è la DIDATTICA che fa L'ISTRUTTORE ma L'ISTRUTTORE che fa GRANDE una DIDATTICA.

Ho letto molti manuali di svariate Didattiche, conosco molti Istruttori di svariate Didattiche e devo dire con tutta franchezza che, a certi livelli, si equivalgono per non usare l'aggettivo "uguali".

Quindi credo che nella correttezza e nel rispetto di tutte le Didattiche non sia il caso di generalizzare.

Se qualcuno ha avuto la sfortuna di incappare in un Istruttore e/o Diving poco "corretto" o poco "organizzato" mi sembra che sia più giusto informare la Didattica con lettera scritta e firmata del comportamento assunto dall'individuo-i in taluni circostanze.
Con rispetto


Come al solito hai centrato il punto!



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Il Nostro cielo inizia dove finisce il vostro
O
o
°Andrea


Postato da: protesilao
Postato in data: 24 Giugno 2004 alle 20:06
Postato originariamente da roby04

buondì....ci sarebbe qualcuno su questo forum cosaì gentile da indicarmi qualche sito, qualche link e/o qualcosa sul web che spieghi x bene come fare il calcolo delle immersioni sia x il consumo che x quelle ripetitive? qualcosa che spieghi in maniera chiara e/o con facilità insomma.....non che non lo sappia fare....grazie 1000 Roby

Ciao Roby,

mi sembra incredibile che un subacqueo brevettato abbia bisogno di queste spiegazioni che rappresentano il "sillabario" di qualsiasi subacqueo, purtroppo i vari corsi di tipo "americano" non abilitano, almeno ai livelli più bassi , ad effettuare immersioni in piena autonomia, ma prevedono un certo sistema di controllo, presenza di un DM, il buddy system, con i vari check list e ripasso della programmazione dell'immersione, ecc.

Per l'uso delle tabelle, dipende da quali usi, ad ogni modo sui manuali esistono accurate istruzioni, per allenarti conviene che a tavolino ti eserciti a calcolare varie immersioni, a programmarle tenendo conto di un intelligente intervallo tra le successive.

Per i consumi, in MM consideriamo 25 litri al minuto.

Come ben sai l'immersione si divide nelle seguenti fasi ( naturalmente non terrò in considerazione le fermate di decompressione in quanto le immersioni ricreative vanno effettuate tassativamente in curva di sicurezza):

1- discesa

2-tempo sul fondo

3-risalita

1-per calcolare il tempo di discesa si moltiplica il consumo minutale per la pressione assoluta alla profondità media, moltiplicato il tempo teorico di discesa, nella pratica comune il tempo di discesa viene calcolato ai fine dei consumi come tempo sul fondo;

2- per calcolare il tempo sul fondo si moltiplica il tempo di permanenza sul fondo per la pressione assoluta per il consumo minutale;

3- per la risalita si calcola la pressione assoluta alla profondità media per il tempo di risalita alla velocità prevista dalle tabelle impiegate per il consumo minutale;

Nel caso di immersioni decompressive( ripeto non è il caso della subacquea ricreativa), si calcola il tempo di risalita alla prima fermata moltiplicando il consumo minutale per il tempo di risalita previsto dalle tabelle, moltiplicato la pressione assoluta alla profondità media ( tra il fondo e la profondità della fermata); successivamente si calcola il tempo di sosta moltiplicando il tempo previsto di sosta per il consumo minutale per la pressione assoluta alla profondità di sosta. In caso di più fermate il tempo di risalita tra una fermata e l'altra è di circa 10"ed al consumo della prima fermata si aggiungono quelli delle successive( fermate di decompressione) con lo stesso procedimento, i 10" di risalita tra una fermata e l'altra sono ininfluenti e possono non essere calcolati. 

Questo è un sistema di calcolo puramente teorico, nella pratica comune, specialmente per immersioni a quote "diving"ai fini del consumo, si usa considerare ai fini della sicurezza, tempo sul fondo, non solo l'effettivo tempo sul fondo, ma anche la discesa e la risalita( chiaramente metterai a calcolo il tempo teorico previsto per la risalita)accertandosi di essere abbondantemente entro i limiti della curva di sicurezza.

