Incidenti
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Data di Stampa: 09 Novembre 2024 alle 13:07
Topic: Incidenti
Postato da: giopei
soggetto: Incidenti
Postato in data: 10 Settembre 2004 alle 17:51
Certo è un argomento triste e difficile, ma fondamentale da considerare.
Ogni anno capitano purtroppo degli incidenti nel corso di immersioni, fatti di cui, dopo il titolone sul giornale o la comunicazione in TV, creati apposta per far stare "tranquilli" i nostri cari, non si sente + niente.
C'è qualcuno che sa se esistono statistiche pubbliche dei risultati delle indagini successive ai fatti, come avviene per gli incidenti stradali?
Dal momento che sono convinto che il sinistro, nella nostra attività, capiti sempre a seguito di un errore, materiale o di valutazione, c'è un modo per schematizzare tutto ciò?
Sarebbe utile sapere, ad esempio, se e quali sono gli incidenti ascrivibili all'attrezzatura.
Senza dubbio il DAN tiene archivi su questo, ma un calcolo di dominio pubblico, esiste?
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Risposte:
Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 13 Settembre 2004 alle 10:29
tanto per sdrammatizzare un po' la questione e tutti i ricamini che i media fanno per riempire i TG e tenere un po' attaccati gli spettatori...riempiendo gli spazi pubblicitari
fine della polemica, inizio delle considerazioni serie... giacchè non si scherza sui feriti
INCIDENTI oggi venendo in ufficio in tangenziale (45 minuti di percorrenza tipo)
Camion ribaltato e bruciato per intero o quasi all'altezza dello svincolo PERO Parabrezza e muso di carro attrezzi in pezzi stesso punto 3 Tamponamenti minori lungo il percorso cormano-Settimo Milanese Due camion fermi con pneumatici esplosi in zona tang.Ovest
C'è chi sostiene che la subacquea sia pericolosa e andrebbe regolamentata in maniera più restrittiva. Forse lavora sotto casa.
Scusate il quasi OT S.
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
Le mie modeste foto? http://www.enricoarrigoni.net - http://www.enricoarrigoni.net
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Postato da: Franco Iannello
Postato in data: 13 Settembre 2004 alle 18:19
Ciao Giorgio,
credo che il DAN, di cui sono socio, sia l'unico in Italia a riportare dettagliatamente un incidente subacqueo.
Per quanto riguarda le causa dell'incidente, pur in assenza di statistica, il 98% dei casi è da attribuire all'errore umano.
Oggi, con le tecnologie a disposizione, imputare l'incidente al cattivo funzionamento e/o al guasto dell'attrezzatura credo sia una possibilità remota.
Se ciò dovesse accadere sotto sotto c'è una cattiva e/o assente manutenzione.
Ciao
------------- ....chi non rispetta non avrà rispetto!!
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Postato da: giopei
Postato in data: 14 Settembre 2004 alle 11:09
Infatti la penso proprio come voi.
Mi incuriosiva proprio il discorso dell'attrezzatura.
D'altra parte è vero che non si sente nessuno negare l'importanza di rispettare le regole e la prudenza sott'acqua, ma statisticamente non pochi di questi andranno a centosettanta all'ora in autostrada smitragliando con gli abbaglianti.
Voglio dire, chi pensa di poter rasentare il limite in auto probabilmente lo farà in acqua, e ci penso quando parlo con chi effettua spedizioni con rischio sia pure calcolato, ma rischio evidente, e parlo di (molto) profonde, penetrazione in relitti etc.
Io per rispetto alla mia famiglia mi sono imposto regole personali che senz'altro mi faranno divertire di meno, ma resta l'incognita dell'attrezzatura.
Voglio dire, le situazioni che siamo addestrati a superare con erogatori etc., a volte si presentano o si tratta di un rischio virtuale, a parte che sia giusta la confidenza con l'attrezzatura?
E poi, esistono casistiche diciamo "nuove" con le attrezzature recenti, non ancora recepite dalle didattiche?
Ad esempio siamo tutti addestrati con le tabelle, ma tutti usiamo il computer: esistono didattiche che preparino a superare un black out o dati evidentemente errati?
Mi interessa la vostra opinione
Saluti
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 14 Settembre 2004 alle 12:40
Postato originariamente da giopei
.. non pochi di questi andranno a centosettanta all'ora in autostrada smitragliando con gli abbaglianti.
...Voglio dire, le situazioni che siamo addestrati a superare con erogatori etc., a volte si presentano o si tratta di un rischio virtuale, a parte che sia giusta la confidenza con l'attrezzatura?
...esistono didattiche che preparino a superare un black out o dati evidentemente errati?
Ti rispondo alivello personale, per punti 1(quasi OT). Io non vado a 170 all'ora da nessuna parte, nonostante un bellissimo TDM 900 da 200 all'ora echissàquanto.. il problema è che c'è ci lo fa, e mi piomba addosso massacrando me e la mia povera moto con il suo favoloso pickup da due tonnellate comperato per fare la spesa. Ovvero: la tangenziale è un luogo diventato PERICOLOSISSIMO ANCHE PER ME, ma nessuno ne parla, non fa notizia, nonostante gli incidenti nessuno pensa di cambiare le regole come invece sono tentati a fare con attività quali la subacquea e affini. Eccezion fatta per idee "rivoluzionarie" come il gratta e vinci dei punti della patente.. quello sì che salva le vite...mah
Le emergenze quando colgono di sorpresa, se non sei più che allenato e preparato per gestirle, non sempre si risolvono in un modo da "MANUALE". Faccio un esempio capitatomi 3 settimane or sono a Sharm (sì, proprio a me!): Entrata alla "francese" un po' maldestra, tanto per farsi due goliardiche risate, il secondo stadio secodario impatta sull'acqua e la membrana si sposta dalla sede, impossibile vederlo da fuori. Faccio fuori 26 atmosfere nel salto grazie all'erogazione continua, poi tutto si normalizza. Scendo, mi tengo poco fondo (15 mt.) dato che ho fatto fuori un po' di aria e voglio tenere i tempi degli altri che sono a 25, in ripetitiva... Poi mi ronza in testa che qualcosa possa non funzionare bene... provo il secondario (S600 Scubapro) e sbevazzo un po'.. qualcosa non va.. fornisce aria e acqua in misura del 50%.. riprovo per sicurezza, altra bella bevuta e... parte in continua al 100%!!! dagli un colpo, due, nulla. Indurisci la regolazione del flusso, nulla ...continua e superbolle ovunque... acchiappo la buddy alla quale mi ero avvicinato e mi faccio dare il suo secondo di scorta in un mare di bolle enormi da tutte le parti.. ora che lo metto in bocca sono rimaste 40 atmosfere (in 10 secondi in tutto) e ci ritroviamo a -3 mt in concerto fa minore per Aladin. Ovvero pallonata di 12 mt dopo 12 minuti di immersione. Manco me ne sono accorto. Già.. dovevo sgonfiare il gav e allontanare il secondo erogatore in continua, anzichè cercare di bloccarlo e farmi dare una fonte d'aria.. al momento ho cercato, senza panico vi assicuro, di assicurarmi la respirazione. Fortuna o cautela vuole che abbia scelto un profilo alto e sicuro, proprio in funzione dei dubbi avuti dopo il botto...anche se la pallonatina rimane, e i rischi connessi pure (tutto risolto bene e niente MDD!)
Non credo ciecamente al concetto della diattica.. piuttosto dell'allenamento e alla concentrazione. Strapparsi via la maschera ogni tanto, sistemarsi l'attrezzatura in acqua, farsi un'immersione a 40 metri senza che il GAV funzioni (mi è capitato) o allagare la maschera messa male con un po' di sangue che esce dal naso e a un certo punto non vedi più una mazza di colpo (pure)... serve. Non so le didattiche senza allenamento a cosa servano, credo a poco. Certo informarsi, studiare e provare in situazione controllata è molto meglio che niente e rimane un primo passo indispensabile.
Blocco del computer? beh se mi abbandona il mio Aladin e non ho con me backup di sorta (mi sto preparando ad acquistare un citizen aqualand anche per questo) cosa faccio? saluto tutti, segno al divemaster per regolarci se le condizioni necessitano la presenza della mia buddy (quasi indispensabile, direi), risalgo/risaliamo ad una lentezza esasperante o con il suo finchè abbiamo aria.. insomma fine dell'immersione e risalita lumaca, più sostino "chenonfamaimale" a 4-5 mt appeso al pallone che non lascio mai a terra, ma sempre nella tasca del gav, con tanto di cordino tagliato su misura per le soste!!!
Scusate l'intervento prolisso S.
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: protesilao
Postato in data: 14 Settembre 2004 alle 14:51
Ciao Sasuke,
non ti fidare troppo dell'Aqualand, io l'avevo ed in risalita segnava i tre metri a due!
Incuriosito ne ho testati una decina in camera iperbarica con un manometro di precisione ( di quelli a mercurio utilizzato in un impianto ove si effettuano immersioni in saturazione) della massima affidabilità e risultano tutti imprecisi, specialmente carenti nel marcare la quota massima, quasi sempre per difetto ed inaffidabili alla basse quote, proprio quelle degli stops.
Il mio modesto suggerimento è:
utilizzate pure il computer, normalmente più restrittivo delle tabelle U.S.Navy, ma trovate un posticino per le classiche tabelle, inoltre impiegare un orologio che"faccia solo" l'orologio ed un profondimetro (più affidabili i digitale) che faccia solo il profondimetro.
Un caro saluto,
Antonio
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: LucidiMare
Postato in data: 14 Settembre 2004 alle 17:00
La disavventura di Sasuke, mi sembra che dimostri come l'affidabilità dell'attrezzatura, moderna o meno, non debba essere considerata una certezza, ma debbano comunque essere prese misure di sicurezza alternative (il piano B dei film americani per intenderci).
