...l'incubo del cellulare anche sott'acqua!
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Data di Stampa: 16 Dicembre 2024 alle 10:55
Topic: ...l'incubo del cellulare anche sott'acqua!
Postato da: bluedepth
soggetto: ...l'incubo del cellulare anche sott'acqua!
Postato in data: 10 Aprile 2008 alle 22:49
Un esperimento che prima o poi farò per curiosità sarà quello di portare un cellulare in tasca del sotto muta e di farmi chiamare da una persona in superficie durante un'immersione. Qualcuno ha già fatto questa prova o sa cosa teoricamente dovrebbe o potrebbe succedere? Pressione permettendo per l'incolumità della cavia...fino a che profondità prenderà il cellulare? Dipende da vari fattori, come potranno convenire gli ingegneri delle telecomunicazioni...ma allo stato pratico nessuno se l'è mai domandato?? Vediamo cosa ne verrà fuori!
Buone bolle a tutti!
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Risposte:
Postato da: AndreaGAS
Postato in data: 11 Aprile 2008 alle 07:06
Beh, a dire il vero diversi anni fa c'erano il Nokia 6250 (vattelo a vedere, brutta derivazione del 6150, http://www.nokia.it/A4191336 - Descrizione e http://nds1.nokia.com/phones/files/guides/6250_usersguide_it.pdf - Manuale con specifiche tecniche ) ed un modello della Ericsson R310s ( http://www.sonyericsson.com/cws/support/products/factsandfeatures/r310s - specifiche tecniche ) che erano anti urto ed impermeabili fino a 1m circa di sicuro, anche se loro dicono 0,5. Il Nokia lo ha un'amico che ne è, giustamente, gelosissimo perché solo con quello è sicuro di non fare danni in barca. Lo ha provato, se ricordo bene, fino a 1,5 quasi 2m e funzionava. Non ha spinto oltre perché comunque ci si è immerso... SENZA NESSUNA CUSTODIA!!!! (in pratica senti pure (distorto) però puoi rispondere solo a bolle usando il morse )
Purtroppo non fanno più modelli simili che avevano impiego soprattutto professionale all'interno di cantieri, su barche da pesca, ecc.
Ogni tanto se ne parla di nuovi modelli con caratteristiche simili ma nei negozi non ne sto vedendo neanche uno.
Qualcosa di trova http://www.cellularmagazine.it/blog/2008-02-06/samsung-stone-la-roccia-samsung/ - cercando ma nulla è come quelli "vecchi" che ti ho indicato.
Oppure ci sono le custodie stagne.
Questo senza andare nel mondo della telefonia satellitare che è fatta anche per condizioni estreme (deserti, traversate oceaniche, ecc.) quindi ha altri standards di resistenza ad urti, polvere, acqua rispetto ai normali cellulari.
Comunque secondo me finirebbe la pace, la cosa che più mi piace di tutto questo sport.
Ciao
Andrea
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Postato da: zena
Postato in data: 11 Aprile 2008 alle 07:54
Maaaa Blue, ieri sera hai mangiato pesante?!
Io non ne ho idea, 1-2 metri forse si ma non so se a 30 metri possa prendere, dovresti chiedere a Sirio che mi sembra tecnico in materia.
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" Strade? dove andiamo noi non c'è bisogno di strade.. "
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Postato da: bluedepth
Postato in data: 11 Aprile 2008 alle 08:00
Non sapevo che quei Nokia potessero anche resistere ad un'immersione completa, ma pensavo solo a schizzi e umidità. Ad ogni modo conto di tenerlo nel sottomuta della stagna, quindi all'asciutto, e chissà fino a quale profondità prenderà la linea! Di sicuro Andrea si rovinerebbe quel silenzio e pace che ci accompagna ogni volta, è di fatto un esperimento puro e semplice per curiosità! Buone bolle!!
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Postato da: zena
Postato in data: 11 Aprile 2008 alle 09:41
C'è da considerare il fattore umidita, dentro la stagna si crea condensa.
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" Strade? dove andiamo noi non c'è bisogno di strade.. "
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Postato da: sirio93
Postato in data: 11 Aprile 2008 alle 11:12
Chiamato?
Ciao a tutti, in effetti anche io ebbi il dubbio. Non saprei, secondo me a -30 non funziona, forse i vecchi TACS sì... è da provare. Fai così, rendi pubblico il tuo numero, e ti chiamiamo tutti all'ora che ci indicherai così ci racconti l'immersione. Ops... ovviamente ti metti la granfacciale.
