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Pico Sport - Azzorre: una brutta esperienza

Stampato da: MondoMarino.net
Categoria: Racconti
Nome del Forum: Racconti di Viaggio
Descrizione del forum: Sei appena tornato dal tuo ultimo viaggio subacqueo? Rivivilo con noi raccontando le tue avventure ed immersioni.
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Data di Stampa: 16 Dicembre 2024 alle 07:59


Topic: Pico Sport - Azzorre: una brutta esperienza
Postato da: audition74
soggetto: Pico Sport - Azzorre: una brutta esperienza
Postato in data: 15 Ottobre 2010 alle 12:00
Ciao a tutti, mi chiamo Massimo, sono un Istruttore PADI e mi permetto di disturbarvi per postare il resoconto di quanto successo questa estate durante la mia stagione lavorativa presso la struttura Pico Sport, nell'isola di Pico (Azzorre). Il resoconto è stato redatto da Falk Hoffmeister, responsabile del diving, e ho deciso di condividerlo con voi per cercare di mettere in guardia gli amici subacquei sul modo che il proprietario Frank Wirth ha di gestire le persone e gli affari. Grazie per lo spazio che mi mettete a disposizione e buone bolle :)

Il testo è lungo, ma vi assicuro che si legge in meno di 5 minuti. Alla fine posto due foto che parlano decisamente da sole.



Aggressione fisica, Pico/Madalena 26.07.2010

Report sull'accaduto della notte tra il 25 e il 26 di luglio 2010:

Luglio 2010. Mi sono trasferito sull'isola di Pico, insieme a Francesca, la mia ragazza, con l'intenzione di restarci fino a fine settembre per motivi di lavoro. Entrambi avremmo dovuto trascorrere l'estate lavorando in qualità di responsabile del centro diving (io) e di agente vendita e pubbliche relazioni con i clienti (lei) per la società di Whale Watching „Pico Sport Lda“, fondata e gestita da Frank Wirth.

Io avevo già lavorato per Pico Sport durante la prima parte dell'estate 2003. Allora decisi di dimettermi prima della fine della stagione a causa di incomprensioni e disaccordi di lieve entità con Frank. Alle mie dimissioni seguirono quelle di altri membri dello staff.

Ciononostante i rapporti tra me e Frank restarono nell'ambito della correttezza e cordialità. Durante gli ultimi sette anni abbiamo quindi continuato a scambiarci di tanto in quanto alcune e-mail di cortesia, fino al momento in cui Frank, interessato soprattutto al profilo professionale di Francesca, ha cominciato a proporci di lavorare per lui. Dopo alcuni mesi di collaborazione via internet, abbiamo deciso di trasferirci con i nostri due cani (che non potevamo affidare a nessuno) sull'isola di Pico.

Appena arrivato mi sono subito reso conto dell'esistenza di problemi (a me purtroppo non del tutto sconosciuti) riguardanti i membri dello staff che già si trovavano sull'isola: scontentezza generale per gli estenuanti orari di lavoro (senza mai né un „per favore“ né un „grazie“, e in cambio di stipendi ridicoli), risentimento per il mancato riconoscimento del giorno libero settimanale (che era stato promesso), arrabbiatura per le pessime condizioni igienico-sanitarie dell'appartamento al momento dell'arrivo dello staff. Quando, dopo alcuni giorni di lavoro, mi sono permesso di fare presente a Frank la situazione, la risposta che ho ricevuto è stata: „Non voglio più ascoltare questa *****, la gente è qui per lavorare e non per lamentarsi, chi non è d'accordo faccia le valige e torni a casa, non ti azzardare a prendere le difese del personale come hai fatto nel 2003“.

Anche io e Francesca, d'altronde, non eravamo del tutto contenti. La tipologia di lavoro che ci era stata originariamente offerta non corrispondeva alla realtà delle cose: io dovevo passare la giornata a fare praticamente da autista per il trasporto di bombole da sub e di materiale edilizio per la costruzione di alloggi per i turisti di Frank, mentre Francesca, che parla cinque lingue, più che operare come addetta alle relazioni pubbliche, doveva trascorrere le ore in un piccolo e afoso magazzino a riordinare per modello e taglia una montagna di bikini ammuffiti. Ciò che però più ci preoccupava era la situazione dei nostri cani, costretti a passare tutta la giornata chiusi in casa perché Frank non si era minimamente preoccupato di trovarci una sistemazione adeguata nonostante lo avessimo ripetutamente pregato di trovarci un‘abitazione con un giardino recintato (anche piccolo!) dove poterli lasciare. Tutto questo benché fosse stato Frank a pregarci di andare a lavorare per lui a Pico, anche con i cani, visto che avrebbe trovato lui (così diceva!) la soluzione appropriata. E noi ci siamo fidati.

I problemi e le tensioni si sono progressivamente accumulati fino alla notte tra il 25 e il 26 di luglio.

