Stampa la pagina | Close Window

Dritte su Biologia a Napoli

Stampato da: MondoMarino.net
Categoria: Biologia Marina
Nome del Forum: Formazione ed orientamento
Descrizione del forum: Forum d'orientamento per aspiranti biologi marini. Fate qui le vostre domande sulle Università, corsi di Laurea, corsi privati, consigli ed offerte in materia di formazione ed orientamento.
URL: http://www.mondomarino.net/forum/forum_posts.asp?TID=2515
Data di Stampa: 01 Dicembre 2024 alle 02:32


Topic: Dritte su Biologia a Napoli
Postato da: wickedherper
soggetto: Dritte su Biologia a Napoli
Postato in data: 20 Giugno 2006 alle 20:39
Salve a tutti. Io sono amante del mare come voi, e a Settembre vorrei immatricolarmi a Biologia delle Prod. Marine alla Federico II. Io vorrei immatricolarmi, perchè oltre all'affascinante mondo marino....sono molto interessato a tutto ciò che riguarda l'ittiopatologia, acquacoltura e biotecnologie...... secondo voi è "LA RETTA VIA"?SmileWink

-------------
AT YOUR RYSK....WICKEDHERPER!!!



Risposte:
Postato da: wickedherper
Postato in data: 21 Giugno 2006 alle 15:21
Ciao ragazzi....ieri girovagando per il web ho trovato  un sito interessante http://www.acquacoltura.unina.it - www.acquacoltura.unina.it ......... volevo sapere se è una specializzazione post laurea in Biologia delle Produzioni Marine, oppure una laurea a se stanteSmile
 
 
 
 


-------------
AT YOUR RYSK....WICKEDHERPER!!!


Postato da: stellinamare200
Postato in data: 22 Giugno 2006 alle 10:56
Ciao!
Io mi sono laureata in Biologia delle Produzioni Marine indirizzo "Controllo Biologico e Qualità" alla Federico II, perciò mi sento di dirti che attraverso questo iter hai ottime probabilità di perseguire i tuoi obiettivi.
Il link del CdL è : http://www.produzionimarine.unina.it - www.produzionimarine.unina.it
Visitalo, così ti chiarirai meglio le idee!
A presto
Aida


-------------
Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001


Postato da: wickedherper
Postato in data: 22 Giugno 2006 alle 20:00
Mille grazie stellina!Smile....allora sicuramente mi iscriverò a questo indirizzo...perchè ero in bilico tra codesto indirizzo e Scienze Naturali.....poi ho visto che è un corso fatto molto bene....ho conosciuto dei ragazzi via email che me ne hanno parlato.......perfect!Wink
 
 
 
Purtroppo oggi il mondo dell'aquacoltura MADE IN ITALY è molto in calo....tanti miei amici ricercatori per sbarcare il lunario sono andati nei paesi dell'est europeo od in America...come io.....ma sinceramente mi sono reso conto che noi italiani non siamo così fessi e abbiamo biotopi di produzione 1000 volte superiori a quelli loro......strano ma vero.....in USA se gli impianti non fossero gestiti da Europei (inglesi, italiani, tedeschi ed olandesi)non otterrebbero nulla...anche perchè il loro iter universitario non è ben "folto" come il nostro, quindi....WinkBig smile


-------------
AT YOUR RYSK....WICKEDHERPER!!!


Postato da: Posidonia
Postato in data: 13 Luglio 2007 alle 22:08
ANKIO HO FATTO LA TRIENNALE IN PRODUZIONI MARINE CON INDIRIZZO BIOTECNOLOGICO...BEH SE TORNASSI INDIETRO FAREI SCIENZE BIOLOGICHE KON LA SPECIALISTIKA KE STO FREQUENTANDO..comunque FAI 1 SCELTA BUONA Big smile

NOTA DELL'AMMINISTRATORE:
Come da
forum_posts.asp?TID=2826&FID=3&PR=3 - - del Forum
NON è ammesso il linguaggio con abbreviazioni da SMS o Chat




-------------


Postato da: giorupta
Postato in data: 13 Luglio 2007 alle 23:56
    Ciao,
vorrei porre un quesito. Ho visitato molte volte impianti di acquacoltura (pesci di acqua dolce, di mare, molluschi), e mi chiedo come può conciliarsi l'amore per la vita marina con quelli che oramai sono definiti (termine coniato dal grande Marchesini) lager zootecnici. Provo a motivare il mio pensiero:

1)Dal punto di vista ecologico gli allevamenti non sono sostenibili (mi riferisco alle efficienze ecologiche lungo la catena trofica, cioè il pesce per essere allevato ha bisogno di altro -e molto- pesce, il tutto in barba all'overfishing).
2) I mangimi di origine vegetale non sono equivalenti, non contengono i preziosi omega 3 fondamentali per i pesci di mare. In realtà sono molto più poveri di quello che dicono. Anzi spesso i mangimi sono sottoprodotti dell'industria dello scatolame, dei macelli ecc...


3)Impoverimento genico. Tutti gli allevamenti selezionano riproduttori di maggior dimensioni, e dopo generazioni (una all'anno in media) viene meno la mescolanza genica. Questo comporta due gravi conseguenze a)malattie e uso massivo di antibiotici (ho visto di persona gettare in vasche contenitori da 20 litri, direttamente tali e quali, cosi, nell'acqua) b)nel caso di fughe dagli allevamenti (frequentissime) le specie allevate si riproducono con quelle selvatiche, impoverendo la specie a causa della bassa qualità genica del riproduttore allevato.
Questa considerazione è ben approfondita nel testo di Silvestro Greco, titolo: Guarda che mare. Sono riportati esempi noti e meno noti.