Se funziona non potrai fare come l'omino della Mastercard che esce dall'immersione e non risponde al cellulare... l'hai direttamente con te sott'acqua.
Ultimo scherzo... al limite monti l'antenna al cellulare e la usi come cima di risalita alla boa e sicuramente prende.
Seriamente parlando, spero che nessuno si inventi il modo di far funzionare il cellulare in immersione.
Saluti Sirio93
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Postato da: bluedepth
Postato in data: 11 Aprile 2008 alle 12:36
Sagge parole Sirio! Soprattutto condivido il pensiero nell'ultima riga! Anche se credo lo faranno sicuramente... hanno già inventato la custodia per un certo tipo di notebook da portare in immersione, se umts o gprs prendessero si potrebbe fare una ricerca live o porre webcam sottomarine per verificare visibilità e traffico di subbi in alcuni posti... questo, a parte gli scherzi, secondo me potrebbe essere utile in certi casi, specie nei relitti, per controllare e salvaguardare.
Ciao!
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Postato da: zena
Postato in data: 11 Aprile 2008 alle 13:39
Postato originariamente da sirio93Fai così, rendi pubblico il tuo numero, e ti chiamiamo tutti all'ora che ci indicherai così ci racconti l'immersione.
e se ha il videofonino ci fa vedere l'immersioni in diretta
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" Strade? dove andiamo noi non c'è bisogno di strade.. "
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Postato da: zena
Postato in data: 11 Aprile 2008 alle 13:41
Postato originariamente da bluedepth
si potrebbe fare una ricerca live o porre webcam sottomarine per verificare visibilità e traffico di subbi in alcuni posti... questo, a parte gli scherzi, secondo me potrebbe essere utile in certi casi, specie nei relitti, per controllare e salvaguardare.
Ciao!
Belin questo è vero! cosi il primo che becco che tocca qualche bestia gli faccio la multa!
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" Strade? dove andiamo noi non c'è bisogno di strade.. "
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Postato da: iacchetti
Postato in data: 11 Aprile 2008 alle 21:03
Dai ragazzi........... l'immersione è un momento magico fuori dal mondo caotico che conosciamo, non inventiamoci idiozie per rovinare quel poco di tranquillo che ci rimane almeno là sotto.
Se potessi farne a meno del cellulare lo farei volentieri, e voi mi venite a dire che volete portarlo anche sott'acqua no mi dispiace ma non sono d'accordo.
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Postato da: bluedepth
Postato in data: 12 Aprile 2008 alle 00:11
Postato da: Aria
Postato in data: 12 Aprile 2008 alle 09:14
Caro Bluedepth,
sarà mica che il tempo qui al nord si è guastato proprio x evitare che tu portassi il cell sott'acqua?! Mi sa che qualcuno lassù ci ama e ha deciso di posticipare l'esperimento... Scherzo!!! Però ho letto con un certo terrore che anche tu scendi nelle acque del nord, dove io ricerco la pace. Spero, non volermene, di essere molto lontana da te quando deciderai di verificare sul campo le tue teorie scientifiche... Lo squillo del telefono nela pace del mare...noooooooooooooo!
In ogni caso in bocca al lupo e spero che sia lontano anni luce il momento in cui scenderemo sott'acqua con la nostra nuova muta dotata di tasca porta telefono!!!
Ciao
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Postato da: iacchetti
Postato in data: 12 Aprile 2008 alle 13:26
Errore corretto, che vuoi farci capita anche a mè di sbagliare ma solo di tanto in tanto
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Postato da: bluedepth
Postato in data: 12 Aprile 2008 alle 18:12
Accidenti, sono stato preso troppo sul serio! La mia è una curiosità e mi fermerò a vedere fino a che profondità mi arriva lo squillo di un complice in superficie. Ci mancherebbe che volessi arrivare oltre. Aria: di dove sei?? è una settimana ininterrotta che piove, quindi spero proprio di non essere io la causa! Iacchetti: non preoccuparti...ovviamente lo sappiamo tutti che ti concedi rarissimi errori, pertanto permettici di sorridere di fronte ad uno di questi!
buona serata e buone bolle a tutti!
