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Sudan, terra di frontiera

Stampato da: MondoMarino.net
Categoria: Racconti
Nome del Forum: Racconti di Viaggio
Descrizione del forum: Sei appena tornato dal tuo ultimo viaggio subacqueo? Rivivilo con noi raccontando le tue avventure ed immersioni.
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Data di Stampa: 02 Luglio 2024 alle 17:14


Topic: Sudan, terra di frontiera
Postato da: Ugo Gaggeri
soggetto: Sudan, terra di frontiera
Postato in data: 03 Settembre 2005 alle 18:48
Non si deve avere paura di essere abbandonati in una sala di attesa dell’aeroporto del Cairo senza un biglietto valido per Port Sudan con le valigie situate esternamente, sul piazzale, all’entrata del terminal: va bene così! E poi che dire di uno dei primi esemplari di aeroplano della Boing, peraltro molto efficiente, e di una sistemazione a bordo libera: va bene così! Bisogna poi aggiungere le formalità doganali, lunghe, estenuanti ed inutili, una volta arrivati in Sudan con la ciliegina del ritiro del passaporto, ma soprattutto una restituzione non precisata, da parte del corrispondente locale del Tour Operator: va bene così! E se la stanchezza delle 2,30 a.m. comincia a farsi sentire non si deve mollare perché la meta è vicina.
Dopo circa un’ora Barbara ed io siamo finalmente sul Boreas, un caicco turco a tre alberi, dove facciamo la conoscenza di Valter, il nostro accompagnatore subacqueo e non, che ci fornisce le prime informazioni della vita a bordo e la nostra sistemazione. Una bella doccia e finalmente a nanna.

Alle otto dello stesso giorno, la sveglia ci viene data dal rumore fragoroso del salpa catena delle ancore: finalmente ci stiamo avviando per quelli che vengono definiti come i più bei siti di immmersione del Mar Rosso. La navigazione dura circa 3 ore, durante la quale approfondiamo le nostre conoscenze con i nostri compagni di avventura – Paola, Matteo, Claudia, Davide e Francesco, poi tre belgi e una coppia di russi – e con l’equipaggio il cui capitano è, manco a dirlo, turco.

L’ancora viene gettata a Sha ‘Ab Rumi e la prima immersione ci vede ripercorrere l’esperienza di Jacques Cousteau su quello che fu il primo esperimento di vita prolungata sul fondo marino: Pre Continente II.
L’emozione è tanta nel visitare la campana, il capanno degli attrezzi, la piccola urna contenente i resti di uno dei componenti della spedizione e poi ciò che rimane delle gabbie antisqualo. La trasparenza dell’acqua è notevole e la corrente è assente – caratteristica che ci accompagnerà per tutte le immersioni -.



L’immersione successiva viene fatta sulla punta sud sempre a Sha ‘Ab Rumi: un pianoro sabbioso con pinnacoli corallini che da 25 metri di profondità degrada lentamente e poi sprofonda negli abissi. Qui è il regno incontrastato degli squali grigi, degli squali martello che improvvisamente appaiono e scompaiono, altrettanto improvvisamente, nel blu più intenso. Ma anche tartarughe, fenomenali branchi di sweet lips, cernie giganti, pesci pagliaccio in anemoni rossi, pesci farfalla, nudibranchi e scusate chi non ho ricordato …… Il nostro campo visivo racchiudeva sempre un “signore del mare” che quasi sembrava vigilare costantemente sui nostri movimenti e spostamenti.



Dopo due giorni salpiamo per il relitto del Blu Bell situato a Sha ‘Ab Su ‘Adi, il relitto delle Toyota. Un “mistero” avvolge il suo affondamento dopo aver speronato violentemente il reef affiorante. Ora giace riverso, con la chiglia che guarda verso la superficie e la poppa che sprofonda nel blu, contornato da parte di quello che era parte del suo carico:macchine, autocarri.