4) L'importazione di specie alloctone comporta l'estinzione di quelle autoctone. In genere si importano quelle allloctone perchè resistenti e facili da allevare. Un esempio? la vongola verace che credete di gustare nei ristoranti in realtà non è tapes semidecussatus, ma la t. philipphinarum. La specie adriatica è ormai considerata estinta.

5)soppressione delle esigenze ecologiche ed etologiche. Pensate agli allevamenti in gabbie off-shore dei tonni, si tratta di specie che si muovono di continuo, mentre nelle gabbie non hanno lo spazio neanche per girarsi. In alcuni allevamenti di trote si arriva a 30.000 esemplari di un mese per metro quadro (Fonte: Marchesini et al)

6)Pratiche innaturali. Pensate all'ipofisazione che nel cefalo provoca l'80% di malformazioni dei nuovi nati a causa della sovramaturazione delle uova. Oppure all'insufflazione di aria nella cavità addominale, sempre nei pesci di taglia media, per provocare la fuoriuscita delle uova. Non conosco pratica più abberrante.

potrei continuare, ma preferisco fermarmi e magari poter leggere alcune vostre considerazioni. Purtroppo la sofferenza degli animali marini non è contemplata e se in un ristorante mettono a bollire vivo un polpo nessuno se ne accorge.
Ricordo dalle lezioni all'università, dove il mio prof affermava che l'attuale acquacoltura non è più sostenibile, dal punto di vista ecologico e ambientale, ebbene sono perfettamente d'accordo...scopo unico dell'acquacoltura è quello di qualsiasi altra attività gestita in chiave imprenditoriale, e cioè il profitto


Tutto questo è compatibile con l'amore per il mare?

Non me ne vogliate, non è una critica a chi ha scelto un certo filone di studi, e sarei contento di sapere cosa ne pensate...
saluti






-------------
http://www.biologiamarina.eu


Postato da: stellinamare200
Postato in data: 14 Luglio 2007 alle 09:06
Le pratiche che hai descritto non sono assolutamente quelle consentite e, sopratutto, quelle che danno migliori risultati. Impianti del genere si rovinano da soli nel giro di pochissimo tempo.
Io mi occupo, nel campo della ricerca, proprio delle dinamiche e delle tematiche da te citate e proprio in questo periodo mi sto battendo come un leone contro il tentativo messo in atto a Cetara (Costiera Amalfitana) di mettere all'ingrasso tonni rossi in gabbie praticamente prospicienti il mare.
Non è assolutamente da demonizzare, l'acquacoltura, anzi, bisogna studiare sempre di più per ottimizzarla in quanto non è assolutamente più pensabile di continuare a pescare in mare come si faceva una volta. Siamo tanti, sulla terra e mal disciplinati in materia di pesca. Tutti cercano di aggirare la legge ed il risultato è un ecosistema sempre più compromesso, con specie praticamente sull'orlo dell'estinzione!! Ed una volta estinte, non si sa che riprcussioni ci saranno nell'ambiente marino...
Cercherò di spiegarti meglio come funzionano i vari step degli impianti..nei vari impianti, magari in risposta a qualche tua domanda mirata, altrimenti dovrei scrivere l'equivalente di una tesi, quì!
A presto
Aida


-------------
Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001


Postato da: Posidonia
Postato in data: 14 Luglio 2007 alle 13:27
X GIORUPTA: CIAO GUARDA IOHO VISITATO DIVERSI IMPIANTI E TI DIRò CHE QUELLI CHE HO OSSERVATO FUNZIONANO MOLTO BENE..NON SO TU DOVE SIA ANDATA...PER QUANTO CONCERNE LE PRATICHE "ARTIFICIALI" BEH QUELLE SONO INEVITABILI NATURALMENTE SENZA PROVOCARE ALCUNA FORMA DI STRESS AL PESCE...E POI RICORDA CHE 1 IMPIANTO DEVE ADOTTARE 1 PRATICA SOSTENIBILE CONSIDERARE QUINDI LE TRE SFERE: BIOLOGICA, SOCIALE  ED ECONOMICA...CAPISCI?? CIAO 1 ABBRACCIO

NOTA DELL'AMMINISTRATORE:
Come da
forum_posts.asp?TID=2826&FID=3&PR=3 - - del Forum
NON è ammesso il linguaggio con abbreviazioni da SMS o Chat

Si prega, cortesemente, di attenersi a si darà corso a quanto prescritto
nel citato Regolamento.



-------------


Postato da: giorupta
Postato in data: 14 Luglio 2007 alle 23:22
    Per stellinamare200 e posidonia:

Ciao, non è mia intenzione demonizzare un intero settore, ne sminuire gli studi che state facendo....
Secondo me le pratiche intensive di allevamento delle specie ittiche hanno cominciato ad evidenziare problematiche ambientali gia dagli anni ’80, problematiche che da allora sono cresciute e che non sono state affrontate. A proposito avrei delle domande, per esempio la maggior parte delle specie allevate in Italia sono tutte carnivore, e vengono nutrite 1)con specie eduli per l’uomo, così si ottengono esemplari di qualità ma il tutto in barba al problema della sovrapesca, 2) con scarti di lavorazione, in tal caso la qualità in termini organolettici è molto bassa. Ecco perchè sui mercati ittici spesso si vedono spigole a prezzi irrisori.
Domanda. Quale è l’approccio che l’acquacoltura intende seguire per ovviare a questi inconvenienti?