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Postato da: AndreaGAS
Postato in data: 14 Aprile 2008 alle 12:26
Portandolo sott'acqua devi valutare un'altra cosa: la pressione. Ossia se lo hai nella muta pure pure ma devi tenerlo in una zona "gonfia" altrimenti avresti lo stesso problema che si verificherebbe in caso di "sacca stagna" ossia la pressione schiaccia la sacca sul telefono e così tutti i tasti rendendolo in pratica bloccato. Ho provato questa cosa portando una Kodak Fun (ora partiranno tutti i fotografi plurimilonari e pluri attrezzati di qusto forum, scherzo ragazzi ) a -9m quando il suo limite è -1,5m, per me è stato il fondale... La macchina non ha avuto problemi però la pressione ha sciacciato il pulsante di scatto bloccandola e neanche si riusciva a "sollevarlo" a mano.
Per le trasmissioni da sott'acqua prova a vederti http://www.breitling.com/en/models/professional/emergency/ - questo , un amico lo ha preso per motivi di lavoro e lo fa sentire veramente più sicuro. L'attrezzo è un costoso ma può essere vitale averlo quindi... funziona anche da sott'acqua ma è "one shot" ossia se lo usi poi lo butti. Se lo usi in caso di vera necessità, dopo il primo utilizzo la Breitling te manda uno nuovo gratis. Certo, se arrivi a doverlo usare poterne avere un'altro è già una fortuna, significa esser sopravvissuti!
Se vogliamo avere dettagli sulla telefonia subacquea posso chiedere a qualche amico "tecnico", qualche mese fa hanno messo in commercio in "localizzatore" per subacquei che sembra funzioni. Serve per avere sempre la posizione dei sub ed è nato per le immersioni un po' pericolose in genere od anche quando la visibilità sia verso il "proibitivo".
Altre curiosità? Se vuoi ce n'è da divertirsi!!!! (e da spendere)
Andrea
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Postato da: scubabob
Postato in data: 14 Aprile 2008 alle 13:27
Credo che la curiosità di Bluedepth si limiti semplicemente all'esperimento di vedere se il cellulare possa ricevere una chiamata e fino a che profondità, lasciando perdere i problemi tecnici e le teorie sulla propagazione delle onde radio. In ogni caso, l'acqua (e soprattutto l'acqua salata) offre molta resistenza al passaggo delle onde radio. I sottomarini usano le onde lunghe, che hanno frequenze molto basse, dell'ordine di pochi KHz. Queste frequenze necessitano antenne molto lunghe, anche di qualche km, poiché la lunghezza dell'antenna è proporzionale alla lunghezza d'onda (tipico l'esempio di 1/4 d'onda per le antenne a stilo). In acqua la lunghezza d'onda viene proporzionalmente ridotta alla densità del mezzo, per cui i sottomarini possono usare antenne di dimensioni molto ridotte rispetto a quelle di terra. Parliamo però sempre di frequenze molto basse. Sembra che sopra i 30KHz le onde non passino sotto la superficie dell'acqua o subiscano comunque una fortissima attenuazione. Si parla sempre, poi, di potenze di trasmissione di qualche KiloWatt (1 KW = 1000 Watt). Va aggiunto che anche le onde radio, come le onde luminose, subiscono la rifrazione, che comporta un forte attenuamento del segnale. I cellulari usano frequenze molto alte, 1.8 GHz, (1Khz=1000 Hertz, 1 GHz=1.000.000.000 di Hertz), quindi sono le meno adatte per le trasmissioni sott'acqua. Se aggiungiamo che sono in gioco potenze molto basse, dell'ordine di pochi mW (1 mW=1/1.000 di Watt), le speranze di un segnale decente diminuiscono drasticamente. Non ultimo, anche la temperatura dell'acqua influenza la densità del mezzo. L'attenuazione nell'artico può essere anche 4 volte superiore all'attenuazione nelle acque tropicali. Ultima considerazione, il segnale che deve raggiungere il cellulare immerso non proviene direttamente da un cellulare sulla barca, ma dal ripetitore terrestre più vicino, quindi il segnale potrebbe essere, già in partenza, attenuato. Quindi non è come avere una trasmittente in barca, di potenza adeguata, che si collega con un ricevitore in immersione. In questo caso si potrebbe poi adattare un'antenna immersa (adeguatamente ridimensionata in base alle caratteristiche dell'acqua) che eviterebbe la drastica attenuazione della rifrazione, ovvero dal passaggio delle onde radio dall'aria all'acqua.
