Vista la corstesia del Dott. Gaggeri e degli altri partecipanti al forum, volevo, se possibile, togliermi il più grande dubbio che ho nell'ambito medico-subacqueo.
Sappiamo che durante una immersione una delle cose più pericolose (se non la più pericolosa) è trattenere il respiro. Purtroppo, forse a causa di un antico retaggio da apneista, mi sono accorto invece che al minimo accenno di "distrazione", o nell'atto di compensare, o per stringere il cinghiolo di una pinna, o semplicemente per cercare qualcosa in una tasca, se non mi impongo di respirare, istintivamente blocco la respirazione a polmoni pieni per il tempo necessario a fare quello che sto facendo.
Ovviamente molto preoccupato parlai della cosa all'istruttore che però mi disse di non allarmarmi perchè è sufficiente tenere sempre l'erogatore in bocca evitando così di serrare le labbra, di modo che in caso di aumento di volume di aria nei polmoni dovuto ad una risalita, automaticamente l'aria in eccesso verrebbe espulsa dalla bocca tramite erogatore perchè il blocco (dell'epiglottide?) non è sufficiente a trattenere "dentro" l'aria.
Non ero e non sono convinto di ciò, ed è proprio per questo che pongo questa domanda ad un medico. Secondo me anche a bocca aperta se uno vuole chiudere il passaggio dell'aria "in uscita" ci riesce. Se io sott'acqua a polmoni pieni, senza erogatore in bocca, apro la bocca, l'acqua entra in bocca e li si ferma, viceversa se io nella stessa condizione non voglio far uscire aria ci riesco. In questa condizione se mi facessi 10 metri di risalita, l'aria contenuta nei polmoni avrebbe una sua "forza autonoma" ed uscirebbe lo stesso o mi provocherei una sovradistensione polmonare?
Spero di essere stato minimamente comprensibile.
Un saluto
Stefano
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