Seconda domanda. L’impoverimento genico come viene affrontato? Questo è un problema ben noto nel settore, e produce esemplari come desidera il mercato ma deboli, suscettibili alle malattie, con tutte le conseguenze del caso (antibiotici, sofferenze per gli animali, inquinamento genico delle specie selvatiche in caso di fughe. In Patagonia fuggono dagli allevamenti circa 1 milione di esemplari all’anno che si incrociano poi con gli esemplari selvatici, inquinando geneticamente la popolazione naturale). C’è una soluzione a questo problema?

Sofferenza. Non credo che la fecondazione artificiale non provochi sofferenza nei pesci. E’ stato dimostrato gia negli anni 80 che i pesci sono molto sensibili ai cambiamenti fisici del loro habitat, bastano un paio di gradi della temperatura delle acque, o una piccola variazione del tenore di ossigeno per provocare sofferenza. Il confinamento inoltre stressa praticamente tutte le specie, poichè non è più permesso loro di espletare i comportamenti etologici per cui si sono evolute. Quest’ultimo punto è quello che mi sta più a cuore. In canada ho visto un allevamento sperimentale ove agli esemplari tagliavano parte delle spine delle pinne pettorali, per lo stesso motivo per cui alle ovaiole tagliano il becco, e cioè per evitare che si feriscano tra loro a causa del confinamento e del sovraffollamento. Se a tutto questo aggiungiamo la fecondazione artificiale.......direi che si, anche i pesci soffrono, anche se in apparenza non sembra (peraltro qui si entra nel campo della veterinaria detto “accrescimento antifisiologico e antietologico” osservato in alcuni impianti in Giappone).

Davvero credete che non ci sia sofferenza tra i pesci??

Io ho visto impianti di acquacoltura soprattutto in Italia, poi uno in Canada e uno in Spagna. La tecnica dell’ipofisazione è vietata ma praticata, almeno lo era nel 1997 quando la vidi eseguire la prima volta. Non so però se all’epoca era vietata, forse era legale....

Ciao...

PS: stellinamare200, ottima iniziativa la tua....non credo che i poveri tonni meritino di essere confinati solo per soddisfare la richiesta del mercato giapponese, in bocca al lupo

-------------
http://www.biologiamarina.eu


Postato da: stellinamare200
Postato in data: 15 Luglio 2007 alle 12:09

Ciao Giorupta,

vorrei sapere a quando risalgono le tue osservazioni visive nazione per nazione, poichè ho letto una data, nel corso del tuo post: 1997. Se il tutto risale a quegli anni, sappi che si era in pieno oscurantismo riguardo l'acquacoltura e vigeva ancora molto il criterio d'integrazione alla pesca e non una pratica a parte. Si usava molto pensare anche al rientro veloce dell'investimento iniziale , quindi si risparmiava sopratutto sui biologi cui era delegato soltanto il compito delle analisi generiche ed il resto al veterianario. I furbi ci sono sempre stati e continueranno ad esserci ma, ti assicuro, l'acquacoltura odierna è tutto un altro mondo. Prima di tutto ci si può specializzare in un settore: non è detto che io debba portare avanti dalla riproduzione alla vendita! Per cui ci sono farm che si dedicano UNICAMENTE alla riproduzione che non avviene con pratiche inumane, ma viene semplicemente riprodotto lo stesso ambiente sia di temperatura che ciclo circadiano specie specifico. Inoltre i riproduttori non sono sempre gli stessi, per cui non avviene come nelle pollicolture dove la povera gallina fa uova finchè non muore per esaurimento! C'è uno stock di riproduttori che si alterna nella riproduzione che avviena come in natura: la femmina emette le uova ed il maschio passa subito dopo spargendo il suo seme. Poi la natura fa il resto, fin dalla selezione delle uova che risultano fecondate e quelle che non lo sono: le prime galleggiano, le seconde no e la vasca è predisposta per eliminare immediatamente le uova non fecondate in modo da evitare patologie che contaminerebbero lo stock valido di uova. A questo punto il cliente acquista la quantità che desidera e se la porta nella sua farm. Anche quì, non è detto che egli sia interessato a tutto il resto del ciclo: la sua farma potrebbe essere "semplicemente" un'avannotteria, dove vanno clienti proprietari di altre farm ad acquistare gli avannotti. La farm che si dedica alla schiusa delle uova ed all'accrescimento della larva fino allo stadio di avannotto che poi passerà alla fase di accrescimento presso (eventualmente) le farm di chi si dedica solo a questo, ha un settore dove viene coltivato fitoplancton e poi zooplancton, fino ai naupli di artemia salina che sono l'ultimo stadio di svezzamento. questo tipo di farm è la più complessa, dal punto di vista della gestione biologica e dove molti biologi marini amano andare: è interessantissima e molte tesi nascono lì!! Arrivano i clienti che acquistano avannotti: le loro farm non dovrebbero essere chiamate "allevamento", ma "ingrasso" degli avannotti che hanno acquistato. Quì la cosa si fa delicata perchè la richiesta del mercato esige carne bianca gradevole al gusto, dal punto di vista organolettico ricca in PUFA (Omega3 e Omega6), priva di grassi ed altamente digeribile. L'aumento di peso viene acquisito mediante una dieta che non prevede l'uso di altri pesci per nutrire quelli in vasca, ma ci sono APPOSITI protocolli di alimentazione che prevedono un pellet con aggiunta di vitamine e minerali specifici per un SANO accrescimento. Man mano che crescono, gli esemplari presenti nelle vasche diminuiscono, perchè parte di essi viene spostata in altre vasche. In genere basta una volta sola diversificare la popolazione perchè la taglia commerciale non è grandissima: deve rientrare il più possibile esattamente in un piatto piano da portata!! A seconda della specie, quindi, può variare il peso, ma di poco. Anche in queste farm, il biologo marino (non più il veterinario!) controlla tutti gli step per garantire un prodotto ottimale. Per quanto riguarda l'impoverimento genico, sappi che si fa l'analisi genomica per scegliere gli esemplari più adatti ed una volta superata l'età ottimale di riproduzione, vengono sostituiti con esemplari cui viene fatta la stessa analisi. Il genoma è quello, ma sappi che esistono un immensità di mutazioni che possono avvenire e molte di queste sono benefiche per la specie : si chiama evoluzione! Bene, una volta individuati i riproduttori più adatti, si dà inizio ad un nuovo ciclo. I "vecchi" vengono addormentati con il freddo repentino, così non soffrono..si addormentano. Le "fughe" sono quasi sempre modalità volontarie messe in atto per liberarsi degli esemplari che non sono più idonei: il protocollo di smaltimento porta delle spese, una "fuga accidentale"...NO