La prima e più efficace è l'immersione di coppia. Un compagno, se si comporta effettivamente come tale, è di fatto un completo raddoppio di tutta la nostra attrezzatura. Altri strumenti, altra aria e, cosa che non guasta, altra testa.
Poi ci sono le nostre doppie attrezzature, anche se l'ormai universale configurazione "octopus" ( i due secondi stadi attaccati su un unico primo) riducono di molto la possibilità di risolvere in autonomia i problemi.
La tua erogazione continua non si risolve facilmente con un unico primo stadio.
C'è un altro aspetto che spesso vedo trascurato in mare: Il controllo dell'attrezzatura.
Immediatamente prima di entrare in acqua vanno controllati tutti gli strumenti e provati gli erogatori. La stessa cosa va ripetuta appena sotto la superficie.
L'orologio è ok e se lo prevede è entrato nella modalità "dive"?
Il computer è partito?
I due secondi stadi danno aria?
Carico e scarico del gav funzionano?
e il manometro che segna?
(con il compagno) ci sono perdite d'aria dalla rubinetteria, fruste,etc?
Cose più lunghe a dirsi che a farsi (si verificano in non più di 30 secondi durante la prima fase della discesa).
Comunque la sicurezza assoluta non esiste, i report del DAN sono pieni di persone che non hanno fatto nulla di sbagliato (ora con i profili dei computer è facile verificare le affermazione degli interessati) ed hanno avuto comunque problemi.
L'attività sub comporta comunque un certo margine di rischio, non maggiore di andare in giro in moto, ma di cui bisogna essere consapevoli.
Chiudo con la gestione delle emergenze: è vero che quando ti capita è sempre inaspettata, ma essere preparati ad affrontarla (anche con piccole e stupide simulazioni) può essere di grande aiuto nel risolverla.
Un saluto a tutti massimiliano
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 14 Settembre 2004 alle 17:08
Didattica, tante simulazioni, allenamento ... aggiungerei in coppia, se possibile. Quanti di noi hanno provato le manovre di emergenza con il proprio buddy? Sareste davvero sincronizzati e tempestivi se uno dei due avesse un problema?
ps. ovviamente dopo il tutffo e le prime 26 atmosfere ho provato a pelo d'acqua il secondo erogatore... pareva fosse tutto ok.. pareva. Ecco il perchè delle verifiche a -15. Probabilmente era lì lì.. è bastato aprirlo e riposizionare la membrana al silicone in sede per recuperarlo al 100% (testato in immersione successiva :) )
pps. statisticamente ti posso assicurare che girare in moto, anche con la massima prudenza che non significa solo velocità ridotta, è MOLTO più pericoloso.
Ciao! S.
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: LucidiMare
Postato in data: 14 Settembre 2004 alle 17:36
L'elenco delle prove non era un messaggio subliminale per te...
Vedo semplicemente che ben pochi le fanno.
Nella fattispecie mi sembra di aver capito che se non la facevi per niente sta prova a -15 era anche meglio.
(Volendo proprio trovare qualcosa da criticare direi: "tuffi e buoi dei paesi tuoi")
Quanto alla moto (che uso) oltre agli errori personali ci sono anche quelli di chi di sta intorno, sott'acqua il fenomeno è più limitato.
Ciao
massimiliano
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Postato da: LucidiMare
Postato in data: 14 Settembre 2004 alle 18:29
Per tornare alla righiesta di Giorgio, oltre al sito DAN già segnalato, ho trovato dei dati qui:
http://www.bsac.org/techserv/increp98/statistics98.htm - http://www.bsac.org/techserv/increp98/statistics98.htm
Sito inglese che raccoglie le segnalazioni di incidenti e che riporta delle statistiche anche suddivise per categoria.
Ciao
massimiliano
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Postato da: giopei
Postato in data: 15 Settembre 2004 alle 01:18
Ok, direi che l'argomento lanciato ha trovato di che alimentarsi.
E vedo che siamo tutti d'accordo sulle cose fondamentali: addestramento+cautela+testa a gestire il tutto.
Mi ritengo (auspicabilmente) in grado di gestire un imprevisto risolvibile con il sangue freddo ed il raziocinio proprio perchè l'addestramento, ricevuto in corsi secondo me all'altezza delle aspettative, mi hanno già dato una serie di risposte da adattare a vari casi che si possono presentare.
Mi chiedevo proprio quale potesse essere una raccolta di casistiche di situazioni da esaminare, per arricchire così un bagaglio, che si spera sempre rimanga teorico, di potenziali situazioni impreviste, come ad esempio quella citata dell'erogatore.
Quest'autunno seguirò il corso Rescue, che considero fondamentale nella formazione di un subaqueo, altri input arriveranno da quella strada.
Grazie per la chiacchierata, vediamo cos'altro viene fuori.
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: protesilao
Postato in data: 15 Settembre 2004 alle 09:02
Ciao a tutti,
certo andare in acqua è immensamente meno rischioso che andare per strada, da noi in MM gli incidenti subacquei sono perlopiù irrilevanti mentre durante i trasferimenti per strada gli incidenti più o meno gravi sono purtroppo meno rari.
Per la sicurezza in immersione la presenza del compagno è indispensabile, per tornare ad un esempio presente nella discussione, in caso di non funzionamento del computer, si può tranquillamente terminare l'immersione seguendo i dati degli strumenti del compagno; inoltre, mi ripeto, avere sempre un'alternativa, portare sempre con se orologio , tabelle e profondimetro, anche se utilizzo il computer, non manco mai di consultare le tabelle perchè uno strumento è sempre uno strumento e potrebbe all'improvviso non funzionare, è un pò come per la navigazione, oggi si impiegano gps che fanno tutto, ma chi è ancora in grado di usare gli strumenti tradizionali? Chi si ricorda che il sole sorge ad est e tramonta ad ovest, chi ricorda dov'è il nord senza bussola? Naturalmente è elementare, ma bisogna essere abituati altrimenti non ci si pensa.
Tornando alle immersioni, è utilissimo, anzi indispensabile un check dell'attrezzatura con il compagno, ogni tanto, magari alle fermate per passare il tempo non sarebbe male esercitarsi alla respirazione a due con un solo erogatore; per maggior sicurezza poi è meglio montare sull'A.R.A. due erogatori indipendenti e non due secondi stadi su di un solo primo.
Per tornare alle casistiche degli incidenti, le Forze Armate di tutti i Paesi hanno i profili di immersione di tutte le attività subacquee svolte e naturalmente degli incidenti, lo stesso dicasi per i centri di medicina iperbarica, tutto ciò soprattutto per fini di studio; l'U.S. Navy , per esempio ha circa 15.000 subacquei che rappresentano un vastissimo "laboratorio di ricerca", in misura minore ciò avviene anche nelle altre Marine.
La maggior parte degli incidenti subacquei in ambito ricreativo sono imputabili all'uomo , mentre in campo professionale è maggiore la percentuale di incidenti dovuti alle apparecchiature ed a fattori ambientali.
Durante un convegno medico a cui ho assistito di medici iperbarici è venuto fuori che i metodi di immersione dei diving sono i più pericolosi, addirittura alcuni medici li consideravano suicidi, in campo professionale naturalmente l'immersione è molto più regolamentata e meno...libera, è impensabile gettarsi in libera, ma si è vincolati da collegamenti fisici con la superficie, campane per la discesa e risalita, collegamenti audio, camera di decompressione sul natatnte da dove si effettuano le immersioni, ecc., ecc., naturalmente tutto ciò toglie il gusto ed il piacere di una bella immersione libera.
Naturalmente, è ovvio, la certezza assoluta di poter far fronte ad un incidente, non esiste, ma con l'addestramento continuo ( ripeto sempre che il brevetto è un punto di partenza, non un punto d'arrivo) aumentano considerevolmente innanzitutto le probabilità che questo non si verifichi e nel caso avvenga si è preparati per affrontarlo.
Ottima l'idea di frequentare un corso "rescue"ma a livello più semplice sarebbe bene che tutti i subacquei e loro assistenti frequentassero ogni anno un corso di resuscitazione cardio polmonare, il classico CPR che si può svolgere anche in poche ore nell'ambito di una giornata.
Un saluto
Protesilao
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 15 Settembre 2004 alle 09:46
Postato originariamente da LucidiMare
L'elenco delle prove non era un messaggio subliminale per te... Vedo semplicemente che ben pochi le fanno. Nella fattispecie mi sembra di aver capito che se non la facevi per niente sta prova a -15 era anche meglio. (Volendo proprio trovare qualcosa da criticare direi: "tuffi e buoi dei paesi tuoi") Quanto alla moto (che uso) oltre agli errori personali ci sono anche quelli di chi di sta intorno, sott'acqua il fenomeno è più limitato.
Non me l'er opresa solo ho dato qualche dettaglio in più per far capire meglio la dinamica dall'inizio (check attrezzature in barca) alla pallonatina... Direi che in linea di massima senza fare la prova in "situazione controllata e buddy avvisato" il problema non si sarebbe presentato... però, come condividerai, volgio avere la sicurezza che l'attrezzatura che utilizzo sia in condizioni perfette. Ecco perchè non ho voluto rischiare disfunzioni in immersioni successive anche se apparentemente in superficie tutto era a posto. Insommalo rifarei. Magari a 5 metri, ehehehe
Quella dei buoi non l'ho capita.
In merito alla moto, diciamo che escludo a priori i potenziali suicidi che trascorrono i fine settimana a piegare e schizzare da un lago e passo all'altro convinti di emulare Loris Reggiani e compa ma su strade statali piene di ciottoli e asfalti sconnessi... Il punto è che in moto, così come in macchina ma spesso senza le stesse conseguenze, sta diventando IMPOSSIBILE evitare prima o poi incidenti. Da motociclista, come me, penso avrai lo stesso terrore delle jeep cittadine che ho io. Se non ce l'hai beh.. o è una mia pippa, opure viviamo la moto in modi diversi!
