La mia è sicuramente una voce al di fuori dal coro, ma pur sempre la mia voce, che non mi sento di soffocare.

La mia vacanza? Praticamente un'odissea.

Partiamo dalla partenza (e non è un gioco di parole): convocazione nell'area gruppi di Malpensa, disbrigo delle formalità e richiesta all'operatrice di due (già dico proprio due) etichette per bagagli. Lo sguardo della tipa era sbalordito. Ma come, tu turista "fetentissimo" dopo che ti ho appena dato un marsupio ed un borsone sponsorizato osi chiedermi due etichette bagagli. "Le trova al ceck-in". Intimorito mi porto al ceck-in dove una compiacente signora mi informa che le etichette bagagli, da circa un secolo, le forniscono i tour operator e non al ceck-in . Mi faccio da parte per non rischare la vita dalla folla inferocita in fila dietro di me; torno   al banco Macanà ma la signorina di prima è intenta in una telefonata (dalle risate credo fosse una telefonata di piacere..., tanto piacere). Decido di richiamare la sua attenzione, così provo ad alzare il dito indice, piano piano, discretamente. Il suo sguardo mi fulmina :"mi dica" . "Mi scusi signorina, sarei quello di prima, abbia pazienza, ma al ceck-in mi dicono che non hanno etichette bagagli e che siete voi a darle..." Lei, finalmente con il sorriso: "scusami, poi ti chiamo". Per un attimo mi ero illuso che il destinatario fossi io, ma stava gentilmente liquidando il suo interlocutore telefonico. "Ma è possibile che parte da casa senza etichette, qui non ne abbiamo ... etc., etc." Sono disperato, la fila al ceck-in aumenta ed io, ancora prima di partire mi ritrovo già combattuto tra una telefonata al Gabibbo o un rosario in piena area aeroportuale. Comunque risolvo il problema grazie alla Hotelplan che mi cede due delle suddette preziosissime etichette. Bagagli imbarcati, si parte.

Arriviamo a Malè

Finalmente il caldo, il sole accecante della capitale Maldiviana mi aprono il cuore. Finalmente al mare, dopo anni di fermo tecnico (ogni tanto anche i fotosub fanno i bimbi) mi appresto a tornare sott’acqua per immortalarne gli scorci più belli.

Veniamo ottimamente ricevuti dalle due guide e condotti in barca giusto in tempo per sistemare le valigie e fare il primo ceck dive: corrente e niente foto.

Risalgo e sussurro all’orecchio della guida: “scusa G., come ti ho detto io avrei bisogno di fare delle fotografie, se mi porti in corrente non ci riesco”

Risposta: “soccià, ma domani ti faccio vedere una squalata (si proprio squalata) pazzesca che fai un pacco di foto"

Bene, il giorno dopo nuovamente pronti per l'immersione, la guoda entra in acqua per il ceck della corrente risale e: c'è un filino di corrente (memorizzate il filino) che spinge fuori (FUORI) dalla pass (ovvero verso l'oceano aperto). Penso tra me e me che meno male che mia moglie è rimasta sulla Moonima. Tuffo in acqua, discesa da 0 a -30 metri in 3.2 secondi netti , corrente almeno a 4/5 nodi, venti subacquei aggrapati a tutto ciò che svettava dal reef: coralli, gorgonie, alcionari, etc. etc..

Sul fondo mi rendo conto che le fotografie aspetteranno ancora, faccio cenno alla guida che io risalgo (non sono un amante ne dell'immersione profonda, ne delle correnti eccessive).  Risalgo trascinato (letteralmente trascinato) dalla corrente mentre osservo i miei compagni saldamente abbracciati ai coralli sparire nel blu. Lancio il mio pallone segnalatore e poco dopo vengo recuperato in pieno oceano. Che bello

Passano i giorni ma la musica no, il gruppo oramai si è affezionato a quel tipo di immersione, per cui ogni giorno si sfidano tra correnti sempre maggiori e profondità crescenti (qualcuno è arrivato anche a 60 metri ), per fortuna che la guida si è fermata a 55 .....

A questo aggiungete che: la pulizia scarseggia, gli scarafaggetti imperversano in bagno ed in cabina, gli oblò non si possono aprire altrimenti entra lo scarico dei generatori (almeno nella mia cabina), l'aria condizionata faceva lo stesso rumore di un F16 al decollo.... Beh, in sostanza, ci aspettavamo molto di più.

Concordo in pieno con due cose: l'estrema disponibilità del personale di bordo e l'ottima cucina, degna dei migliori ristoranti italiani.

Per il resto, pur consapevole di poter andare controcorrente, voglio invece muovere una discreta ma decisa critica alle immersioni. Per anni ho insegnato ad andare sott'acqua avendo rispetto del mare, per anni ho insegnato ad andare sott'acque anteponendo a tutto la sicurezza, ho passato ore immobile con la mia macchina fotografica in attesa del migliore scatto, ho girato mezzo mondo per documentare le bellezze subacquee. No, non posso condividere la conduzione delle immersioni fatte con la Moonima, non posso condividere nè tantomeno apprezzare la sistematica noncuranza dei limiti e degli standard di sicurezza; non posso che rammaricarmi per i centinaia di danni procurati all'ecosistema nell'intento di "arrampicarsi" sul fondo nella speranza di poter scorgere l'ultimo passaggio di un tonno o di uno squalo grigio.

Non è questo che mi è stato insegnato, non  questo che ho insegnato. Farà fatica a spiegare a mia figlia perchè l'uomo si comporta così.