Spero di averti aiutato un pò a capire meglio questo mondo che è molto più articolato di quanto ti ho detto: questo è solo l'A, B , C
 
A presto
Aida  


-------------
Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001


Postato da: Posidonia
Postato in data: 15 Luglio 2007 alle 12:09
Le tue domande sono giuste e lecite, ed hai perfettamente ragione..l'acquacoltura deve essere e sottolineo deve essere responsabile e rispettosa..Il problema è che ho notato, visitando alcuni degli impianti intensivi e estensivi più grandi e produttivi d'Italia che l'obiettivo da seguire è ottenere uno stock quanto più numeroso in numero di individui e in tempi brevi e ti dirò all'inizio anch'io ero scettico e pensavo che i pesci soffrissero a queste pratiche; ricorda però che l'acquacoltura è nata, a causa dell'aumento demografico, a complementare la mancanza di cibo. Sono d'accordo circa il problema dell'inquinamento genetico ( vedi anche inquinamento provocato dall'introduzione della vongola filippina che ha quasi completamente sostituito la specie endemica), la tecnica dell'ipofisazione è praticata negli impianti con grande successo anche qui in Italia e non so dirti se sia legale o meno..Wink. Lacquacoltura ha decisamente un protocollo da seguire: evitare qualsiasi forma di stress ( manipolazione, stress biologici ...) ma ti assicuro che accelerare i tempi di laboratorio non incide sulla qualità del prodotto finale che dal punto di vista organolettico è ugualmente buono come quello selvatico per di più controllato Ciaooo       


Postato da: giorupta
Postato in data: 15 Luglio 2007 alle 14:56
Grazie a entrambe per le informazioni.
Le esperienze che ho avuto sul campo risalgono al periodo 1997-1999, poi ho seguito l’acquacoltura esclusivamente sui libri, no ho più avuto possibilità di fare esperienze dirette....
Preciso però che il problema dell’inquinamento genetico e come questo sia legato in buona parte alle pratiche di allevamento è più che mai attuale e le soluzioni proposte non sembrano essere efficaci. Così come sembra che l’acquacoltura non possa in alcun modo incidere sulla riduzione dell’overfishing......spero però di sbagliarmi.
Tra i testi dove ho scovato queste informazioni ci sono:

1-N. Greco e C. Scaffidi, "Guarda che mare", Bra 2007
2-Responsible Marine Aquaculture di James P. McVey, Robert R. Stickney - Technology - 2002



su internet al seguente link e tutte le pagine successive:
   


http://www.pubblicitaitalia.com/cocoon/pubit/riviste/rquery.html?Testata=3&mx=10&artList=yes&ws=acquacoltura&image.x=40&image.y=4&skip=0 - http://www.pubblicitaitalia.com/cocoon/pubit/riviste/rquery.html?Testata=3&mx=10&artList=yes&ws=acquacoltura&image.x=40&image.y=4&skip=0

Ciao e buon lavoro....
PS qualche testo aggiornato in lingua italiana sulla maricoltura o acquacoltura in generale esiste??
Ho difficoltà a trovarlo...In Inglese? oltre a quello da me citato? grazie

-------------
http://www.biologiamarina.eu


Postato da: stellinamare200
Postato in data: 15 Luglio 2007 alle 18:18
Quella che voi chiamate "tecnica dell'ipofisazione", evidentemente non è una cosa legale perchè ho una preparazione specifica anche nel campo dell'acquacoltura e nessuno mi ha mai parlato, durante qualche corso, di  questa tecnica...Magari la conosco sotto altro nome...Mi potete spiegare di che tratta? Perchè è grave che io non sappia di una tecnica tanto praticata (se legale)! Se invece è illegale, beh, tutto si spiega
A presto
Aida


-------------
Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001


Postato da: Posidonia
Postato in data: 15 Luglio 2007 alle 18:25
IL TESTO MADRE è ACQUACOLTURA RESPONSABILE


Postato da: stellinamare200
Postato in data: 15 Luglio 2007 alle 18:30
Perfettamente daccordo!!Thumbs Up E' il testo con il quale ho incominciato ioApprove
A presto
Aida


-------------
Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001


Postato da: giorupta
Postato in data: 15 Luglio 2007 alle 20:08
Postato originariamente da stellinamare200

Quella che voi chiamate "tecnica dell'ipofisazione", evidentemente non è una cosa legale perchè ho una preparazione specifica anche nel campo dell'acquacoltura e nessuno mi ha mai parlato, durante qualche corso, di  questa tecnica...Magari la conosco sotto altro nome...Mi potete spiegare di che tratta? Perchè è grave che io non sappia di una tecnica tanto praticata (se legale)! Se invece è illegale, beh, tutto si spiega
A presto

Aida



IPOFISAZIONE: da Marchesini "Acquacoltura intensiva.