Tanto per restare in tema LAMPS!
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: LucidiMare
Postato in data: 16 Settembre 2004 alle 16:24
Nel mio uso prevalentemente cittadino, guardo con timore un po' tutto quello che circola, direi a partire dalle Smart...
Per l'immersione provo a dirla così:
se l'entrata che hai fatto si chiama "alla francese" (e se è quella che penso io), suggerivo, forse po' banalmente, di rivolgersi al mercato nazionale e adottare più consolidate tecniche nostrane.
Con simpatia
massimiliano
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 16 Settembre 2004 alle 17:20
Già! bando alle entrate alla francese e alla goliardia!
io mi rivolgo al classico passo del gigante che male non fa mai... ma c'era il burlone che insisteva perchè tutti provassimo a fare un po' di scena.. sai le crociere.. il gruppo... etc..
Purtroppo quando io seguo queste iniziative mi succede sempre qualcosa... ma stavolta è stata l'ultima!
;)
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: b.b.
Postato in data: 19 Ottobre 2004 alle 10:41
"Ad esempio siamo tutti addestrati con le tabelle, ma tutti usiamo il computer: esistono didattiche che preparino a superare un black out o dati evidentemente errati?"
Arrivo in ritardo per questa domanda, ma purtroppo solo ora ho scoperto questo forum e lo sto esplorando un po' alla volta...
Vorrei rispondere a GioPei che esiste una didattica americana relativamente nuova, ma già molto conosciuta e già molto discussa, soprattutto in ambiente tecnico, la GUE, che ha abolito l'utilizzo del computer, ma non so dirti molto sulle tecniche utilizzate; credo si basino su tabelle facilmente memorizzabili e programmazione pre-immersione. Forse questa visione è un po' estremista, ma potrebbe essere interessante utilizzare le procedure proposte da loro senza per forza convertirsi anima e corpo alla loro didattica... se ti può interessare curiosare un po' su questo argomento: http://www.portofinodivers.com - www.portofinodivers.com
------------- b.b.
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Postato da: giopei
Postato in data: 19 Ottobre 2004 alle 11:35
Ciao b.b., e grazie della risposta "tardiva".
Fa piacere che anche gli argomenti + vecchi vengano spulciati a distanza di tempo.
Ho dato un occhio a Portofinodivers: sito molto bello ed elegante, trasmettono subito che operano su una fascia diversa da quella mia di povero mortale ;-)).
Interessante tornare alle origini, facendo a meno della tecnologia esasperata, ma IMHO negare del tutto le semplificazioni che ci può dare mi pare eccessivo, o meglio, fine a se stesso.
Come considerazione + generale, le didattiche, senz'altro più complete, di questo livello, mi sembrano destinate a chi ha proprio tanto tempo (e tanti soldi) da dedicare alle attività ricreative; sono d'accordo che non si finisce mai di imparare, in questo + che in altri campi, ma se anche quei tre quarti d'ora che passo sott'acqua mi sento sotto esame decido di dedicarmi all'abbronzatura una volta per tutte....!
Ciao e grazie per la dritta!
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: b.b.
Postato in data: 19 Ottobre 2004 alle 12:06
hai ragione, l'investimento di tempo e di denaro è senz'altro notevole per dedicarsi alle discipline tecniche, e concordo con te che il bello dello stare sott'acqua è anche quella dose di "inconsapevolezza" e di "leggerezza" che ci accompagna nel blu, ma, a quanto dicono questi signori, il fare propri certi principi, per loro (forse non a torto) elementari ma per noi, paradossalmente, rivoluzionari, ci renderebbe ancora più sicuri e pronti ad apprezzare appieno quello che là sotto succede, anche e soprattutto a livello ricreativo...mah... quando mi deciderò a provare ti farò sapere...
------------- b.b.
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 06 Novembre 2004 alle 13:42
volevo dire la mia riguardo al mancato funzionamento del computer in acqua. dunkue ci sono le seguenti cose da portare con se x l'immersione: orologio con ghiera , profondimetro e tabelle, se il computer ci abbandona si prende la profondità massima sul profondimetro si guardano le tabelle e si calcola l'immersione come se fosse stata quadra alla profondità massima data dal profondimetro e si guarda quanto tempo è passato dopo di che seguire le istruzioni o interrompere l'immersione........ x la velocità di risalita beh li sapete come si fa a risalire in maniera sicura.....................ehm ho tralasciato la cosa piu importante da portare sotto: il cervello, un computer che segna dati assurdi è un computer che apparentemente funziona xciò la conoscenza dei suoi dati è fondamentale dietro agli strumenti ci vuole senpre il sub che ragiona, siamo noi che li portiamo appresso nn il contrario...... p.s. a me è capitato gia due volte ma nn ho fatto cosi, mi sono affidato a quelli del compagno ciao a tutti e buone bolle
------------- formixnolimits
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 08 Novembre 2004 alle 14:20
Postato originariamente da formixnolimits
...ehm ho tralasciato la cosa piu importante da portare sotto: il cervello... p.s. a me è capitato gia due volte ma nn ho fatto cosi, mi sono affidato a quelli del compagno ...
UH? Mi pare tu sia in contraddizione sul da farsi?!?? Quindi non hai interrotto l'immersione? Posso chiederti perchè? Non dovevi/potevi calcolare tempo rimanente e profilo di risalita con il tuo profondimetro di scorta, le tabelle etc??
Oppure, come tutti noi a parte i veri sub appassionati e preparati al limite della didattica, conosci cosa fare "in teoria" ma poi all'atto pratico conti e ti affidi alle attrezzature e alle tecnologie, tanto da non rispettare veramente quella che è la regola, ovvero: interrompere l'immersione e uscire utilizzando tabelle etc.. ???
Il tutto perchè il tuo compagno che ha fatto un profilo "abbastanza simile" al mio ha un computer che funziona? metodo empirico insomma..
Non è una critica, intendiamoci, anche io farei così. Ma testimonia quanto il sub "medio" in realtà interpreti la sicurezza e non applichi quello che la maggiorparte delle didattiche indicano. Insomma ci piace giudicare il rischio in prima persona.
Ciao
Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: scubabob
Postato in data: 08 Novembre 2004 alle 15:34
Postato originariamente da sasuke
Oppure, come tutti noi a parte i veri sub appassionati e preparati al limite della didattica, conosci cosa fare "in teoria" ma poi all'atto pratico conti e ti affidi alle attrezzature e alle tecnologie, tanto da non rispettare veramente quella che è la regola, ovvero: interrompere l'immersione e uscire utilizzando tabelle etc.. ???
Ciao a tutti,
mi sono letto i vari messaggi, tutti contengono cose vere e corrette, però io vorrei ribadire due semplici cose: esperienza e buonsenso. I corsi (quelli fatti seriamente) sono molto importanti. Ma poi bisogna fare pratica. Se fai tante immersioni, non hai bisogno di simulare, qualche imprevisto capita e poco alla volta si impara a reagire con calma e lucidità. Personalmente porto computer e orologio, ma nessuna tabella. Semplicemente perchè non saprei dove metterla (si, in tasca) ma con tutte le cose che ho e le mani sempre impegnate, il tirarla fuori e consultarla sarebbe in ogni caso problematico. In due occasioni il mio vecchio computer, dopo una decina d'anni di onorato servizio, ha dato i numeri. Mi sono adeguato a quelli, una volta facendomi addirittura 35 minuti di deco, quando ne avrei dovuti fare 6, in base ai dati dell'immersione. Fortunatamente l'aria mi è bastata... In caso di problemi al computer credo che, con un minimo di esperienza, non sia difficile fare una risalita lenta e portarsi in zona di sicurezza, attorno ai 5 metri e li passare il tempo residuo, ben oltre i soliti 3 minuti. Le emergenze vere, quelle in cui le tabelle non servono, sono quando hai avarie all'attrezzatura o problemi con brutte correnti, quelle che ti trascinano sotto e ti devi aggrappare aspettando il momento giusto per mollare l'appiglio e spostarti in zona più sicura o risalire. Oppure quando non vedi più niente, con la visibilità azzerata. Sono situazioni che succedono, e in quei casi contano solo l'esperienza e il buon senso. Nessun corso può simulare l'emergenza che un giorno affronterai, ma può comunque insegnarti a prevederla, a controllare la situazione, ad agire, nei momenti critici, tenendo sempre presente come affrontare un'emergenza in quel punto e in quelle condizioni.
Il computer lo guardo ogni pochi secondi, è un riflesso automatico, non posso farne a meno. Per cui so sempre a che profondità sono e quanti minuti mi restano per restare in curva. E questo mi ha aiutato in alcune emergenze.
Certe regole di sicurezza sono sicuramente valide, ma sono rivolte alla massa generale dei subacquei. Credo che col tempo poi ognuno sviluppi delle proprie regole, adattandole al tipo e luogo dell'immersione. Certe cose, come il controllo delle attrezzature, devono essere inculcate nei corsi, devono anch'esse diventare riflessi automatici. Non poche volte ho visto gente entrare in acqua con la bombola chiusa. Sembra impossibile che non abbiano controllato, ma è così. Sarebbe bastata una pompatina al Gav per vedere se era aperta, eppure evidentemente non lo avevano fatto.
