Stampa la pagina | Close Window

Subacquea ed Asma

Stampato da: MondoMarino.net
Categoria: Subacquea
Nome del Forum: Medicina
Descrizione del forum: Hai dei quesiti di medicina subacquea da proporre ai nostri esperti? Hai paura dell'acqua o dei pesci? Vuoi semplicemente chiedere consigli?
Allora fai qui le tue domande!
URL: http://www.mondomarino.net/forum/forum_posts.asp?TID=4342
Data di Stampa: 14 Novembre 2024 alle 09:24


Topic: Subacquea ed Asma
Postato da: bluedepth
soggetto: Subacquea ed Asma
Postato in data: 07 Novembre 2007 alle 23:15
Ciao!
Da qualche anno mi son posto questo dubbio, ho cercato spesso in giro, ma senza risultati: è consigliabile per un asmatico praticare la subacquea? Ci sono controindicazioni a livello clinico?
Chiaramente in una situazione di stress un asmatico è soggetto a crisi respiratoria, a differenza di un non asmatico e in questo può essere un punto a sfavore. Inoltre respirare aria secca può non essere un toccasana. Questi però son pensieri miei e confusi..
A voi la parola, signori.
Buone bolle!



Risposte:
Postato da: Ugo Gaggeri
Postato in data: 08 Novembre 2007 alle 11:42
Ciao,

a chiarimento sull'argomento ti riporto quanto esposto dal https://www.daneurope.org/italiano_.htm - DAN :

Tradizionalmente i sub asmatici vengono considerati non idonei all’immersione.
L’asma è una malattia caratterizzata dalla bronco-costrizione in risposta ad svariati stimoli. Non si tratta di una risposta patologica fissa e costante: il paziente presenta generalmente improvvisi peggioramenti della funzione polmonare, gli "attacchi asmatici". Un attacco asmatico può essere scatenato da pollini od altri allergeni, ma anche da aria fredda e secca, sostanze irritanti nell’atmosfera, sforzi fisici, raffreddori, influenza.

La costrizione bronchiale dell’asma ha due effetti:
- il primo è che diminuisce la quantità d’aria ventilata. Questo riduce la capacità di esercizio fisico, specialmente in un subacqueo, che già presenta una riduzione della capacità respiratoria causata dalle resistenze dei sistemi di respirazione subacquea e dall’aumento della densità del gas respirato in profondità.
- Secondariamente, la riduzione del calibro delle vie aeree può provocare intrappolamento d’aria nei polmoni durante la risalita. Se il gas intrappolato si espande ad un ritmo maggiore di quanto non ne venga eliminato con l’espirazione attraverso le vie aeree ristrette, si può avere rottura del tessuto polmonare, con embolia gassosa arteriosa o pneumotorace.

Un altro problema relativo all’asma e all’immersione è l’aumentata tendenza delle vie aeree degli asmatici alla bronco-costrizione, quando vengono esposte a condizioni ambientali che sono tipiche dell’immersione: respirazione di aria fredda e secca, inalazione accidentale di acqua salata.
Gli asmatici che si immergono si trovano in situazione di maggior rischio anche a causa della limitazione della loro capacità di esercizio fisico, non solamente per la possibilità di bronco-costrizione e di intrappolamento di gas intra-polmonare.
Quando si fa esercizio fisico a terra è abbastanza semplice fermarsi, riposarsi e riprendere fiato, ma questo non è sempre possibile sott’acqua.
Qual è l’attuale pensiero scientifico a proposito di asma e immersione?
Le raccomandazioni attualmente accettate nel Regno Unito, per esempio, dicono che asmatici ben controllati si possono immergere nel rispetto di due condizioni:

1) che non abbiano dovuto assumere farmaci bronco-dilatatori nelle ultime 48 ore

2) che la loro asma non sia del tipo scatenato da freddo, sforzi o stress emotivi.

