Osservatorio Mediterraneo (Il Subacqueo di Luglio 2000, Eleonora de SABATA)
Tutto ebbe inizio con il lancio della campagna d'avvistamento squali in Mediterraneo nell'estate 1998. L'eco a tale evento fù notevole tant'è che si scomodò anche la Natural History Unit della Bbc. Giungevano segnalazioni da ovunque anche di specie di squali avvistati in posti per loro poco congeniali. Visto il successo della campagna, l'anno successivo si decise di bissare ed aggiungere gli avvistamenti sulla foca monaca. Poi man mano col passare degli anni vennero promossi anche le campagna d'avvistamento su cetacei e tartarughe. La scelta sul perché fondare queste campagne su questi animali è dovuto al fatto che essi sono ai vertici della catena alimentare e che formano popolazioni mediterranee che non hanno alcun contatto con i loro simili dell'Atlantico (per esempio balenottere, capodogli e tartarughe) e quindi più vunerabili. Vennero avvistati squali bianchi, pinna nera, mako, martello e persino lo squalo elefante segnalato a Pasqua 2000 all'isola d'Elba. Sono 45 le specie di squali che popolano il Mediterraneo addirittura i piccoli sigrì che a 500 metri dalla superfice, illuminano gli abissi con i loro organi luminosi. Purtroppo il Mediterraneo è mal sfruttato itticamente e visto che gli squali si riproducono solo molto avanti con gli anni e fanno pochi figli, il loro habitat e loro stessi sono seriamente minacciati. Si segnalano diverse catture dello squalo elefante, fra cui la più interessante è quella che riguarda un maschio adulto maturo a Marina di Massa in Maggio 2000 che ha fornito il primo reale indizio che questa specie si può riprodurre nel Mediterraneo. Il progetto sull'avvistamento delle tartarughe ha permesso di dire che sono 3 le specie presenti in Mediterraneo; la più comune è la Caretta caretta, pare che costituisca una delle popolazioni più numerose al mondo ed è geneticamente quasi del tutto isolata. Ben più rare sono la tartaruga verde (Chelonia mydas) confinata a poche spiagge del bacino orientale e la gigantesca tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) visitatrice dei nostri mari dove, provenendo forse dalla Guyana francese, sosta al largo delle nostre coste per lunghi periodi in superfice, probabilmente per catturare i raggi del sole e conseguentemente, aumentare la temperatura corporea (quindi il metabolismo) per attivare la vitamina D utile per il processo di sviluppo e calcificazione. Al contrario delle altre, la liuto gode di un riscaldamento corporeo endogeno chiamato "gigantotermia", quindi non ha l'abitudine di sostare in superficie. Il progetto di osservazione dei cetacei e l'istituzione del santuario dei Cetacei in Mar Ligure, il cui merito và principalmente all'istituto Tethys, ha permesso di scoprire che le balenottere comuni sono una popolazione geneticamente diversa da quella delle sorelle dell'Atlantico. La campagna avvistamenti sulla foca monaca purtroppo conta poche segnalazione. Gli unici avvistamenti di foca monaca sono stati a Pantelleria nella terza settimana di Luglio 1998, successivamente a Malta e lungo le coste sudoccidentali della Sicilia. Si stimano dai circa 300-400 esemplari nel Mediterraneo. E' stato istituito, dal 1938, il divieto di caccia.
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Alex
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