< La tecnica dell’ipofisazione consiste nell’iniettare a livello intramuscolare gli estratti ipofisari nei riproduttori. le ipofisi estratte dagli animali macellati vengono dapprima immerse in acetone per circa 24 ore, quindi poste in essicatoi. Successivamente, al momento dell'utilizzo, vengono sminuzzate con mortai e poi omogeneizzate in un solvente con aggiunta del 30% di glicerina. La soluzione è così pronta per essere iniettata ai pesci. Inutile rimarcare lo stress che comporta questa tecnica: ad esempio in una esperienza effettuata nella laguna di Orbetello sul cefalo, la mortalità di questa operazione è risultata del 26%. Gli stessi autori hanno riconosciuto che l'alta mortalità era da attribuire alle ferite e alle escoriazioni che i riproduttori avevano subito al momento della cattura e durante la sosta forzata nei lavórieri.
Gli animali che hanno subito l'ipofisazione vengono generalmente marcati sulla pinna dorsale con un filo colorato per il riconoscimento.
Dopo circa 12 ore i riproduttori sono di nuovo estratti dall'acqua per l'operazione della spremitura. Con l'ipofisazione se le femmine non vengono spremute al più presto si verifica una sovramaturazione delle uova che porta alla comparsa di larve mostruose. Nel cefalo si è arrivati a una incidenza delle malformazioni dell' 80% !
La spremitura consiste nell'esercitare una pressione sull'addome dei pesci per far uscire i prodotti sessuali che cadono in una bacinella sottostante. La fecondazione viene effettuata a secco: così se è importante che la bacinella sia perfettamente asciutta, allo stesso modo i riproduttori vengono asciugati con uno strofinaccio. Dapprima sono spremute le femmine, circa 3 0 4, quindi sulle uova viene riversato il liquido seminale di due maschi. Ma non ci si ferma qui!
Da poco un sistema di origine australiana sostituisce la vecchia spremitura a mano attraverso l'iniezione di aria nella cavità addominale, mediante un ago ipodermico collegato a una pompa a mano (Giordani, Melotti, 1984). L'aria immessa in cavità addominale, premendo sulle ovaie, provoca la fuoriuscita delle uova.
I pesci vengono quindi allevati dallo stadio larvale fino alla fase finale per il consumo con metodi artificiali >.

Secondo me è illegale....

-------------
http://www.biologiamarina.eu


Postato da: stellinamare200
Postato in data: 15 Luglio 2007 alle 21:23
MA E' UNA COSA ORRIBILE!!!!!Angry
Mi informerò presso uno dei massimi esponenti del settore acquacoltura i cui seminari sono contesi da molte Università!! Sono sicura che mi dirà che è illegale. Nelle Università non si fa cenno alcuno a questa barbarie!!!Pinch
Appena saprò qualcosa, vi farò sapere!Geek
A presto
Aida


-------------
Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001


Postato da: wickedherper
Postato in data: 16 Luglio 2007 alle 00:27
Buonasera a todos.....

Allora la pratica di ipofisizzazione NON è ILLEGALE. Io pratico questa pratica da quando avevo 18 anni, quando andavo nel ferrarese e nel bolognese ad aiutare dei miei amici che hanno aziende di carpicoltura.

Questa pratica viene utilizzata dal 1982. La paternità di questa tecnica "artificial method" è da attribuire agli americani.
Nei miei vari viaggi oltre a conoscere il metodo di ovoinduzione americano, molto interessante è il turco e sopratutto l'israeliano.
Questo metodo viene utilizzato sia in carpicoltura e in allevamenti di salmonidi rispettivamente CPE & SPE (CARP PITUITARY EXTRACT & SALMONID PITUITARY EXTRACT".

Vi sono varie formulazioni in base al principio attivo ma ATTENZIONE è una pratica molto PERICOLOSA, perchè i soggetti vanno ADEGUATAMENTE e PREVENTIVAMENTE anestetizzanti......ma se volete di questo ne possiam parlare.

Inoltre, MUI MA MUI MUI IMPORTANTE.....questa tecnica viene spesso INDISCRIMINATAMENTE UTILIZZATA, a mio avviso anche con l'esperienza di altri miei amici oltreoceano, è meglio utilizzarla fino ad una generazione F5, altrimenti si avrà uno scompenso nonchè un "deturpamento" genetico....ed anche di questo se ne volete ne possiamo parlare....     

Aida for curiosity, come si chiama la persona a cui fai riferimento, può darsi che lo conosco...se vuoi eh anche in pvt.

Welcome in my OSMOTIC SHOCK! WICKEDHERPER    

-------------
AT YOUR RYSK....WICKEDHERPER!!!


Postato da: giorupta
Postato in data: 16 Luglio 2007 alle 00:44
    Ciao wickedherper, in effetti se potresti approfondire i due punti "se ne potrebbe parlare", sarei contento, per esempio quali sono i principi attivi utilizzati? e quali i pericoli di cui parli??

che sia indiscriminatamente utilizzata lo sapevo poichè ho visto fare praticamente solo quella, almeno nel periodo finen anni '90...a cosa è dovuto quello che chiami scompenso genetico?

grazie in anticipo

-------------
http://www.biologiamarina.eu


Postato da: wickedherper
Postato in data: 16 Luglio 2007 alle 01:12
Ciao giorupta, prima di tutto lieto di conoscerTi! Ho visto il tuo sito more interessant!