Non ricordo chi avesse parlato del corso Rescue. Per me è stato il corso forse più interessante, perchè ti apre gli occhi sul fare immersioni non più al seguito e in maniera passiva, ma cominciando a tenere un po' d'occhio il gruppo, chi ti è sembrato una potenziale causa d'emergenza, prevedendo e anticipando mentalmente eventuali operazioni correttive. Personalmente ho dato molta importanza anche al first aid, che ho fatto però con la Croce Rossa, perchè non mi interessa avere in tasca un brevetto, ma sapere cosa fare in caso di emergenza medica. Sono spesso in luoghi remoti, o mi capita di navigare su barche a vela, dove gli incidenti sono frequenti. Quindi mi interessava imparare qualcosa, principalmente pensando a me stesso. E anche quello è servito, in varie occasioni. Riguardo al CPR, non è stato facile poterlo fare con la Croce Rossa, perchè, visti i rischi dell'operazione, non fa parte del corso di primo soccorso. Però siamo riusciti a farlo lo stesso.
Spesso sento fare delle domande del tipo: dopo quante immersioni posso fare il corso X? Le didattiche prevedono un numero minimo di immersioni, ma anche questo è molto relativo. C'è modo e modo di fare immersioni, quindi credo che la domanda giusta che ognuno dovrebbe porsi sia: "Sono pronto per il corso X?"
Morale di tutta questa lunga tiritera: corsi, immersioni, buon senso, metterci sempre del proprio, non seguire sempre passivamente il sedere di chi ci è davanti, imparando così la navigazione, essenziale per la sicurezza. Fare esperienza, tanta, con umiltà. Imparare le regole per imparare subito dopo a come adattarle a noi stessi, al nostro fisico e al nostro modo di immergerci.
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Ciao
Roberto
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Postato da: LucidiMare
Postato in data: 08 Novembre 2004 alle 19:19
Bravo Roberto, mi è piaciuto molto il tuo intervento. Condivido del tutto il tuo punto di vista sull'esperienza e sulla piccola rivoluzione che si compie quando smetti di seguire passivamente qualcuno e incominci ad essere prima autonomo e poi diventi magari a tua volta punto di rifermento per altri.
Da questo punto di vista credo che anche svolgere attività didattica, sia una esperienza molto formativa.
Un saluto
massimiliano
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Postato da: Franco Iannello
Postato in data: 08 Novembre 2004 alle 19:46
........chissà perchè non riesco mai a contradire the big Robert.
Quoto tutto e aggiungo: rispetto, rispetto, rispetto per se stessi, per gli altri, per il mare.
------------- ....chi non rispetta non avrà rispetto!!
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 08 Novembre 2004 alle 20:11
volevo replicare alla risposta di sasuke ............... eheheh dunkue innanzitutto avrai notato che ho scritto alla fine cosa mi è successo potevo nn farlo cosi facendo una piu bella figura giusto? ma proprio nn mi importa niente, l'ho fatto apposta.............. l'ho fatto per sottolineare questo punto.si perchè io credo che nessun subacqueo che si trova in quella situazione ed ha un compagno che è sempre stato vicino tiri fuori le tabelle ecc. ecc.(premetto che quando è successo avevo un altra ottica della subacquea ma se ricapitasse mah.. chi lo sa? ricordati che ci sono molte soluzioni adattabili alla situazione cosa che viene insegnata in molti corsi) se ti trovi da solo è diverso...........siccome nessuna didattica ti insegna a fare cosi(seguire il compagno)sicuramente è sbagliato nn credi? ho voluto lanciare un sasso.
ehm nn ho capito che vuoi dire "a parte i veri sub appassionati e preparati" nn ho prorpio capito....sarei il contrario? nel messaggio precedente ho pure detto che la cosa piu importante è il cervello,come ha detto robertbob buon senso esperienza e "riflessi automatici" capito? quella era la parte importante.............
saluti dal sub medio...............................
------------- formixnolimits
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Postato da: giopei
Postato in data: 08 Novembre 2004 alle 20:56
Mi sembra di capire che Sasuke si inserisca per primo, con tanti altri, nella fascia del mediosub. cioè "a parte da i veri sub appassionati e preparati", certamente in maniera provocatoria e scherzosa.
Diciamo pure che c'è immersione ed immersione, sempre salvaguardando la sicurezza e con il rispetto che dobbiamo a noi stessi ed alle difficoltà che andiamo ad affrontare.
Un'immersione con poca visibilità a trentacinque/ quaranta metri, al limite od oltre la curva, sarà gestita diversamente da una passeggiata tra i quindici e i venti metri in mezzo ai raggi del sole. In tanti casi anch'io, che mi ritengo prudente senza essere ossessionato, utilizzerei quei margini di sicurezza entro cui sappiamo comunque di stare agendo, se non forziamo la mano.
Il problema con il computer era naturalmente un esempio, molto meno drammatico della rottura di una frusta HP, ad esempio, o del blocco di un primo (ed unico) stadio a causa di sabbia nella bombola, come accaduto ad un amico in Mar Rosso.
Il topic proposto non vuole e non può essere una risorsa per superare i problemi, ma sta venendo fuori un apporto secondo me molto interessante di "stili" di fare subacquea, tutti che mettono in primo luogo il ragionamento e l'attenzione continua al proprio operato, cosa molto meno scontata di quanto si creda.
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 09 Novembre 2004 alle 14:46
Colpito nel segno giopei! Non mi vergogno di autodefinirmi un mediosub.. medicrità insomma. Interpreto le didattiche, la situazione per giudicarne la sicurezza e regolarmi di conseguenza.
Ho però le mie fissazioni: non mi fido ciecamente delle tecnologie, piuttosto le studio perchè odio portarmi dietro una "scatola nera"... prima di ogni viaggio sub smonto per bene fruste e tappini, pulisco e lubrifico tutti gli oring o li sostituisco; inoltre mia compagna inseparabile è la cassetta degli attrezzi e ricambi... Credo fermamente che la tecnologia sia in sè fallace, ma affidabile se manutenuta, insomma... MAI andrei a fare un'immersione fonda in luoghi in cui gli standard di affidabilità e manutenzione sono quantomeno discutibili (Mar Rosso!!!) QUELLO SI' CHE E' UN RISCHIO!!!
Altro rischio sono le guide... partire dal presupposto che per diventar guida si debba avere delle capacità.. non è così. come la patente.
Quindi seguire guida o teoria pedissequamente mi pare una caprata.. ma neanche si può pensare (per dei profili ricreativi senza stress particolari per attrezzature e sub) di scendere con 2 o 3 di tutto!! Non lo trovo per niente sicuro, in quanto tutta quella roba che penzola o riempie i tasconi mi sarà d'ingombro nel momento del bisogno.. quindi ridondanza sì, ma a costo quasi zero, se possibile! C'è un limite di oggetti posizionabili in punti "raggiungibili" in condizioni di bisogno.. e questo non va superato a meno di correre ulteriori rischi, a mio parere.
Mi sono appena comprato un orologio nuovo perchè il mio aveva più di dieci anni... ho preso un citizen Aqualand II..che bene o male farà da profondimetro di backup.. ma in realtà lo trovo un bell'orologio.. questo per me è il compromesso giusto. Le tabelle, per i profili in curva che faccio, le lascio a casa, neanche in barca. In caso di malfunzionamenti vari interrompo l'immersione o esco col compagno dopo tappa più lunga del necessario per cautela. Aggiungo , per dovere di cronaca, che ho sempre una mano almeno impegnata per reggere lo scafandro e il flash esterno.. dato che fotografo sott'acqua.
Per stimolare e sdrammatizzare un po' la discussione mi permetto di elencare un set di piccoli incidenti capitati al sottoscritto in due anni e mezzo (130 immersioni), se volete poi li discutiamo con calma:
- Affanno e quasi panico a -47 mt (BR20 Ventimiglia) con condizioni orribili di corrente e visibilità penosa... avevo 20 immersioni e non ero pronto. Oggi lo rifarei tranquillamente.. - Allagamento della maschera con il sangue che usciva da un capillare del naso rotto a -30.. tipo che di colpo vedo tutto nero tirando sul la testa... altrochè svuotamento.. ti chiedi se ti è saltata la retina! - Brevetto Deep: Ottenuto senza GAV. Per un eccessivo zelo nella manutenzione ho riattaccato il corrugato perdendo la guarnizione.. risultato la sacca non teneva. Ho passato 40 minuti a fare freeclimbing in parete (bella fatica risalire da -40) e ho scoperto, o meglio realizzato, che il GAV è un lusso "facoltativo" e che con due mute sono in grado di scendere con 4 kg e non 6 eheheh - Con un goliardico e inutile ingresso alla francese ho schiantato sull'acqua il secondo stadio di riserva, aprendone la membrana e svuotando un 4o di bombola... non contento per provarlo a -15 (dubbi ne avevo) m'è partito in continua senza più fermarsi: bombola vuota in 10 secondi e pallonatina con buddy al seguito...
Sotto con gli insulti e i commenti!!!!
Posso orgogliosamente dire che assieme alle simulazioni e agli esercizietti, con un po' di sfiga pratico anche le emergenze vere.. metodo migliore per restare in allenamento e mantenere il sangue freddo!!!
Ciao Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
Le mie modeste foto? http://www.enricoarrigoni.net - http://www.enricoarrigoni.net
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Postato da: Franco Iannello
Postato in data: 09 Novembre 2004 alle 17:49
Ciao Enrico,
Postato originariamente da sasuke
Sotto con gli insulti e i commenti!!!!
perchè forse qualcuno non ha mai avuto problemi?????
Forse è meglio stare zitto e non raccontare nulla per apparire un superman e/o superwoman??????
A che pro??????
Nessun commento ne insulto!!!
Quanto descritto è un consiglio a non sbagliare.
Ciao
------------- ....chi non rispetta non avrà rispetto!!
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Postato da: LucidiMare
Postato in data: 09 Novembre 2004 alle 19:45
Aggiungo che spesso per imparare "per bene" si passa attraverso ad una serie di errori che se analizzati con l'onesta intellettuale che Enrico dimostra di avere valgono molto di più di suggerimenti ed insegnamenti esterni.
Credo che oggi posso dire di aver imparato qualcosa da Enrico.