Ad ogni modo consiglio a tutti di procurarsi l'U.S. Navy Diving Manual vol. I -Air diving, oggi reperibile anche in italiano il miglior manuale di immersione esistente da cui più o meno cercano di scopiazzare le varie didattiche.

Se mi permetti di darti un altro consiglio ( sembrerò un rompiscatole?) cerca di fare immersione con amici ( preferibilmente subacquei e non istruttori) che abbiano una buona esperienza nonchè una solida base teorica e non troppo giovani.

Se hai bisogno di chiarimenti e/o altri consigli, non esitare a contattarmi, magari su posta privata in modo da non ingolfare il forum, sarò lieto se potrò esserti utile, in gamba ed auguri per le tue immersioni,

con simpatia,

protesilao



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Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!


Postato da: LucidiMare
Postato in data: 30 Giugno 2004 alle 15:50

Ho letto con interesse i vari interventi su questo tema in cui si incrociavano opinioni sulle didattiche e interventi più "tecnici" sulle modalità di calcolo dei consumi.

Condivido l'opinione più volte espressa che la parte fondamentale di un corso è fatta dall'istruttore.

Questo non per dire che le varie didattiche siano equivalenti, anzi in alcuni casi partono da presupposti molto diversi, ma per affermare che non è facile dare un giudizio assoluto sulla superiorità di una didattica rispetto ad un'altra senza considerare le aspettative degli allievi.

Già perché conta l'istruttore, conta la scuola, ma conta anche l'allievo.

Non tutti si inscrivono ad un corso con gli stessi obiettivi. C'è la persona motivatissima, che punta a immersioni sempre più impegnative, magari a diventare a sua volta istruttore, che farà centinaia di immersioni l'anno, ma c'è anche chi si inscrive ad un corso con il semplice desiderio di provare, che non ci pensa nemmeno a fare più di qualche immersione l'anno, mantendosi sicuramente a pochi metri di profondità.

Ritengo che il merito delle didattiche "americane" sia stato proprio quello aprire il modo della subacquea a queste persone, che mai avrebbero seguito un corso tipo quelli FIPS di 20 anni fa.

Deve anche essere chiaro però che, non tanto la tecnica in se, ma quanto l'acquaticità, la sicurezza nell'affrontare un imprevisto e la preparazione teorica, raggiunta alla fine dei due corsi difficilmente è la stessa.

Quanto alla richiesta di chiarimenti su come calcolare i consumi non ci vedo niente di male, anzi mi piacerebbe che gli eventuali chiarimenti si svolgessero pubblicamente. Per la mia esperienza di queste cose se ne parla poco non perché sono così "di base" e quindi note a tutti, ma perché sono veramente in pochi quelli che, ammesso che le abbiano almeno una volte nella vita imparate e capite, poi in concreto le provino ad applicare nella pianificazione delle immersioni.

Perché non tenere una discussione aperta su questi aspetti dove confrontarsi sulle diverse metodiche di calcolo, mantenendola separata dal dibattito sulla superiorità/diversità delle diverse didattiche?

Un saluto a tutti

massimiliano

 



Postato da: protesilao
Postato in data: 02 Luglio 2004 alle 00:01

Ciao Massimiliano, concordo pienamente sull'inutilità di una sterile discussione sulla validità/superiorità di una didattica rispetto ad un'altra.

Trovo utile la domanda iniziale di Roby e concordo con la sua volontà lodevolissima di volersi "allenare" ad effettuare la programmazione di un'immersione; in quanto poi sulla tipologia degli allievi quello che hai esposto è giusto, anche se vedo una certa deformazione nelle finalità, cioè, non vedo perchè l'allievo motivatissimo debba poi desiderare di diventare istruttore, come se questa figura fosse il culmine della "carriera" di un subacqueo; ringraziando igli indiscutibilmente utili, onesti e necessari istruttori, credo che principalmente si vada in acqua per la passione di farlo e avendo fatto per diversi anni l'istruttore ( non di immersione ricreativa, ma professionale), anche se naturalmente ho avuto le mie soddisfazioni, non vedevo l'ora di tornare "operativo".