Domani nel pomeriggio od in serata rispondo ai tuoi interrogativi, perchè sto ripristando/riparando degli schiumatoi, nonchè devo apportare delle modifiche per un'ottimale schiumazione ......parliamo domani anche perchè c'è molto da parlare......


Mi aspetta una nottatina niente male......


Ciao
Gabriele


-------------
AT YOUR RYSK....WICKEDHERPER!!!


Postato da: giorupta
Postato in data: 16 Luglio 2007 alle 13:14
Postato originariamente da wickedherper

Ciao giorupta, prima di tutto lieto di conoscerTi! Ho visto il tuo sito more interessant!


Domani nel pomeriggio od in serata rispondo ai tuoi interrogativi, perchè sto ripristando/riparando degli schiumatoi, nonchè devo apportare delle modifiche per un'ottimale schiumazione ......parliamo domani anche perchè c'è molto da parlare......


Mi aspetta una nottatina niente male......


Ciao
Gabriele


Ciao Gabriele,
piacere ricambiato e grazie per il complimento. Nella fretta di scrivere ho dimenticato le presentazioni.... Per eventuali risposte tutto il tempo che vuoi naturalmente, senza fretta.
grazie e ciao
    

-------------
http://www.biologiamarina.eu


Postato da: wickedherper
Postato in data: 16 Luglio 2007 alle 16:46
Ciao a tutti,
dopo una bella nottatina a smanettare vicino a degli schiumatoi eccomi qui....


Come detto da giorupta, iniziamo a spiegare a grandi linee e sopratutto alla portata di tutti...."che cos'è l'ipofisizzazione?".


Allora l'ipofisizzazione è una tecnica di ovoinduzione utilizzata (come detto nel precedente post) dal 1982. I primi esperimenti si hanno nell'Europa dell'Est, ma la paternità è tutta americana....

Per sottoporre un soggetto a questo tipo di trattamento dobbiamo prima partire da uno stock pulito di riproduttori (privi parzialmente/totalmente da agenti patogeni interni ed esterni). Ma ancor più importante è la preparazione dell'acqua....

Per questo tipo di metodo artificiale, bisogna utilizzare dell'acqua "dura" quindi un PH 7,00 ed un KH 6, ed infine una conducibilità intorno ai 300 MICROSIEMENS.

L'ipofisi estratta da ambo i sessi dalla loro massa cerebrale può avere varie conformazioni.
Non so se le avete mai viste ma vi sono ipofisi di maggior o minor grandezza....indubbiamente le migliori sono quelle più piccole.

1)Ma da cosa è determinata la grandezza dell'ipofisi?

Bisogna prima di tutto isolare ed alimentare i soggetti presi in considerazione (cioè per l'asportazione dell'ipofisi) in vasche e/o stagni separati.
Infatti il segreto per ottenere delle ottime ipofisi sta proprio nel protocollo nutrizionale che noi adottiamo.

Un buon protocollo ad esempio in carpicoltura è di utilizzare dei mangimi con un tasso proteico intorno al 50-55%.
Invece, i soggetti selezionati per poi asportare l'ipofisi devono essere alimentati con un mangime con un tasso proteico intorno al 40%, mentre rispetto a quello "Classico" del 50-55%, dobbiamo ottenere un tasso lipidico superiore.

La pratica dell'ipofisizzazione non va applicata "AD CAPOCCHIAM" infatti previa ipofisizzazione l'animale va LENTAMENTE ED ACCURATAMENTE anestetizzato.
I principali anestetici utilizzati sono la BENZOCAINA e la TRICAINA METANOSOLFATO dosati in base alla specie, al peso, eccetera.


Dal punto di vista genetico, come detto nella precedente risposta, bisogna stare attenti anche alla "conseguenza" genetica.
Secondo mie esperienze sul campo prima di tutto bisogna prediligere un protocollo riproduttivo improntato sull' accoppiamento cugini/zii, che fratello/sorella per ottenere una continuativa e costante bloodline.

Queste mie tesi prendono in considerazione il fatto che i caratteri genetici delle progenie (di questi casi sopracitati) vengono facilmente fissati e difficilmente alterati, e al contempo è buon uso in quanto fino ad una generazione F5 non avremo animali con malformazioni dovute all'incuria nostra per quanto riguarda il discorso "genetic stability", quindi anche dal punto fenotipiale rimarrà inalterato e molto ma molto importante è che l'animale sarà anche molto resistente ad i vari agenti patogeni esterni e SOPRATUTTO interni, i quali quest'ultimi, ad esempio i flagellati intestinali, sono in primis responsabili di cause di nanismo


Beh come avete letto ho descritto il tutto a grandi linee e sopratutto utilizzando un linguaggio base per far capire a tutti quel che stiamo dicendo.

Per eventuali chiarimenti, sono a vostra disposizione.


Salutizzz







-------------
AT YOUR RYSK....WICKEDHERPER!!!


Postato da: giorupta
Postato in data: 17 Luglio 2007 alle 22:38
    Grazie wickedherper, esposizione molto chiara. Una sola domanda. I parametri fisici dell'acqua sono stati determinati in modo empirico? E più in generale cosa influenza nei pesci la conducibilità dell'acqua durante l'ipofisazione?

Grazie e a presto

-------------
http://www.biologiamarina.eu


Postato da: wickedherper
Postato in data: 17 Luglio 2007 alle 23:36
Ciao Giò buonasera!