Grazie
massimiliano
per sbagliando sbagliaa non sbagliare si passa prima
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Postato da: giopei
Postato in data: 09 Novembre 2004 alle 19:59
Supporre di avere esperienza senza aver mai fatto autocritica è una contraddizione lampante, anche se tanti pensano di saperla molto lunga, avendo sempre visto sbagliare gli altri.....
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 09 Novembre 2004 alle 23:52
altro rischio sono le guide?che significa?nn ti sei mai chiesto invece quali sono i rischi x le guide?guarda nn aggiungo altro perchè nn trovo propio nulla di costruttivo in quello che dici p.s. ricordati che gli imprevisti e gli errori bisogna prevenirli
francesco
------------- formixnolimits
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 10 Novembre 2004 alle 09:48
Postato originariamente da LucidiMare
Credo che oggi posso dire di aver imparato qualcosa da Enrico. massimiliano
Commosso sinceramente ti porgo il mio saluto, massimiliano. Più mi confronto con te tra fotosub e altri argomenti, più mi convinco tu sia una persona molto intelligente e acuta. Grazie anche ai commenti dei moderatori e degli amici sub. Spero che una testimonianza come la mia serva a trasmettere come l'imprevisto possa allenare il sub ad acquisire l'autocontrollo e la tranquillità indispensabili sott'acqua, SEMPRE... sono quelli i fattori, secondo il mio modesto parere, che ti salvano la pellaccia in molte occasioni, molto più di altri.
Detto questo mi convinco sempre di più che sia giunto il momento per il corso Rescue.. mi sento maturo e consapevole, in un certo senso, per dargli il giusto peso. Se qualcuno tra voi più esperti sà consigliarmi più che una didattica (che solo sigla rimane per me) un circolo/scuola/diving/istruttore ...beh raccoglierò molto felicemente l'invito.... vi prego nonmi consigliate un fanatico ex incursore, però! ;)
FORMIXNOLIMITS: Cerca di non travisare la mia affermazione:rispiego.. - il fatto che uno faccia la guida NON SIGNIFICA NULLA. Ha un brevetto da Divemaster, l'abilitazione a farlo e la fiducia di chi gestisce il diving. Più o meno come chi ha la patente è autorizzato a condurre un mezzo ma può rivelarsi un totale imbecille, scusami la franchezza. Il mondo sub è pieno di racconti di sub allarmati da guide della domenica che li hanno mollati in corrente, in mezzo al mare perchè hanno finito l'aria prima degli altri, che hanno proseguito come se nulla fosse quando n sub aveva dei problemi, mentre in barca martellavano gli zebedei per farti fare un qualche costoso brevetto in tre giorni. E poi ci sono le guide zelanti, chi soccorre i membri del gruppo, chi ti salva da pallonate se sei alle prime armi o semplicemente prima di scendere trasmette informazioni sul luogo, i fondali la fauna.. nozioni di biologia che permettono aai sub di diventare consapevoli più che banali spettatori a tempo.
Tutti sono guide, io dico di non fidarmi di nessuno PERCHE' E' UNA GUIDA. Potrebbe essere un imbecille. tutto qui. Spero sempre di stringergli la mano alla fine della vacanza. L'ho ftto alcune volte, altre no.
RISCHI DELLA GUIDA: Beh, permettimi di essere lapidario. Fare la guida è una scelta, mica un dovere. Comporta dei vantaggi e dei rischi; rischi in misura maggiore se esistono scuole e istruttori che brevettano dei disperati... ergo non mi FIDO NEANCHE DI UN ISTRUTTORE... La bravura di una guida nei confronti del gruppo te l'ho già descritta (per come la vedo io).. nei propri confronti invece sta nell'identificare il livello dei partecipanti, eventuali personaggi incapaci e problemi PRIMA che si verifichino..e scegliere l'immersione giusta in base a questo. Se poi per ogni guida ci sono 15 sub.. questo è un altro problema.. della guida stessa e del diving/tour operator..
A parte quest'ultima cosa mi permetto di consigliare a tutte le guide che non accettano la situazione e/o si ribellano a certe situazioni pericolose.. di fare a meno di fare la guida e godersi le immersioni, loro vero passione.
Io la penso così, e da semplice sub cerco di dare il mio supporto attivo alla guida e al gruppo se posso... ma la guida non sono io, alla fine.
Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: ilariasd
Postato in data: 10 Novembre 2004 alle 19:36
Ciao!
concordo pienamente con quello che dice sasuke...io sono guida e tra non molto istruttore presso il mio circolo sub...io personalmente non voglio e non me la sento di portare sott'acqua più di 4 persone alla volta per un fatto di sicurezza e per avere tutto sotto controllo...naturalmente presso i diving le cose saranno diverse (non so cosa succede lì perchè non li frequento...). Grazie a queste regole che mi sono data e ho imposto agli altri non ho mai "perso" e fatto correre rischi a nessuno e da quello che mi dicono finita l'immersione sono tutti contenti perchè hanno imparato qualcosa...è vero poi il discorso che si sceglie di fare le guide e/o gli istruttori e quindi si sa che si va in acqua per far fare l'immersione agli altri e non per se stessi...quando voglio farmi i cavoli miei e fotografare ci vado da sola (...nel senso che vado con un mio pari grado o superiore).
Ilaria |
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Postato da: nacio
Postato in data: 11 Novembre 2004 alle 00:42
Concordo pienamente con quanto dice Sasuke, sono un istruttore ora in fase "non attiva" per mancanza materiale di tempo da dedicare ai corsi, non ho mai fatto la guida per lavoro, anche se in passato ho collaborato con diversi diving, anzi, spesso mi sono affidato a delle guide e devo dire che è vero che esistono degli ottimi professionisti ma è altrettanto vero che come dice l'amico Sasuke esistono pure tanti emeriti imbecilli che si divertono a fare i fenomeni. Solo un esempio, quando ti capita una guida come la ragazza dell'Holiday Service di Sharm che è capitata a me qualche anno fa, che appena saliti in barca senza nemmeno conoscerci ancora, esordisce con fare da fenomeno con la frase "io respiro quando mi ricordo" capisci subito di avere a che fare con un imbecille, poi quando vedi che arrivati sul Thistlegorm, con condizioni di mare ottimali ci mette ben 75 minuti per sistemare la cima al relitto e noi su in barca con muta e attrezzatura addosso e tutte le imbarcazioni arrivate dopo di noi che permettevano ai loro subacquei di tuffarsi nel giro di 10 minuti, hai un'ulteriore conferma che di quella persona non ti puoi fidare più di tanto. C'è di bello che con un po di attenzione si capisce subito se una guida è valida o meno.
Ciao
P.S. Lungi da me l'intenzione di screditare l'Holiday Service di Sharm, diving che considero ottimo con degli ottimi professionisti che rispettano scrupolosamente (anche troppo) tutte le regole a cui mi sono affidato in passato e sicuramente mi affiderò in futuro. Purtroppo evidentemente qualcosa è sfuggita anche a loro.
------------- Nacio
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 11 Novembre 2004 alle 21:00
buonasera, a questo punto mi sento in dovere di dire un paio di cosette..... indipendentemente dal fatto che tutti sostengano sasuke o che io possa essere considerato un imbecille poco mi importa da persona umile che sono lo posso anche accettare ma voglio prima fare un po di luce sui problemi di questo individuo che si ritiene tanto semplice e tanto medio sub e invece nn lo è proprio per nulla.......... (premetto che nel tuo primo messaggio nn hai parlato di professionisti seri e non,ma solo di pericolo guide)problemi avuti da sasuke:affanno a -47, perchè ci sei andato con 20 immersioni?ricorda che la decisione se immergersi o meno spetta al sub, il sub è responsabile della prorpia immersione individuale chi ha fatto il corso divemaster e istruttore lo sa e nn mi vengano a dire il contrario; sicuramente chi ti ha portato nn è una persona responsabile e professionale, io nn l'avrei fatto.2 brevetto deep senza gav: se il sub nn è in grado di fare una corretta manutenzione dell'attrezzatura(qui si parla di smontare e rimontare nn è una cosa da ridere)xchè nn lo fa fare da chi lo fa x mestiere? tra l'altro li c'è un enorme rischio x la guida che nn puo sapere che il sub cliente ha pasticciato col suo gav e avrà un problema, quindi delle conseguenze ne possono risentire anche i compagni chiudendo l'immersione o comunkue nn avendo piu l'attenzione della guida,mi sembra strana anche una rottura cosi drammatica del capillare di solito se uno ha questo problema è perchè è costipato e nn dovrebbe svolgere l'immersione(nn è detto posso anke sbagliarmi)infine l'entrata alla francese nn mi sembra il metodo piu appropriato x entrare in acqua(il sub medio questo nn lo fa)quindi la mia opinione ( ed è solo la mia opinione nn dico che sia giusta)è che questi problemi siano in un certo senso "cercati".per concludere con sasuke volevo dire che le tabelle nn sono cosi ingombranti e nn sono cosi inutili a tal punto da essere fiero di dire"le tabelle per i profili che faccio le lascio a casa neanche in barca"questa è veramente sbagliata come cosa e nn credo di sbagliarmi (vorrei sapere cosa ne pensano istruttori e guide a riguardo).in quanto me,spero di imparare a essere piu cordiale con i sub in generale, mi rendo conto che la mail precedente nn è degna di un professionista;come dice totò"nessuno nasce imparato"nn essere arrabbiato con me sasuke. come regola generale nn devi fidarti di nessuno, fai bene,questo fa di te un sub autosufficente, è lodevole, nn è giusto che i sub vadano sotto perchè c'è la guida che li porta,cosi se sta male la guida(sono esseri umani comuni nn superman) " chi mi riporta su"? nananana nn è bello.sasuke mi devi perdonare ma tutte le volte mi sfugge qualkosa, che vuol dire "guide che nn accettano rischi o situazioni"? abbi pazienza..................... infine volevo scusarmi con tutti per il poema che ho scritto e per il mio fare un po impulsivo sorry........................ buone bolle a tutti
------------- formixnolimits
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Postato da: ilariasd
Postato in data: 11 Novembre 2004 alle 21:38
formixnolimits non ti arrabbiare!!! Questo forum serve per confrontarsi e raccontare le esperienze personali! Nessuno ti considera un imbecille...quindi cerchiamo di smorzare i toni...!