Riguardo alla regola di 1/3,1/3 ed 1/3, non concordo in pieno in quanto per immersioni alle quote delle immersioni ricreative permetterebbero immersioni brevissime a fronte del tempo impiegato e del denaro per effettuare l'immersione, faccio un esempio:

consideriamo un'immersione a 25 m in curva di sicurezza, per tenerci entro i 1000 litri che rappresentano un terzo di un mono da 15 l comunemente impiegato e tenendo come consumo minutale 20 l al minuto8 alcuni ne considerano 25) cioè equivalenti alla quota di 25 m a 70 l minuto supereremmo ( trascurando il consumo teorico per la discesa) circa 1050 litri d'aria per una esigua permanenza di 15' e  rimarrebbero quasi 2000 litri per le restanti brevissime fasi dell'immersione!

O.K. scambiamoci le idee,

un saluto,

cordialmente,

protesilao



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Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!


Postato da: LucidiMare
Postato in data: 02 Luglio 2004 alle 15:05

Ciao protesilao

grazie per le tue parole gentili, hai pienamente ragione quando dici che non c'è alcuna particolare ragione perché un subacqueo "motivatissimo" debba diventare necessariamente instruttore.

il mio: "magari diventare anche istrutture" voleva solo essere un modo per rendere l'idea della differenza fra le varie tipologie di allievi.

Anche io dopo anni di esperienza come istruttore (ANIS e PADI per la cronaca) mi riscoprivo "libero e felice", come in vacanza, quando andavo al mare senza impegni diadattici, senza nulla voler togliere alla enorme soddisfazione che il rapporto con gli allievi mi ha dato.

Anche se obiettivamente, scherzando nell'ambiente scuole, vedendo il proliferare di sigle e di scuole, ci dicevamo che ormai in Italia tutti i sub si possono dividere in due categorie:

gli istruttori e quelli che non si sono mai immersi!!!

(chiaramente è solo una battuta).

Quanto alla regola del 1/3, l'osservazione che faccio è che, oltre al tuo ragionamento che condivido, comunque può essere solo una misura prudenziale da applicare una volta sott'acqua, ma non capisco come usarla per la pianificazione.

Possiamo discutere se è un buon modo per definire un margine di sicurezza, ma senza calcoli di consumo, non mi permette di stabilire a priori i tempi dell'immersione.

o forse mi sono perso qualcosa...

Ciao e grazie

massimiliano

 

 

 



Postato da: protesilao
Postato in data: 02 Luglio 2004 alle 18:52

Ciao Massimiliano,

divertentissima la tua battuta sugli istruttori!

Per la regola del terzo, non facevo un preciso riferimento a quanto da te esposto, ma dicevo la mia su quanto detto da alcuni altri amici di MM sul forum, infatti faccio un ipotetico calcolo di consumo evidenziando che tale norma è eccessiva e non tanto logica, forse andava bene un tempo quando si caricava a 150 bar, non si usava( non esisteva) il manometro subacqueo e la strumentazione era molto scarsa e ripeto è un sistema che non concordo assolutamente.

un cordiale saluto

protesilao



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Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!


Postato da: LucidiMare
Postato in data: 06 Luglio 2004 alle 16:10

Ciao protesilao

la tua posizione è chiarissima e la condivido, cercavo però di fare una distinzione fra:

1) Calcoli di consumo

2) Margini di sicurezza

Del primo gruppo fanno parte i vari esempi di calcolo riportati in alcuni interventi precedenti dove:

Definita pressione e dimensione delle bombole e stimato il consumo medio al minuto, si calcola la quantità d'aria necessaria per l'immersione desiderata.

In questo modo si verifica se l'aria è sufficiente, se dobbiamo ridurre la profondità o i tempi, cambiare il tipo di bombola etc.

Questi calcoli servono quindi a rispondere alla domanda: "sono in condizione di fare questa immersione"?

