Squali a Siena II
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Data di Stampa: 06 Gennaio 2025 alle 06:21
Topic: Squali a Siena II
Postato da: Simone Casati
soggetto: Squali a Siena II
Postato in data: 03 Gennaio 2009 alle 15:27
http://it.youtube.com/watch?v=5CM5Q0YSpo8&feature=channel_page - http://it.youtube.com/watch?v=5CM5Q0YSpo8&feature=channel_page
Aggiungo una breve didascalia... si fa x dire! Il
primo che si vede nel video è un dente di Galeocerdo cuvier o squalo
tigre. Questo squalo raggiunge di solito la lunghezza di 4 o 5 m nelle
femmine, ma è possibile trovare esemplari maschi che raggiungono e
superano i 6 m. La colorazione dello squalo tigre varia a seconda
dell'età; nei giovani è brunastra, segnata da numerose macchie e strie
trasversali piuttosto scure da cui prende il nome. Con l'avanzare
dell'età queste strie si vanno sempre più attenuando fino a formare una
livrea bruno-grigia uniforme negli adulti. Gli squali tigre a
differenza della maggior parte dei Selaci, generano un numero elevato
di esemplari, da 30 ad oltre 50 per ogni parto.
Il Carcharias
taurus o squalo toro, specie ancora esistente, che nonostante il suo
aspetto aggressivo è in realtà relativamente placido e si muove
lentamente. Gli esemplari di questa specie si radunano tipicamente
nelle acque costiere, alla profondità tra i 10 e 60 metri dove durante
il giorno si nascondono in buche e grotte ed escono la notte per
mangiare. Lo squalo toro ha il corpo massiccio, e può raggiungere i
3 m e 20 di lunghezza, anche se mediamente gli esemplari misurano circa
2 m - 2m e 20. La riproduzione è ovovivipara. Una curiosità di questa
specie è che la femmina ha due uteri. All'interno, lo squalo formatosi
per primo, mangia gli altri così generalmente da ogni gestazione (che
può durare dai 6 ai 9 mesi) nascono uno/due esemplari.
Altri due
reperti molto interessanti che abbiamo trovato sono un dente di
Squatina angeloides o squalo angelo, e un dente del rostro di uno
squalo sega. Il primo, lo Squalo angelo, è di taglia moderata,
raggiunge mediamente il metro e mezzo - 2,0 metri di lunghezza. Lo
squalo angelo ha un corpo molto appiattito e spesso può essere confuso
con una razza. Lo si può trovare sia nelle fredde acque boreali così
come ai tropici, e da pochi metri di profondità fin sopra i profondi
declivi continentali. In genere è attivo la notte, durante il giorno
rimane coperto dalla sabbia sul fondo esponendo solo gli occhi. Qui
resta sepolto in agguato, utilizzando le sue mascelle altamente
protrusibili per catturare le prede.
Lo Pristiophorus cirratus o
squalo sega comune, a causa del suo muso viene spesso confuso con il
pesce sega. Questo animale ha cinque paia di branchie ai lati della sua
testa, mentre il pesce sega li ha sotto il muso e non ha barbigli. Lo
squalo sega ha un corpo sottile e appiattito, con delle strisce scure
sparse un po' ovunque sul suo corpo di colore giallastro. Vive in acque
temperate e sembra preferire le acque profonde della scarpata
continentale, con profondità di circa 300 metri. Ma lo si può
incontrare anche a profondità inferiori su fondali sabbiosi. Sono in
genere squali timorosi e innocui ma se maneggiati possono causare
ferite con il rostro. Si nutrono essenzialmente di piccoli pesci ossei,
cercando cibo con i barbigli. I denti posizionati sul muso allungato
vengono usati per smuovere i sedimenti. La vita media è di circa 15
anni, sono ovovivipari e la gestazione dura circa 12 mesi.
Abbiamo
trovato anche diversi denti appartenti al genere Carcharhinus.
Classificare i denti di questo genere è tutt'altro che semplice. I
denti inferiori sono infatti molto simili tra tutte le specie, per cui
poco utili per una classificazione certa. Nel pliocene italiano si
pensava che le specie diffuse fossero solo due o tre, ora dopo accurati
studi delle collezioni conservate nei musei italiani, soprattutto delle
collezioni toscane, si è arrivati a una decina di specie. I denti che
abbiamo trovato mi sembra che possono essere attribuiti al Carcharinus
priscus, squalo che si è estinto alla fine del pliocene. I denti
misurano meno di 1 cm e mezzo. La cuspide principale è finemente
seghettata, e talvolta occorre l'uso di una lente o microscopio per
poter vedere i dentelli, che continuano anche lungo le spalle, dove
sono un po' più accentuati.
Infine abbiamo trovati i resti delle placche dentarie di alcune razze, tra cui Myliobatis e Pteromylaeus. Le
razze della famiglia Mliobatidae sono tra le più grandi, e vivono
principalmente in oceano aperto piuttosto che vicino alla costa. Si
nutrono di gasteropodi, mitili e crostacei, frantumando i gusci con i
loro denti estremamente duri. Sono nuotatori eccellenti e possono
saltare parecchi metri sopra la superficie. In particolare le razze
del genere Myliobatis possono raggiungere i 180 cm di lunghezza
compresa la coda, che assomiglia ad una frusta e può essere lunga
quanto il corpo, mentre le razze del genere Pteromylaeus possono
raggiungere anche i 230 cm di lunghezza. La coda è munita di una spina
che la razza usa come difesa. Le razze del genere Myliobatis
prediligono le basse acque litoranee, tra 1 e 30 m e solo
eccezzionalmente scendono a profondità di 300 m. E' sicuramente più
comune vederle nuotare in acque molto basse, lungo coste sabbiose, dove
fendendo l'acqua con entrambe le ali, pare che stiano nuotando due
squali affiancati.
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