In Australia, il paese più conservatore sotto questo profilo, ogni sub deve superare un test di funzione polmonare ed escludere la possibilità di asma, prima di poter essere brevettato.
Le statistiche DAN dimostrano che diversi sub asmatici sono morti in immersione. Non è, però, chiaro se l’asma sia stata la vera causa della morte o solo un fattore incidentale e non correlato.
I dati del British Sub Aqua Club (BSAC) indicano che ben pochi subacquei muoiono per attacchi d’asma o come risultato della patologia asmatica.
Questi problemi sono stati affrontati durante il simposio "Are Asthmatics Fit to Dive?" tenutosi durante il meeting del 1995 della Undersea and Hyperbaric Medical Society (UHMS).
Sul problema dell’accertamento del rischio di asma ed immersione, la South Pacific Underwater Medical Society (SPUMS) ha dichiarato che l’immersione può precipitare un attacco asmatico e che gli asmatici sono a rischio di stress respiratorio, dispnea (difficoltà di respirazione), panico ed annegamento.
I dati del database DAN relativi a subacquei asmatici indicano l’esistenza di un lieve aumento del rischio di patologie da decompressione negli asmatici, ma i numeri sono ancora insufficienti per una determinazione accurata di questo rischio.

L’incidenza dell’asma nella popolazione è di circa il 4-5%. Più o meno la stessa percentuale fra i subacquei ne soffre, che lo ammettano o no. Sembrerebbe, quindi, che una certa percentuale di subacquei asmatici si immerga senza problemi rilevanti.

Si deve, però, ricordare che questi dati rappresentano subacquei che intraprendono l’attività contro il parere medico e che, molto probabilmente, soffrono solo di forme lievi di asma. Il vero rischio, valutato su tutta la popolazione di asmatici, potrebbe essere significativamente più elevato.

Classificazione dell’asma negli USA.

I National Institutes of Health (NIH) hanno recentemente proposto la seguente classificazione:

- Asma lieve intermittente

Sintomatologia: i segni clinici insorgono meno di una volta alla settimana e sono associati con un calo del Peak Flow (un indice di funzione polmonare che misura il flusso massimo d’aria durante l’espirazione) inferiore al 20%. Questo tipo d’asma mostra brevi periodi di aumento della severità dei sintomi, che durano da qualche ora a qualche giorno, chiamati esacerbazioni. I sintomi notturni occorrono meno di due volte al mese e, fra gli attacchi acuti, i pazienti sono asintomatici, con funzione polmonare normale.

Il trattamento si basa sull’assunzione di broncodilatatori ad azione rapida, al bisogno.

- Asma lieve persistente

Sintomatologia: il Peak flow è quasi normale, con variazioni inferiori al 20, i sintomi si presentano più di una volta alla settimana. Le esacerbazioni disturbano il sonno, con sintomi notturni che insorgono più di due volte al mese.

Il trattamento si basa su broncodilatatori ad azione rapida di giorno e ad azione ritardo durante la notte.

- Asma moderato persistente

Sintomatologia: i sintomi, o la tosse, sono quotidiani e spesso disturbano le normali attività ed il sonno. Questo tipo di asma richiede la frequente assunzione di broncodilatatori ad azione rapida.

Il Peak flow è generalmente fra 60 e 80% del valore normale. La tosse frequente durante l’esercizio fisico o di notte è un sintomo importante ed un indicatore importante di questo tipo di asma.

Il trattamento comporta l’assunzione quotidiana di farmaci, generalmente corticosteroidi per inalazione, oltre all’uso di broncodilatatori ad azione rapida al bisogno.

- Asma severo persistente

Sintomatologia: questo tipo di asma si presenta con sintomi continui e con una riduzione del Peak Flow fin a valori del 60% del normale o inferiori. Gli aumenti della severità dei sintomi sono frequenti, con limitazione significativa dell’attività fisica e frequente sintomatologia notturna con disturbo del sonno.

Il trattamento prevede broncodilatatori ad azione prolungata, corsticosteroidi per via orale e broncodilataori ad azione rapida al bisogno durante gli episodi di esacerbazione acuta dei sintomi..

Il trattamento delle quattro forme di asma note è anche un fattore di importanza rilevante nel determinare la severità della malattia e del relativo rischio da immersione.