Questa la teoria... poi la pratica spesso smentisce tutto, soprattutto in questo campo. Resta comunque la curiosità di sapere se un cellulare possa ricevere un segnale e fino a che profondità. Magari come semplice sistema di richiamo d'emergenza del subacqueo.
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Ciao
Roberto
http://www.robertosozzani.it - Scubabob
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Postato da: scubabob
Postato in data: 14 Aprile 2008 alle 13:38
Postato originariamente da AndreaGAS
Per le trasmissioni da sott'acqua prova a vederti http://www.breitling.com/en/models/professional/emergency/ - questo , un amico lo ha preso per motivi di lavoro e lo fa sentire veramente più sicuro. Un Epirb nell'orologio! Non sapevo esistessero. Certo che in certe immersioni in corrente, non sarebbe male come sistema d'emergenza. Chi è rimasto qualche ora a mollo in attesa di essere ritrovato e ripescato, lo apprezzerebbe molto. Anche se dubito che in certi paesi ti possano trovare e soccorrere in quelle 48 ore d'autonomia del sistema. E che qualcuno possa resistere a mollo per 48 ore, anche se qualche esempio c'è...
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Ciao
Roberto
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Postato da: bluedepth
Postato in data: 14 Aprile 2008 alle 21:41
Grazie Scubabob!! ottima spiegazione, chiara e semplice allo stesso tempo... Diciamo che so bene ciò che hai spiegato, diciamo che fa parte dei miei studi, ma hai fatto benissimo a specificare così. Come hai ben intuito in effetti la mia curiosità si fermava su un aspetto molto pratico, proprio perché spesso la pratica può non rispecchiare perfettamente la teoria, per le varie componenti poco prevedibili che la condizionano. Ad ogni modo appena proverò vi farò sapere! AndreaGas.. bello il link, non pensavo fosse diventato commerciabile un sistema del genere, oltre che per i militari. Intanto buone bolle a tutti!!
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Postato da: AndreaGAS
Postato in data: 15 Aprile 2008 alle 08:09
Beccato ScubaBob !
Postato originariamente da scubabob
Chi è rimasto qualche ora a mollo in attesa di essere ritrovato e ripescato, lo apprezzerebbe molto. Anche se dubito che in certi paesi ti possano trovare e soccorrere in quelle 48 ore d'autonomia del sistema. E che qualcuno possa resistere a mollo per 48 ore, anche se qualche esempio c'è...
Ciao Roberto,
credo che con quello riescano a far arrivare i soccorsi entro le 48 ore (sono tante quando si attiva una catena di emergenza che, oltretutto, dovrebbe in teoria essere per una sola persona)
Mi soffermerei invece sul fatto di volerlo usare al termine di un'immersione per farsi trovare dalla barca; per quanto tu possa esser lontano non credo che lo useresti almeno di non essere proprio alla deriva, senza vedere la costa e che la barca se ne sia andata. Il "giocattolino" se non ricordo male costa intorno ai 4.500-5.000 euro e, come detto, è "one shot" ossia quella funzione la fa solo una volta poi devi cambiarlo per riaverla. Se lo usi perché ti devi salvare la vita te lo ridanno loro gratis altrimenti lo ricompri ed anche quel "gratis" vale solo per la prima volta .
Insomma, sono sicuro che ci si pensi MOLTO bene prima di svitare quel tappo e tirare fuori l'antennina
Ciao Bob
Andrea
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Postato da: zena
Postato in data: 15 Aprile 2008 alle 09:55
Postato originariamente da AndreaGAS
Mi soffermerei invece sul fatto di volerlo usare al termine di un'immersione per farsi trovare dalla barca; per quanto tu possa esser lontano non credo che lo useresti almeno di non essere proprio alla deriva, senza vedere la costa e che la barca se ne sia andata
Belin e dove sei finito per dover chiamare la barca dicendo "hei gente sono ho finito l'immersione adesso e sono alla deriva" ???!!!