Per quanto riguarda le tabelle io personalmente le ho sempre nella tasca del gav ed anzi...soprattutto durante le immersioni di corso, nonostante il computer, le faccio usare ai miei allievi.
Ciao!
Ilaria |
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 12 Novembre 2004 alle 09:42
Postato originariamente da formixnolimits
indipendentemente dal fatto che tutti sostengano sasuke o che io possa essere considerato un imbecille poco mi importa
Ciao Foxnolimits, mi spiace che tu la prenda come un commento alla tua persona mentre il mio è un discorso generale, tantopiù che ho fatto il paragone con la patente di guida. Se sono stato frainteso mi scuso.. a me pareva di essere chiaro nel non riferirmi a te o a chiunque non abbia mai incontrato di persona (quelli sì li posso classificare, nella mia testa). Colgo l'occasione per mettere per iscritto ciò che avevo reso implicitamente: ESISTONO TANTISSIME GUIDE VALIDE, PREMUROSE, PROFESSIONALI, e chi più ne ha più ne metta.. e mi rincresce che pochi o nessuno possano farne una vera professione, ma in realtà lo facciano a gratis pur di andare sott'acqua senza spendere soldi, assumendosi delle grandi responsabilità.
Postato originariamente da formixnolimits
voglio prima fare un po di luce sui problemi di questo individuo che si ritiene tanto semplice e tanto medio sub e invece nn lo è proprio per nulla..........
Non quoto o rispondo a tutte le tue giuste osservazioni sui miei passati problemi elencati per brevità... ma mi pare, oltre ad averli esposti, di averli anche autocriticati come "eccessi", "errori", "sottovalutazioni"... che mi hanno fatto diventare oggi un sub medio..mentre quando con leggerezza mi trovavo a -47 mt con 20 immersioni NON lo ero, concedimi un piccolo progresso (repetita iuvant ehehe)
Il sub a mio parere è responsabile ben più della sua immersione individuale .. è responsabile della propria salute e anche di quella del suo buddy in caso di problemi, inoltre anche del rispetto per sè delle regole date dai brevetti e di quanto stabilito dalla guida e dall'autorità che regolamenta il territorio in cui si immerge (non in quest'ordine magari). Chi è invece responsabile "dell'immersione" intesa come scelta del punto, condizioni climatiche, numero dei partecipanti del gruppo e profilo/tempi da tenere, oltre che della salute di tutti in caso di interventi di soccorso.. questa è in primis la guida, ahimè, e può diventarlo anche penalmente oltre che moralmente.
Il sub può esserlo, ma in misura sicuramente minore, soprattutto se la sua esperienza è limitata e quindi le capacità di valutazione del rischio/condizioni ridotte... in questo caso si tende ad affidarsi in gran parte alla guida come pecorelle... ecco perchè una guida con 100 immersioni (e se ne vedono), per quanto brava e premurosa per me costituisce un rischio in merito alle sue capacità di valutazione. Forse avrebbe fatto bene ad aspettare un po' di tempo prima di prendersi una responsabilità così grande.. oppure, come ti dicevo, lo fa A SUO RISCHIO E PERICOLO e non può pretendere di avere un gruppo che per forza non gli darà mai problemi perchè autosufficiente!
Per citare un esempio pratico reputo un imbecille quell'istruttore PADI, italiano, che a Marsa Alam ha subito notato che la mia buddy aveva un "misero" Open con 8 immersioni, e ancora prima di fare il primo tuffo della settimana le spiegava quali fossero le frontiere che le avrebbe aperto un brevetto Advanced... imbecille, imbecille, imbecille... IM-BE-CIL-LE!!!!! Ahem.. Spero tu sia d'accordo con me nel reputarlo tale.. altrimenti io e te non potremo mai trovare un accordo, mi spiace, te lo dico con il cuore in mano...ma su certe cose non scendo più a compromessi, ora che mi reputo un medio-sub eheheheh (scherzoso)
Infine per sdrammatizzare un po' e augurare anche a te ottime bolle, ti faccio una domanda sincera e autoironica: ma a che serve 'sta entrata alla francese? in barca avevamo 3 divemaster di varie didattiche e un istruttore e tutti mi hanno guardato straniti ridacchiando... mentre il bontempone (fipsas, ma solo per la cronaca) non me l'ha saputo dire... ti giuro che mi è rimasto qui (gesto).. se tu ne sai di più illuminami! me lo chiedo da mesi oltre ad averla bandita!!! ;)
Ciaooo Francesco Enrico (ti prego non mi chiamare "questo individuo"!)
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: LucidiMare
Postato in data: 12 Novembre 2004 alle 10:45
Ciao Francesco
per quanto mi riguarda credo che Ilaria abbia due volte ragione nello scrivere che nessun abbia motivo di ritenerti un imbecille solo perché hai espresso con un'opinione diversa da quella di Enrico e che il bello di questo forum è che ci si riesce ad confrontare, anche in modo deciso, senza per questo denigrare chi ha un'opinione diversa dalla tua.
Il mio personalmente l'apprezzamento per Enrico era rivolto non tanto alla metodica da lui adottata per immergersi, ma quanto alla sua capacità di guardarsi indietro in modo critico e non cadere nella tentazione di "autogiustificare" ad ogni costo i propri errori perdendo una buona occasione per imparare.
Anche io mi porto sempre dietro le tabelle, e ogni tanto durante qualche deco magari un po' noiosa, mi consolo ricalcolando quanto sarei dovuto stare in quota in assenza di computer. Certo dipende molto dal profilo di immersione, più è stata "quadra" e minore è la differenza (anzi in alcuni casi le tabelle sono discretamente più permissive di molti computer), ma in molti casi se l'imprevisto al computer dovesse succedere oltre la metà dell'immersione difficilmente a qual punto avrei abbastanza aria per completare la deco secondo le tabelle.
Quindi si riproporrebbe la scelta di cercare di seguire a tutti le tabelle con recupero di ulteriore aria, approssimare per difetto le tabelle (pericolosino direi), seguire le indicazione del computer del tuo buddy, se vero buddy è stato, magari abbondando un po'.
Credo che sia difficile stabilire la corretta strategia a "secco", ci sono troppi parametri che devono essere valutati caso per caso.
Rientra quindi dalla finestra l'importanza dell'esperienza (vedi l'intervento di Roberto).
Sull'argomento guide penso che sono nel bene e nel male "persone" e quindi soggette a tutte le debolezze umane.
Il "bollino blu" ne può certificare al massimo le competenze sub, ma non certo il carattere.
Un cordiale saluto
massimiliano
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Postato da: nacio
Postato in data: 12 Novembre 2004 alle 10:46
Ciao Formixnolimits, volevo porti le mie scuse anch'io se non sono stato chiaro in precedenza, non ti considero di certo un imbecille e non voglio nemmeno dar ragione per forza a Sasuke che per me è una persona come un'altra, ho solo detto che sono in sintonia con lui sul giudicare alcune guide e sottolineo alcune, ho raccontato una mia esperienza ma potrei raccontarne altre come tutti voi immagino, per il resto pensavo che non ci fosse nemmeno bisogno di criticare Sasuke per le sue disavventure visto che se le era meritate e successivamente ha capito di aver sbagliato. Però ditemi voi, chi con venti immersioni alle spalle vedendo sotto di se quel blu intenso che pare senza fine, non sente quella scarica di adrenalina che gli dice "vai giù"? Forse non tutti ma credo una folta schiera di subacquei me compreso, poi capita che si prende un grosso spavento ed allora si capisce che razza di coglionata si stava per fare, ma a quel punto bisogna sperare che si risolva tutto con il solo spavento e poterlo poi raccontare come è successo a Sasuke ed anche a me personalmente. Devo dire anche, che a volte le venti immersioni non dicono più di tanto in quanto certi incidenti capitano proprio a sub con grande esperienza che sono troppo sicuri di se. Nel 1996 ho perso un amico e collega istruttore dello stesso diving nel Blu Hole a Dahab, un subacqueo eccezionale con vent'anni di immersioni alle spalle, ma quella troppa sicurezza evidentemente lo ha tradito. Ragazzi non facciamo i "pataca", il nostro "sport" è fantastico anche senza rischiare la vita.
Scusate se sono stato lungo e un saluto a tutti.
------------- Nacio
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 12 Novembre 2004 alle 10:48
ciao enrico sono pienamente d'accordo con te......... le cose elencate nell'ultimo messaggio sono verissime; riguardo all'istruttore padi del mar rosso nn c'è neanche bisogno di commentare,sappi però che a volte sono costretti a fare in quel modo dal diving stesso o da chi piu in alto di loro, si sa devono vendere.(con questo nn lo sto affatto giustificando) comunque io ho visto e sentito cose ben peggiori del tipo open brevettati in villaggio turistico senza aver completato i corsi, senza sapere cosa siano le tabelle, ti rendi conto?ero incredulo quando ho sentito il marito che mi diceva"come ca... glie lo dico a mia moglie che esistono le tabelle?" la moglie:"se l'istruttore nn me le ha fatte fare vuol dire che nn servono e nn mi rompere" capito? questa cosa è assurda , rasenta il limite dell'impossibile ma è capitata. la mia "arrabbiatura"comunkue nn è causa tua ma di guide e istruttori qui presenti che hanno espresso il loro consenso riguardo a cio che dici , valorizzando le cose giuste che hai detto ma nn quelle decisamente sbagliate. nessuno prima di me ha sottolineato l'importanza delle tabelle riguardo alla tua frase sbagliatissima(per i profili che faccio io le tabelle le mollo a casa neanche in barca), percio ho ritenuto opportuno un intervento un po "energico" . enrico scusa ancora x i termini poco appropriati che ho usato........ p.s. nn so a che serva l'entrata alla francese
francesco
------------- formixnolimits
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Postato da: scubabob
Postato in data: 12 Novembre 2004 alle 12:13
Intervengo ancora per dire che questo è il classico argomento che potrebbe andare avanti all'infinito, ed è giusto che sia così. Non credo esista una verità assoluta, ma tanti punti di vista che bene o male girano attorno alle regole di sicurezza base. Ognuno si immerge in base ai propri interessi, seguendo quello che ha appreso e affinando o modificando nel tempo attrezzature e modi, in base all'esperienza.