Allora, i dati riguardanti le caratteristiche fisico-chimiche dell'H2O sono le risultanti di tanti anni di esperienza sul capo. Pensa che in alcune mie "dedizioni" scientifiche riguardanti gli HUFA omega-3 su alcune specie, ad esempio CYPRINUS CARPIO, prima del trattamento, l'acqua si è rivelata un' elemento molto fondamentale sia partendo dalla base (aka alterazione principi attivi delle sostanze anestetizzanti in ph acido), poi successivamente analizzando la schiusa si parte da questi parametri per poi indurire la stessa H2O per la sviluppo post-larvale (pinnaggio dorsale e caudale, svluppo perfetto dell'iride e proporzione pesce/occhio, perfetto bilanciamento della vescica natatoria che difficile in futuro avrà dei problemi).....e infine anch'esso un'elemento molto importante è l'utilizzo di un'idoneo protocollo nutrizionale post-larvale ,quindi si parte da un microencapsulato/pellettato dai 300 micron in su (meglio il microencapsulato per problemi di inquinamento dell'H2O).

A breve studierò anche l'ipofisizzazione negli ACIPENSER, e sopratutto la diversa conformazione DNA/RNA che determina l'albinismo, l'anaretricismo, l'ipomelaismo.

P.S.:

1) Mi fa piacere che anche te non vivi su lavori utopici, alias lavori dove conosci sono la teoria, in biologia servono mani auree.

2) Ho visto dal tuo website che ti occupi di pesca in Adriatico, eccetera, eccetera....proximamente verrò ad Ancona per consegnare dei miei sistemi filtranti con tanto di paternità MADE IN ITALY e sopratutto prodotti dalle mie mani......non faccio incollaggio di etichettine!

3) Ho visto sempre dal tuo website un protocollo molto basilare sugli AMBISTOMA MEXICANUM, quando avevo 16 anni ne riproducevo a migliaia, anche la variante MARBLE....molto difficile.....ma questa "è UN'ALTRA STORIA"

4) Conosci qualche povero fesso in Italia che abbia dischi di phytoplankton a dei prezzi ONESTI? O mi devo ridurre alle importazioni dagli USA?


5) L'acquacoltura in Italia è a PEZZI!!! questo è dovuto ad una miriade di fattori...uno dei tanti la totale incompetenza di vari biologi di settore....che spesso si riducono a dei copia/incolla mentali spulciando pubblicazioni estere!


6) Se puoi e vuoi scappà dall'"italian aquaculture" perchè l'Italia si muove solo sui voti e sui favoritismi....e poi vengono nomi "illustri" del settore a dirti come curare l'ichtyophiriasi con i metodi più ancestrali della FIAT 500!


7) Quest'ultimo punto non vuole essere una critica, ma è la realtà dei fatti!


Saluti
Wickedherper


-------------
AT YOUR RYSK....WICKEDHERPER!!!


Postato da: giorupta
Postato in data: 19 Luglio 2007 alle 19:51
    Ciao Wickedherper,
mi occupo più che di gestione, di cogestione della pesca, in particolare delle vongole. Si tratta di uno dei migliori esempi di cogestione e anni fa chi lo ha messo a punto è stato davvero grande. Pensa che spesso il sistema è citato anche in articoli oltreoceano.

Io ho un ruolo secondario, e comunque lavoro anche in un laboratorio, dove faccio dell'altro. Ma ho intenzione di aprire una sezione "biologia marina" .....

L'acquacoltura italiana è a pezzi? Altri utenti hanno scritto che è grazie alla scuola italiana che all'estero l'acquacoltura va benone....Cosa fare per risalire in cima alla vetta? Forse occorre formare i nostri biologi, ho notato (parlo anche per esperienze personali) che ce un grande gap tra l'università e il lavoro sul campo...a volte mancano anche di passione ed inventiva, cosa che però, e questo mi fa piacere, non manca tra i molti utenti di questo forum

L'axolotl, qull'articolo non l'ho scritto proprio io, alcuni collaborano alla realizzazione del sito ma non vogliono assolutamente comparire con il loro nome e neanche con un nick....

Riguardo ai dischi non posso aiutarti, mi spiace.

Buon lavoro e a presto, ciao







-------------
http://www.biologiamarina.eu


Postato da: wickedherper
Postato in data: 20 Luglio 2007 alle 14:35
Ciao Giò, buongiorno.


mi occupo più che di gestione, di cogestione della pesca, in particolare delle vongole. Si tratta di uno dei migliori esempi di cogestione e anni fa chi lo ha messo a punto è stato davvero grande. Pensa che spesso il sistema è citato anche in articoli oltreoceano.


...si lo so, e l'Italia potenzialmente può dare un'enorme contributo a tutto ciò.....come attualmente stanno eseguendo alcuni biologi riguardo la salvaguardia e al "mantenimento genetico" di alcune specie nostrane.


... Io ho un ruolo secondario, e comunque lavoro anche in un laboratorio, dove faccio dell'altro. Ma ho intenzione di aprire una sezione "biologia marina" .....


...ecco quel che dicevo: alla finefare il biologo marino in questo Paese non è possibile o tantomeno non ci campi!
Dì la verità un pò non ti rode di non fare quel che ti pace fare? ....io mi deprimerei alla grande!