Un romantico tramonto ci attende su una piccola e brulla isola tutta color ocra salve mucchi di conchiglie bianche depositate dai pescatori in chissà quante decine di anni. Gli alberi del Boreas si stagliano neri sull’orizzonte infuocato; un lento avvicinamento con il gommone nel bassofondo della marsa e siamo a bordo dove ci attende, come sempre, un’ottima cena.

La nostra prossima meta è Sanganeb, uno dei rari atolli corallini del Mar Rosso, dominato dall’alto faro. Dopo una deludente immersione alla punta nord, salvata in extremis da una nuotata tra i delfini che sembravano attenderci durante il tragitto in gommone, ci aspetta la punta sud ovest. Questo è di nuovo il regno dei “signori del mare”, grigi, martello, pinna bianca di scogliera; qui troviamo quanto questo mare può offrirci; qui ho trovato anche l’estremità distale, oramai trasformata in un pezzo calcareo, di un femore umano ……



L’ultima tappa della nostra crociera è il relitto dell’Umbria, situato al Wingate Reef proprio di fronte all’entrata di Port Sudan. Questa possente nave è stata di fatto la “prima vittima” italiana del secondo conflitto mondiale: un autoaffondamento per far si che il carico bellico destinato alle nostre colonie non cadesse in mano agli inglesi che avevano già bloccato la nave ed erano a bordo. Con l’astuto stratagemma di una esercitazione antiincendio il capitano aveva fatto evacuare la nave dall’equipaggio e, contemporaneamente, allagato le stive. Il comandante inglese a bordo non poteva che prendere atto della situazione e, appellando con un friend il capitano italiano, abbandonava la nave al suo destino. Essa giace in pieno assetto di navigazione, ancora all’ancora, su un fondale di circa 35 metri e una parte delle sovrastrutture esce fuori dall’acqua. Le sue stive sono piene di bombe ancora accatastate, di spolette, cavi elettrici, cemento, bottiglie e tre autovetture Fiat, in versione coloniale, fanno mostra di sé nella terza stiva. Purtroppo due immersioni sono troppo poche per conoscere questo relitto così carico di storia.



L’ultima notte la passiamo già ormeggiati in Port Sudan, in una sorta di raduno di quelle che sono le barche da crociera presenti in Sudan. L’ultimo giorno è l’occasione, ottenuti tutti i permessi necessari, per visitare la vecchia cittadina, oramai abbandonata, di Suakin. Situata circa 40 km a sud, la raggiungiamo con un pulmino: il percorso ci fa scoprire, nonostante il deserto, la presenza di coltivazioni di frutta e verdura e di accampamenti beduini. Suakin, essendo costruita in blocchi corallini, risulta diroccata ma possiamo ancora apprezzare, in quello che rimane, la bellezza degli edifici siano essi commerciali che case private; la causa del suo abbandono è essenzialmente la crescita commerciale, a fine ottocento, di Port Sudan.
Nel pomeriggio ci attendono, di nuovo, le formalità doganali e rivediamo, con un sospiro di sollievo, il nostro passaporto. Un aereo tutto per noi subacquei, libera scelta dei posti e, all’arrivo al Cairo, apro personalmente il portello posteriore dell’aeromobile.

Ci attende ancora una notte in Egitto prima di arrivare in Italia ma che bella “avventura”!!!
    


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Il Medico on Line non cura i pazienti, non prescrive farmaci e non sostituisce la visita medica!

Dott. Ugo Gaggeri
Medico del lavoro
Esa Diveleader Instr.




Risposte:
Postato da: stellinamare200
Postato in data: 04 Settembre 2005 alle 11:03

Complimenti!

Magnifico resoconto di un magnifico viaggio (nonostante i "piccoli"inconvenienti)!

A presto

Aida



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Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001


Postato da: teo_979
Postato in data: 07 Settembre 2005 alle 14:59

Ciao Ugo!

Come stai? Ti ricordi di me?

C'ero anch'io sul Boreas...        &nb sp;  ...sono Matteo...      ...il romano!

Le parole non basteranno mai per descrivere la favolosa esperienza Sudanese, assolutamente consigliata e da ripetere...

Un abbraccio a te e a Barbara.

A presto!

matteo




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