Ovviamente mi riferisco ai pesci delle famiglie Ciprinodontidae ed Aplocheilidae, originari delle pozze che si formano durante la stagione delle piogge in Africa, Asia Meridionale, Messico e Sud America. Sono carnivori ed alcune specie sembrano dei veri e propri "lucci in miniatura", anche se non hanno niente a che vedere con essi, se non l'aggressività. L'evoluzione ha dotato questi animali di una strategia per sopravvivere all'ambiente in cui vivono; infatti la loro vita si è ridotta alla durata di un anno o meno, tempo sufficiente per riprodursi prima che la pozzanghera si asciughi facendoli morire. Le uova rimangono coperte dal fondale fangoso e la cosa più sorprendente è che resistono al periodo di siccità, schiudendosi con l'arrivo della stagione delle piogge. In questo modo la sopravvivenza delle specie è garantita. Sempre parlando di riproduzione, una sola specie appartenente alla famiglia Aplocheilidae è ermafrodita, il Rivulus marmoratus, mentre due sono ovovivipare ed una sola presenta la pinna anale modificata nei maschi in un organo riproduttivo (gonopodio). Nel corso del tempo si è diffuso il termine "killifish", con il quale studiosi ed allevatori identificano questi pesci. Esso risale al 1624, quando gli olandesi conquistarono la parte nord orientale degli Stati Uniti portando con se la propria lingua che in piccola parte è rimasta col passare dei decenni. La parola deriva da "kill" (dall'olandese kil o kille) che nel corso del tempo ha subito variazioni di significato, passando così da alveo del fiume a piccolo corso d’acqua, da canale a ruscello. Ancora oggi a New York gli affluenti del fiume Hudson sono chiamati "kills"; Nel 1664 ebbero il sopravvento gli inglesi sulle colonie olandesi, ma isolati insediamenti in questa zona continuarono a parlare esclusivamente olandese fino ai primi dell' 800. La tradizione olandese sopravvisse e divenne un’usanza degli abitanti di lingua inglese riferirsi a questi pesci chiamandoli “kill-fish”.
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Ciao
William
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