L'acquacoltura italiana è a pezzi? Altri utenti hanno scritto che è grazie alla scuola italiana che all'estero l'acquacoltura va benone....Cosa fare per risalire in cima alla vetta? Forse occorre formare i nostri biologi, ho notato (parlo anche per esperienze personali) che ce un grande gap tra l'università e il lavoro sul campo...a volte mancano anche di passione ed inventiva, cosa che però, e questo mi fa piacere, non manca tra i molti utenti di questo forum


...sarei molto curioso di conoscere questa "scuola italiana". Io nel mio contesto lavorativo/apprendistico mi baso su delle basi tecnico/scientifiche, ricerco e ricerco su database scientifici nazionali ed internazionali e al massimo avrò visto una decina di pubblicazioni di un certo standard. Beh per vedere se l'acquacoltura nel Ns. Paese è fiorente o meno basta che vai nelle cosidette "patrie". Ferrara, Bologna, Venezia, Trieste, Udine.....e noterai che tutto i loro stock sono d'importazione, ed i biologi in queste aziende non esistono proprio, al massimo se vedono qualche puntino chiamano quello "più esperto" che dirà il " da farsi".

L'axolotl, qull'articolo non l'ho scritto proprio io, alcuni collaborano alla realizzazione del sito ma non vogliono assolutamente comparire con il loro nome e neanche con un nick....


...che c'è di male? Ecco vedi a che punto siamo in Italia? Non c'è divulgazione niente!...ognuno "custodisce" i segreti di Mago Merlino.....così non si va da nessuna parte!


Riguardo ai dischi non posso aiutarti, mi spiace


...infatti mi sono arreso, in Italia un disco di Tetraselmis 35 Euro! Io con 35 Euro in USA ce ne compro 8, compresa la spedizione! La domanda sorge spontanea: "Le Aziende come mettono nome in caso di surplus o normale quantità di avannotti?" Vanno in contro alla sorte, oppure gli conviene importare il prodotto bello e pronto?



Saluti










-------------
AT YOUR RYSK....WICKEDHERPER!!!


Postato da: devandra
Postato in data: 20 Luglio 2007 alle 15:03
    ciao wikedherper sono una nuova iscrita al forum... in alcuni interventi precedenti ho letto che hai studiato a napoli.. anche io sono di napoli, ho res il diploma quest'anno e vorrei studiare biologia marina, sapresti dirmi qualcosa a riguardo?

-------------
deva


Postato da: wickedherper
Postato in data: 20 Luglio 2007 alle 19:34
Ciao Devandra, il piacere è tutto mio!     

Allora, io sto studiando Biologia delle Prod. Marine a Napoli, è una facoltà molto interessante e che rispetto alle classiche lauree scontate può darti degli ottimi sbocchi lavorativi.
Certamente fare codesto indirizzo non significa che si parla di delfini, tartarughe e paperelle, ma c'è chimica e le sue varianti (ma se studi è uno spasso!), biologia, istologia e citologia, zoologia, e poi se ti conforta il maggior numero di iscritti sono donne....beati noi uomini!!!!

Comunque ti consiglio o di farti in giro per l'Uni oppure parla con il Presidente di questo indirizzo, il Prof. G. CIARCIA.......non aver timore è un tipo molto alla mano.

Se vuoi delle delucidazioni ponimi dei quesiti e tenterò di risponderti.


Ciao

-------------
AT YOUR RYSK....WICKEDHERPER!!!


Postato da: xdfyuan
Postato in data: 16 Maggio 2010 alle 11:49
Dear sirs
We are from carp pituitary extract (CPE)farm from China.
so glad to contact with you,
 it is wildly used in fish breeding industry,
1. our price is USD 180/ gram, min order 10 grams.
2. we could offer sample order (1-2 grams) to check quality
3. we have certificate and test report based on quality control
if you intreseted , we could sent you more info, pic, technical info etc.
our website is http://www.c-cpe.com/ - www.c-cpe.com
 
 
best regards
Liyuan
 
 


Postato da: xiaochun3612
Postato in data: 26 Maggio 2011 alle 05:15
Postato originariamente da stellinamare200

Ciao!
Io mi sono laureata in Biologia delle Produzioni Marine indirizzo "Controllo Biologico e Qualit�" alla Federico II, perci� mi sento di dirti che attraverso questo iter hai ottime probabilit� di perseguire i tuoi obiettivi.
Il link del CdL � : http://www.produzionimarine.unina.it - www.produzionimarine.unina.it
Visitalo, cos� ti chiarirai meglio le idee!
A presto
Aida


OK! i wil call you ..wait fo me .


-------------
http://www.buymssoftware.com/goods-29.html - Visio Professional 2010
believe myself.
http://www.buymssoftware.com/goods-26.html - Microsoft Office Professional 2010


Postato da: Ulixes
Postato in data: 29 Giugno 2011 alle 14:25
    Ciao,
ti segnalo un corso molto interessante, io ci andró!

http://www.marineturtle.it - Corso di Biologia Marina e Progetti Europei. Isola di Linosa, 21-31 Luglio 2011

Obiettivo del corso pratico teorico è fornire agli allievi una base di partenza per affrontare le situazioni che troveranno nel loro percorso professionale su questi temi, utilizzando Linosa come laboratorio all'aperto.

Numero max partecipanti: 8-16. Quota partecipazione x10 giorni: 700 euro (compreso vitto e alloggio)
http://www.marineturtle.it - Programma e scheda di iscrizione su www.marineturtle.it

-------------
----
Sono stato varie volte a Linosa al Centro Recupero Tartarughe Marine, ve lo consiglio, anche per attivitá di volontariato e corsi di biologia marina, ass. Hydrosphera: www.marineturtle.it



Stampa la pagina | Close Window