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Postato da: scubabob
Postato in data: 15 Aprile 2008 alle 16:53
Postato originariamente da AndreaGASCiao Roberto,
credo che con quello riescano a far arrivare i soccorsi entro le 48 ore (sono tante quando si attiva una catena di emergenza che, oltretutto, dovrebbe in teoria essere per una sola persona) Ciao Andrea, purtroppo non sempre è così semplice. Partiamo dal presupposto che stiamo parlando di un Epirb, ovvero di un sistema nato per le barche che stanno affondando e che necessitano di soccorso. Nei catamarani di solito viene montato in modo tale da attivarsi automaticamente in caso di ribaltamento (un catamarano non ha una chiglia zavorrata e non si raddrizza da solo, quindi ha bisogno di soccorso). Il segnale viene trasmesso su frequenze aeronautiche: infatti un segnale su quelle frequenze, che hanno una portata 'ottica', può essere ricevuto, entro un buon raggio, solo dall'alto, essendo trasmesso al livello del mare. Si deve avere quindi la fortuna che un aereo transiti in zona, intercetti il segnale e avvisi una capitaneria di porto che allerti le imbarcazioni in zona. I tempi dipendono da dove accade l'incidente. Due miei amici, naufragati in Atlantico, hanno aspettato 7 giorni prima di essere recuperati. Sempre nell'ambito della navigazione, un orologio con epirb potrebbe servire al malcapitato che finisce fuori bordo. Cosa che succede abbastanza spesso: una volta, durante una traversata atlantica, un membro dell'equipaggio è finito in mare, per una sua distrazione. Fortunatamente lo abbiamo visto cadere, era giorno e siamo riusciti a ripescarlo in 12 minuti. Ma ti assicuro che sono stati attimi di grossa tensione. Per prima cosa abbiamo dovuto ammainare lo spinnaker prima di poter virare. Ad una andatura di 14/15 nodi, ci si allontana parecchio e una barca non ha un freno! Ci siamo poi ritrovati con il sole negli occhi e le onde lunghe di 3 metri rendevano molto difficile identificare una persona in mare. La corrente poi lo stava spostando abbastanza velocemente dal punto in cui era caduto. Una volta recuperato, ci ha detto che nel giro di 3 minuti non vedeva più l'albero della barca e che ha passato dei momenti di vero panico. Un epirb al polso lo avrebbe (forse) tranquillizzato un po'.
Ma veniamo all'uso subacqueo: l'epirb non dove sostituire un pedagno, visto che mette in moto un certo tipo di soccorsi, questo è ovvio :) Rispondendo anche a Zena, purtroppo certe correnti possono far allontanare parecchio dei subacquei, anche in direzioni poco prevedibili e non ci vuole molto per non essere più visti dalla barca d'appoggio, nonostante i pedagni. Rientrando da un giro tra Sangalaki e Maratua, ho incontrato un istruttore inglese che lavorava a Sangalaki e stava tornando a casa: mi ha raccontato che pochi giorni prima, mentre era in immersione con due tedeschi, sono stati presi da una corrente che li ha trascinati verso il largo, mentre quando si sono immersi la corrente era parallela all'isola. Quando sono riemersi, si sono trovati molto distanti dalla barca, che li cercava lungo la caduta della parete, seguendo la corrente di superficie e senza guardare nella loro direzione. Hanno chiamato, fischiato, fatto di tutto, ma non li hanno sentiti. E intanto si stavano ulteriormente allontanando, perchè la corrente era forte, non essendo più ridossati. A quel punto lui si è tolto le attrezzature e le ha lasciate ai compagni, per partire a nuoto verso la barca. Ha nuotato per due ore, controcorrente, poi finalmente, ormai stremato, agitando una pinna è riuscito a farsi vedere e recuperare. Poi è cominciata la ricerca degli altri due, ritrovati in lacrime che si credevano ormai spacciati. Ma se fosse andata male, l'epirb avrebbe forse potuto aiutare. Uso il forse, perchè non sono così certo che un segnale possa essere intercettato in tempi brevi e i soccorsi arrivare entro le fatidiche 48 ore. Probabilmente in Florida si, ma in Kalimantan? Ho sempre forti dubbi. Casi come questo in quei posti ne succedono. Un altro mio amico è rimasto in acqua, con la moglie, 4 ore, prima di essere ripescato da una barca di pescatori che passava per caso ed essere riportato alla sua barca. Inutile dire che il webmaster a bordo è finito in mare a suon di pugni e li è rimasto a lungo, minacciato di essere preso a legnate se risaliva a bordo.
Ma qui non è il caso di dilungarci sui sistemi di sicurezza o sulla professionalità che si trova in giro. Non finiremmo mai.
Resta solo da valutare se un epirb da polso possa essere utile in casi estremi, che tutti vorremmo evitare, sia per chi naviga che per chi si immerge in posti fuori mano, famosi per le loro correnti.
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Ciao
Roberto
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