Secondo la UHMS, i primi tre tipi di asma - leggera intermittente, leggera persistente e moderata persistente - se ben controllati, possono consentire a subacquei, attentamente selezionati dal punto di vista medico, di continuare l’attività.

Categorizzazione del rischio

Il problema successivo è, quindi, l’accertamento di idoneità di un subacqueo asmatico, nell’ambito dei seguenti due punti:

- la forma asmatica è di natura lieve?; oppure

- il trattamento adottato è sufficientemente efficace per prevenire un attacco asmatico acuto in immersione o in superficie?

Se il trattamento medico è tale da riportare i test di la funzione polmonare entro limiti normali, specie dopo sforzo, il sub può immergersi in sicurezza e sopportare senza problemi gli eventuali sforzi che potrebbero rendersi necessari in immersione.

Subacquei potenzialmente asmatici dovrebbero sottoporsi ad accertamenti di funzione accurati, che includano test da sforzo, per valutare la severità della forma asmatica, presso specialisti esperti anche di problemi dell’immersione.   


Ugo

-------------
Il Medico on Line non cura i pazienti, non prescrive farmaci e non sostituisce la visita medica!

Dott. Ugo Gaggeri
Medico del lavoro
Esa Diveleader Instr.



Postato da: sirio93
Postato in data: 08 Novembre 2007 alle 16:17
Anche io mi sono chiesto più volte queste cose.

Un'asma allergica che si presenta solo in momenti di esposizione massiccia agli agenti allergenici, che con trattamento costante di antistaminici non si presenta, in un soggetto che passa tranquillamente gli esami spirometrici e cardiologici-sotto-sforzo di idoneità sportivo-agonistica ... che problemi potrà mai dare se si evita di immergersi in vicinanza temporale a momenti di sofferenza respiratoria?
Sirio93


Postato da: bluedepth
Postato in data: 09 Novembre 2007 alle 08:51
Buongiorno!
Grazie molte Ugo, esauriente e chiaro.
Sarei curioso di sapere se in questa comunità ci sia qualche subacqueo asmatico e come si trova a fare immersioni, come si comporta e precauzioni che adotta.
Buone bolle!


Postato da: cioto
Postato in data: 06 Luglio 2010 alle 16:30
io penso che nessuno ne sà una mazza e sono iper restrittivi proprio perchè non ne sanno nulla! Io sofro di asma bronchiale (leggera) da quando avevo 18 anni sotto sforzo viene, però prendendo prima dello sforzo un puf di ventolin ecc. posso fare per diverse ore quello che voglio a qualsiasi temperatura , infatti ho fatto per 20 anni lo sportivo professionista senza problemi, inoltre mi immergo da 20 anni anche al freddo sino a 40 metri senza difficoltà e senza avere mai avuto crisi, ovviamente prima di immergermi prendo un puf e vai, ho fatto più di 200 immersioni senza alcuna difficoltà anche immersioni contro corrente quasi in affanno senza particolari difficoltà ad eccezione di quelle che provavano tutti i sub normalmente quindi o ho avuto un gran culo o si esagera con l'asma..... ho superato la visita medica per la subacquea senza difficoltà, senza contare tutte le visite superate per lo sport che facevo da professionista. Qalcuna sa darmi una risposta!   


Postato da: sirio93
Postato in data: 27 Agosto 2010 alle 00:09
Ritengo, da utilizzatore occasionale, l'uso del Ventolin altamente rischioso.
200 immersioni non sono statisticamente nulla rispetto a studi come quelli del DAN che valutano migliaia di immersioni. Non dico che DAN stia studiando l'asma con delle cavie, cosa che non fa, ma che per dare una base statistica occorrono altri numeri.
Con la salute non si scherza, basta un caso su 500 immersioni, non è che gli effetti di un incidente si diluiscano con le statistiche.
Ci sono validi motivi per non usare broncodilatatori e a maggior ragione per l'asma sotto sforzo. Per non parlare del rischio di assuefazione al Ventolin che a mio avviso porta ad abbassare quel presunto margine di sicurezza che ti sembra fornisca.
Ad ogni modo sono esperienze personali, se per te funziona, tanto meglio ma non vale necessariamente per gli altri.




Stampa la pagina | Close Window