Protesilao, militare, ha una esperienza, preparazione, mezzi e forma mentale sicuramente diversa dal subacqueo ricreativo che a sua volta è diverso dal fotografo o da chi ha altri interessi specifici. Per questo avevo esordito con regole sì, ma con un po' di elasticità.
Imprudenze o errori credo siano capitati a tutti. L'importante è che siano serviti da lezione. Per questo meglio che capitino presto, è sempre meglio imparare all'inizio. Io ho provato panico una volta, tanti anni fa, di quelli che l'aria non basta mai, che vorresti strapparti l'erogatore dalla bocca, che pagheresti non so cosa per essere fuori dall'acqua e respirare a pieni polmoni. Ho analizzato poi come sia nato (da miei errori) e come facilmente sia sparito, adottando le tecniche apprese ai corsi e con il supporto di un buddy che ho sentito presente.
Ringrazio il cielo di essere passato da quell'esperienza, perchè mi ha insegnato molto, quantomeno ad evitare che la cosa si ripetesse negli anni successivi.
Riguardo alle guide, credo sia difficile generalizzare. Probabilmente, come fotografo, sono privilegiato in questo perchè di solito mi danno guide preparate, spesso solo per me. Ovviamente anche qui ce ne sono di più o meno brave. L'importante per me è che abbiano buon occhio e buona volontà. E che sappiano ritrovare una determinata specie in un'area ampia dove io, altrimenti, dovrei girovagare a caso e affidarmi alla fortuna. In ogni caso, spesso le guide devono ubbidire ad ordini che vengono dall'alto. Ciò non toglie che mi siano capitati ragazzi in gamba ed emeriti cretini. Come avviene, del resto, nella nostra vita quotidiana fuori dall'acqua.
Quindi ribadisco quanto già detto, ovvero che nel rispetto delle regole di sicurezza e in base all'esperienza ognuno svilupperà un suo modo di immergersi, un suo assetto con cui si sentirà a suo agio, che non necessariamente sarà uguale a quello di un'altro. Non voglio peccare di presunzione, ma le quasi 500 immersioni fatte in Indonesia negli ultimi 3 anni mi hanno insegnato come comportarmi e come attrezzarmi in base al punto d'immersione. Ho imparato come anche il più 'innocente' pendio sabbioso sia causa di fuori curva più di una parete verticale, perchè non ti accorgi della profondità e la quantità e interesse delle specie presenti fa volare il tempo.
Sicuramente posso sempre sbagliare, fare valutazioni incorrette, ma so anche che avrò sempre da imparare da ogni immersione, qualche tecnica o strumento da affinare o sostituire o riposizionare, la navigazione da migliorare, i movimenti per non alzare sedimenti, il potersi concentrare su una foto senza perdere il senso d'orientamento e la cognizione di dove gli altri si siano nel frattempo sparpagliati, compreso il buddy, se ce ne è uno prestabilito, che quasi sempre anche lui filma o fotografa. O la guida, che sta cercando anche lui, soggetti interessanti da fotografare.
Sicuramente il modo di immergersi o di impostare l'intera immersione, da quelle parti, è diverso da quanto possa avvenire qui e dipende, ovviamente dal tipo d'immersione. Ma se vuoi stare attaccato alla guida lo puoi fare, così come puoi avere una tua indipendenza, una volta appurata la tua preparazione. Sta a te scegliere.
L'importante è che, nella nostra mente, abbiamo sempre acceso un sistema d'allarme, che una parte della nostra mente valuti sempre come reagire in caso d'emergenza, in base alla profondità, aria, tempo d'immersione e posizionamento degli altri subacquei.
Anche così l'imprevisto può sempre succedere e non va escluso a priori, così come non va escluso in tutto quello che facciamo, anche quando guidiamo in autostrada, per fare un esempio.
Non fraintendetemi, non sto spingendo al rischio ingiustificato così come sono contrario al non derogare mai a certe regole. C'è un giusto equilibrio tra le due opzioni, variabile da immersione a immersione e soprattutto estremamente soggettivo, non solo come atteggiamento mentale, ma anche come stato d'animo e forma fisica di quel singolo momento.
Entro i limiti del buon senso non giudico nè critico le opinioni altrui, perchè se uno afferma una cosa, vuol dire che quella *è* la cosa giusta per lui ed a quella si deve attenere.
L'ho fatta lunga, ma come detto all'inizio, si potrebbe discuterne all'infinito...
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Ciao
Roberto
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 12 Novembre 2004 alle 13:07
Postato originariamente da formixnolimits
..."per i profili che faccio io le tabelle le mollo a casa neanche in barca" percio ho ritenuto opportuno un intervento un po "energico" . ...p.s. nn so a che serva l'entrata alla francese
Evviva! ci siamo capiti e trovati d'accordo attraverso un canale così difficile come un forum scritto! in altri ambiti saremmo già andati sott'acqua e poi a bere (ma niente alcool eh!!). In sostanza fare della subacquea un business, quando in molti casi si trova in gioco la salute di persone reali, pone a tutti un grosso problema di coscienza... Il problema cresce man mano che si passa dall'essere sub alle prime armi fino a guide e istruttori... e devono crescere parimenti l'umanità e le capacità personali oltre che subacquee. L'alternativa è fare a meno di fare la guida se non ci si sente pronti (ma quanti si fanno l'esame di coscienza??) , o nel caso di un sub "al seguito" come me, rifiutarsi di scendere con una guida o seguirla sott'acqua se assomiglia a un imbecille..
Chi di voi, arrivato in località esotiche per una settimana all'anno, rinuncerebbe veramente a tutte le immersioni per la guida idiota?!?! Piuttosto spesso accendiamo nella nostra testa un piccolo campanello d'allarme e scendiamo comunque diventando più vigili e indipendenti dalla guida.. ma questo è permesso solo a chi ha già una certa esperienza.. io credo. I principianti veri rischiano solo di farsi male e rovinarsi una potenziale passione.
Chiedo venia per la frase sulle tabelle e cerco di riparare... non sono INUTILI, nè OPZIONALI. Ma, intendevo dire, nel caso di un sub che non esce mai di curva se non per 1 minuto (anche io per una foto in più, ehehe, come ti capisco Roberto, nel mio piccolo) e che mai ha avuto problemi di consumi... nella pratica, a mio personal modo di vederla, può ragionevolmente bastare INTERROMPERE l'immersione e uscire utilizzando in abbondanza l'aria e il tempo consentito dalle bombole, ovviamente eccedendo in prudenza (con tappe di deco anche se non sarebbero necessarie, deep stop a volontà, e velocità risalita più lenta del solito).. insomma sapete meglio di me come.. oppure confidare nel buddy e nel suo computer se in cuor nostro abbiamo fatto lo stesso profilo di immersione, numero di immersioni nei giorni passati e le condizioni fisiche son paragonabili...! (come l'ho detta bene)
A tal proposito nel mio tascone del gav il pallone, o pedagno, ce l'ho sempre!! con tanto di cimetta segnata a -6 e -4 , uso due primi stadi separati senza smontarli troppo spesso.. ehehe.. e divoro la stupenda rivista trimestrale del DAN "alert divers" che ci tiene aggiornati in merito alle pratiche e teorie per decompressione e desaturazioni sempre più efficaci e moderne (studio sì, anche se non ho dietro le tabelle per fare i conti!!!).. questo a mio parere completa la figura del "sub medio" e garantisce un livello di sicurezza per il tipo di immersioni che faccio.. scusate ma mi ero dimenticato di completare il mio profilo in precedenza per non tediarv..
L'ho fatto stavolta!... Perdonatemi!! Che bella discussione!! Enrico
PERCHE' NESSUNO MI SPEGA IL MOTIVO DELL'ENTRATA ALLA FRANCESEEEEE??
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
Le mie modeste foto? http://www.enricoarrigoni.net - http://www.enricoarrigoni.net
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Postato da: protesilao
Postato in data: 12 Novembre 2004 alle 14:27
Ciao ragazzi,
mi sono letto tutte le discussioni dall'inizio, naturalmente concordo con quanto scritto da Roberto, si evince la differenza di età di chi scrive, i giovani sembra che ormai impieghino e contino quasi esclusivamente sugli strumenti e che qualcuno porti le tabelle con se quasi a mo di "ciondolo portafortuna" ed inoltre , pare, ci si affidi troppo ai diving.
Ragazzi , lasciatemelo dire ma ciò è gravissimo, si nota un gap formativo "abissale", anch'io uso il computer, ma non dimentico mai di consultare le tabelle e per immersioni di un certo impegno lascio a casa il computer ed impiego esclusivamente le tabelle, le più affermate per sperimentazione e frequenza d'uso sono le U.S.Navy, ma bisogna saperle usare, considerando per es. la temperatura dell'acqua e le varie norme di sicurezza connesse all'uso delle stesse.
Continuando, come fate a calcolarvi le successive senza tabelle? Ci si fida ancora ciecamente di uno strumentino?