Naturalmente non vorrò (spero) pianificare un'immersione in cui riemergo con zero aria e quindi nei calcoli precedenti introduco un ulteriore parametro di sicurezza del tipo:

vorrei riemergere con 50 ATM, vorrei riemergere con 500 litri, vorrei riemergere con 1/3 dell'aria, etc (in sostanza: vorrei riemergere vivo )

Il punto è quindi questo: i margini di sicurezza citati (fra cui la regola del 1/3) non sono in alternativa ai calcoli di consumo ma sono piuttosto un fondamentale parametro dei calcoli stessi.

Quando gory dice:

 "mi hanno insegnato un sistema pratico e quanto mai efficace senza effettuare grandi calcoli: ovvero il sistema del 1/3, che consiste nell'utilizzare 1/3 d'aria per l'immersione, 1/3 per la risalita ed 1/3 per le emergenze. "

per me sbaglia non per la regola del 1/3, su cui si può discutere se eccessiva o meno (probabilmente sì, per molte immersioni ricreative), ma perché afferma che questo è un modo per non fare calcoli!!

L'unico modo che conosco per usare questa regola senza fare calcoli è quella di immergermi e aspettare di aver consumato un terzo dell'aria. A quel punto inizio la risalita. Questo però non è un modo alternativo per pianificare un'immersione ma solo una regola da seguire una volta in acqua.

Con questa regola e senza un calcolo di consumo come si fa prima di immergersi a rispondere alla domanda: "sono in condizione di fare questa immersione"?

Quindi per me la regola di 1/3 è semplicemente una possibile scelta in termini di margini di sicurezza ma non un'alternativa ai calcoli.

Chiudo con questa piccola provocazione per chi a voglia di fare un po' di conti, il sistema 1/3 1/3 1/3 può risultare uno spreco in molte immersioni, come spieghi nel tuo esempio, ma...

potrebbe essere invece addirittura a rischio in altre?  

Ciao e grazie

massimiliano

 



Postato da: protesilao
Postato in data: 06 Luglio 2004 alle 20:56
Ciao Massimiliano,
in linea di massima condivido quanto da te saggiamente esposto.
Tornando alla regola del terzo, questa è una regolla di origine statunitense dove sai che invece dei bar, come unità di misura utilizzano i PSI ( pressure on square inch), loro caricano le bombole a 3000 PSI equivalenti alle nostre 210 bar e quindi è molto facile dividere per tre ( tieni anche presente che loro giustamente cercano di rendere tutto facile ed alla portata di tutti), tornando al nostro discorso, se per le immersioni ricreative la regola del terzo è sempre un inutile ed assurdo  spreco, invece per una  immersione  a 40 metri la regola funziona un pò meglio: infatti se calcoliamo che a 40 m abbiamo 5 ATA con un tempo limite in curva di 10'e tenendo presente un consumo minutale di 20 l/minuto, risulterà un consumo teorico di circa 1000 l che rappresenta un terzo di un monobombola da 15 l; certo tornare in superficie con quasi 2000 l è uno spreco ma questa regola consente di non effettuare fermate di decompressione nella fattispecie , sempre a livello teorico in quanto nella pratica non ci si immerge mai ai limiti della curva e se lo facciamo , andiamo subito a guardare ai fini decompressivi la tabella immediatamente successiva cioè in questo caso andiamo a prendere la tabella dei 15' a 40 m.( per inciso le nostre tabelle U.S. Navy per la precisione riportano 130 ft equivalenti a m. 39, 6).
Se invece calcoliamo un'immersione a 50 m quando avremo consumato un terzo dell'aria, saremo già fuori curva ma con una abbondantissima riserva d'aria per la risalita e la fermata.
Concludendo la regola dei terzi mi sembra una gran fesseria, da noi in MM non si è mai sentita nominare e nessuno la utilizza ne la insegna, le immersioni vanno pianificate in base all'esperienza , con somma ( ma senza esagerare) prudenza e soprattutto usando la testa e spirito pratico e....non dimenticando di consultare spesso il manometro perchè il consumo non è mai un dato costante e dipende naturalmente da vari fattori.
Un cordiale saluto e buona attività,
protesilao


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Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!



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