Era l'ultima sera della festa di Santa Maria Madalena, avevamo trascorso alcune ore presso il centro di Whale Watching con alcuni ospiti, chiacchierando e bevendo alcune birre. Passata la mezzanotte, ho fatto presente a Frank che io e Francesca volevamo andare a casa e gli ho gentilmente chiesto di prestarci un'autovettura. Frank ha messo a nostra disposizione uno dei suoi due camioncini, dicendoci però di andare prima a scaricare alcuni barili di carburante su un altro camioncino che si trovava al molo, in un'area vietata all'accesso delle autovetture a causa della festa. A malincuore ho eseguito questo ordine. Dopodiché ho telefonato a Frank e gli ho fatto molto educatamente presente che sarebbe stata l'ultima volta che avrei fatto una cosa simile, nel mezzo della notte e in una zona vietata dalla polizia. La reazione di Frank al telefono è stata agghiacciante: si è messo ad urlare frasi come „Sei uno *******, sei un grandissimo *******, fate le vostre valigie e sparite dall'isola!“. Arrivati a casa, siamo rimasti per qualche minuto nel camioncino a riflettere, senza scendere. All'improvviso abbiamo sentito il rumore di una vettura sopraggiungere a tutta velocità. Era Frank con a bordo sua moglie e sua figlia di sette anni.

Frank è sceso dalla vettura, ha aperto lo sportello della nostra vettura, ha cominciato ad insultarmi ripetutamente, gridando come un pazzo furioso, e ha iniziato a prendermi a pugni, accecato dall'ira (e dall'alcol). Io non ho reagito, semplicemente cercavo con una mano di ripararmi dai suoi pugni e con l'altra di proteggere la mia ragazza, che cercava di separarmi da Frank, gridando terrorizzata. „*******, fate le valigie, domani vi caccio di casa, sparite dall'isola!“. Queste le frasi che ripeteva, fuori di sè, sotto gli occhi della moglie e della figlia. Una volta andatosene, io e la mia ragazza siamo rimasti per una mezz'ora storditi, pietrificati, cercando di capire cosa fosse successo, e soprattutto chiedendoci il perché. Io sanguinavo e avevo la t-shirt a pezzi. La mia ragazza, dopo avermi scattato qualche fotografia, ha chiamato la polizia, che è venuta a prendermi per portarmi all'ospedale, dove mi hanno diagnosticato alcune contusioni su cranio e sterno e una lacerazione/ematoma all’occhio sinistro.

Il giorno dopo Frank ha inviato un messaggio a Francesca, comunicandole che aveva provveduto a cambiare i nostri voli di ritorno e che avremmo dovuto lasciare l'isola in poche ore. Noi avremmo voluto restare a Pico per andare a fondo con la denuncia da me esposta alla polizia, ma gestire la situazione in così breve tempo con due cani a carico e su un’isola come Pico sarebbe stato impossibile. A malincuore, quindi, ce ne siamo andati, scoprendo che Frank, in realtà, aveva provveduto a cambiare solo il volo da Horta (l'isola vicina a Pico) a Lisbona. Una volta atterrati a Lisbona, ci siamo infatti resi conto che non avevamo altri voli prenotati per tornare a casa. Abbiamo così dovuto passare una notte all'aeroporto di Lisbona e una notte in quello di Madrid: in tutto tre giorni di aeroporti, con due cani al seguito e un esborso economico non indifferente.

Ovviamente gli stipendi per i servizi prestati nell'arco del tempo che abbiamo trascorso a Pico non li abbiamo mai visti e mai li vedremo. Il motivo? Perché il nostro alloggio a Pico era stato riservato da Frank fino a fine settembre, e quindi lui ha pensato bene di pagare questi mesi con i nostri stipendi. Quando gli abbiamo fatto presente, con una e-mail, che la decisione di cacciarci dall'isola era stata la sua e non la nostra, ci ha risposto che si era visto costretto a „pulire“ la situazione in quel modo...

Questa è la cronaca di quanto accaduto. Ovviamente ognuno può vedere le cose dal proprio punto di vista e raccontarle a modo suo, ma resta comunque il fatto che ci si trova di fronte a un'aggressione fisica violenta, con tanto di fotografie e di rapporto della polizia di Madalena. La violenza non è MAI giustificabile, gli esserei umani sono stati dotati della parola per risolvere eventuali incomprensioni. È inoltre molto triste vedere come l'amore per la natura e per il mare, che anima tanti giovani ragazzi, venga spudoratamente sfruttato in nome di meri interessi economici, che di per sè sono anche legittimi, a patto che non entrino in collisione con il rispetto dell'integrità fisica e morale delle persone.

Falk Hoffmeister





Risposte:
Postato da: Scercola
Postato in data: 22 Febbraio 2011 alle 17:08
Grazie per le utili informazioni!!!
Il forum è sempre aperto per un crotraddittorio ma penso che le foto parlino da sole!!
Distinti saluti

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Fabio Russo
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