Si ha ben chiara in mente la differenza tra immersione standard ed immersione eccezionale? Quando non esistevano i computers si faceva tutto con orologio, profondimetro e tabelle e la procedura, essendo allenati, era rapidissima.Fondamentale è poi l'abitudine a cotrollare il manometro, l'immersione è soprattutto disciplina , naturalmente intesa come scuola di pensiero.
Se si vuole essere subacquei la preparazione tecnica ed il continuo addestramento sono fondamentali, perchè quando ci si immerge per fotografare od altro, la tecnica di immersione non deve intralciare la nostra attività e certi meccanismi devono essere automatici,
in poche parole se si vuol svolgere una qualsivoglia attività in immersione, non ci devono essere incertezze sulle tecniche basilari a meno che l'immersione non sia quella dei vari diving supermarket della subacquea dove una torma di semiaffogati acefali si affanna a pinneggiare forsennatamente dietro a guide inesperte interessate solo al business.
Un saluto a tutti
Protesilao
P.S.
Consiglio a chi ne fosse interessato, l' U.S.Navy Diving Manual Part I Air Diving ed il praticissimo "handbook" estratto pratico di questo manuale, le tabelle e le varie procedure sono chiarissime.Credo che esista anche una traduzione in italiano.
Il tuffo "alla francese" è tipico dei plongeurs della Marine Nationale, ma bisogna saperlo fare altrimenti può diventare pericoloso e provocare traumi.Naturalmente non ha una motivazione specifica, ma ......è così spettacolare ed i plongeurs della Marine Nationale sono un pò esibizionisti anche se molto competenti.
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: nacio
Postato in data: 13 Novembre 2004 alle 01:04
Ciao Protesilao, come al solito il tuo intervento è stato chiaro, conciso e competente, insomma , pane al pane e vino al vino, però permettimi di farti un piccolo appunto, poi magari mi correggerai se sbaglio ed ho capito male, ma ho l'impressione leggendo tutti i tuoi interventi anche precedenti in materia di sicurezza che tu voglia applicare all'immersione sportiva gli stessi parametri di conoscenza, esperienza e disciplina che sono propri invece ad una subacquea più tecnica, personalmente non credo che debba essere così, in quanto se da un lato è vero che anche per l'immersione sportiva è giusto essere preparati ed avere un bagaglio di conoscenze ed esperienze più ampio possibile, dall'altro lato però non si può chiedere ad ogni subacqueo sportivo di diventare un sommozzatore professionista, perchè a quel punto, addio divertimento e tutto diventa un lavoro. Del resto nel tuo ultimo intervento fai riferimento a Roberto, ma proprio lui fa suo il motto "regole si ma con un po' di elasticità", raccomandando poi le regole di sicurezza di base e tanto buon senso. Le regole base di sicurezza per l'immersione sportiva sono convinto che le si possa imparare benissimo anche frequentando un corso di una delle tante didattiche subacquee presenti sul nostro territorio, certo anche qui è fondamentale informarsi sulla serietà della scuola perchè non nego di certo che esistano come tu dici i diving supermarket, ma se l'istruttore è valido, avviene semplicemente uno scambio, io pago perchè tu mi impari ad andare sott'acqua a livello amatoriale, credo che sia una cosa accettabile se, come dicevo prima c'è serietà. Questo è il mio punto di vista, forse sbagliato, non una polemica per carità, anzi, come già detto correggimi pure se ho interpretato male quanto hai scritto.
Un saluto
------------- Nacio
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Postato da: giopei
Postato in data: 13 Novembre 2004 alle 13:56
Postato originariamente da sasuke
...Che bella discussione!!
Enrico
Posso dire che ci contavo, iniziandola?
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: protesilao
Postato in data: 14 Novembre 2004 alle 18:01
Ciao Nacio,
certo che puoi farmi tutti gli appunti che vuoi, ci mancherebbe, il bello del forum è che possiamo scambiarci idee ed esperienze nel pieno rispetto delle idee e dei punti di vista di tutti noi, c'è sempre da imparare ogni idea ti arricchisce ogni punto di vista è uno spunto ad "aprire la mente".
E' vero , sono un professionista dell'immersione, ma tieni presente che l'ambiente"operativo", cioè il mare è lo stesso sia per il professionista che per il subacqueo ricreativo e siamo tutti sottoposti alle stesse leggi di fisica e le tecniche di base dovrebbero essere soprattutto ben assimilate.
L'esperienza, poi, verrà col tempo, ancora oggi dopo più di 30 anni di immersione riesco a trarre piacere dall'immersione, ogni volta che mi immergo lo faccio con entusiasmo e nel tempo libero torno in acqua, o per fotografare, oppure da maggio ad ottobre per nuotare a corpo libero indossando solo la maschera (senza pinne e muta) girando per bassi fondali osservando mille nascoste forme di vita che normalmente nel breve tempo di un'immersione con autorespiratore non riesci a vedere, quando trovo qualcosa di interessante poi ci ritorno attrezzato.
Nemmeno io poi, non credere che rispetti troppo le regole, anch'io come tutti ho fatto le mie scemenze, per anni sono stato un appassionato profondista e mi immergevo quasi sempre da solo a profondità estreme per l'aria compressa ed a volte in notturna, ma ero sempre ben attrezzato e pianificavo con cura le immersioni, oggi avendo qualche anno in più non mi immergo per diletto oltre i 25/30 metri (sempre in solitario) , mentre per le immersioni lavorative raggiungo profondità ben più elevate, ma naturalmente con tutto un supporto organizzativo e tecnico, navi appoggio, camere di decompressione, campane da immersione, medici ed infermieri iperbarici,mezzi di comunicazione, squadra di stand-by e tutto quello che le normative richiedono.
Con questo non intendo disprezzare la subacquea ricreativa che ha, come ho scritto precedentemente, il merito di aver cambiato la filosofia del subacqueo odierno con una maggiore attenzione per l'ambiente ( e ti pare poco?) e per la sicurezza e poi anch'io ho lavorato in passato con alcuni diving e charters e come potrei parlarne male?
Solo che oggi nell'ambiente cosiddetto ricreativo, in molti casi c'è poca esperienza, tanta fretta, troppa presunzione e faciloneria e sembra che il fine della maggior parte dei subacquei debba essere l'istruttore, mentre secondo me l'immersione è solo un mezzo, mi spiego meglio con un paio di esempi:
-l'archeologo impara le tecniche d'immersione per fini di ricerca archeologica,
- il naturalista per poter osservare la vita sottomarina nel suo ambiente , e così via.
Un caro saluto anche ad Enrico e a Giorgio.
P.S.
Andatevi a vedere quello che ho scatenato un po di tempo fa con la discussione
"il subacqueo che si limita solo a fare il subacqueo".
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 14 Novembre 2004 alle 22:25
per protesilao: scusa nn riesco a trovare la tua discussione"il subacqueo che si limita solo a fare il subacqueo" dove la trovo?
------------- formixnolimits
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Postato da: nacio
Postato in data: 14 Novembre 2004 alle 22:41
Solo che oggi nell'ambiente cosiddetto ricreativo, in molti casi c'è poca esperienza, tanta fretta, troppa presunzione e faciloneria e sembra che il fine della maggior parte dei subacquei debba essere l'istruttore
Ciao Protesilao,
in questo passaggio credo che hai, purtroppo, scoperto il nervo del dente che duole, effettivamente dissentire su ciò non è possibile, e non mi vergogno mio malgrado a dire che mi ci ritrovo, essendo io stesso stato preso anni fa nello stesso ingranaggio. Ricordo a un certo punto di aver fatto tutto troppo in fretta, nella convinzione:
1) Di poter trasformare il mio hobby preferito in un lavoro.
2) Che possedere un brevetto da istruttore mi avrebbe fatto entrare di diritto in una sorta di élite.
Balle, perchè prima di tutto ti rendi subito conto che a parte alcune piccole eccezioni, campare con i corsi non è per niente semplice, in secondo luogo, non entri nemmeno in nessuna élite in quanto poi, alla prova dei fatti, non hai quell'esperienza tale che ti permette di fare lo "sburone".
Solo successivamente, dopo qualche anno passato a fare immersioni al fianco di un istruttore subacqueo di grande esperienza (un vero animale acquatico) per cercare di carpirgli più segreti possibili, posso dire di aver raggiunto un livello di autonomia subacquea accettabile.
Purtroppo questo "entusiasmo" o più correttamente "presunzione e faciloneria" è riscontrabile frequentemente ancora oggi. L'unica cosa che si può suggerire ad una persona che sta per intraprendere quella strada è di non avere fretta e di valutare bene la situazione, anche perchè (e non è un fatto secondario) per arrivare in fondo bisogna sganciare un bel pò di euro.
Un saluto a tutti e buone immersioni.
------------- Nacio
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Postato da: protesilao
Postato in data: 15 Novembre 2004 alle 01:02
Postato originariamente da formixnolimits
per protesilao: scusa nn riesco a trovare la tua discussione"il subacqueo che si limita solo a fare il subacqueo" dove la trovo?
Hai ragione, scusami , è su yahoo!Ciao,
Protesilao
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: protesilao
Postato in data: 15 Novembre 2004 alle 01:32
Ciao Nacio,
non c'è niente di male a voler trasformare il proprio hobby in un lavoro, anzi, sarebbe veramente bello se ognuno di noi potesse fare un lavoro della propria passione, io mi ritengo uno di quei pochi fortunati e per me andare al lavoro non è un peso, anzi è vero il contrario.
Anche da noi in MM l'esperienza non nasce con i vari brevetti, ma è frutto di una lunga e laboriosa gavetta fatta di disponibilità e di sacrificio, mantenersi sempre in forma, non fare stravizi, non bere alcoolici ,specialmente da giovani, non bere caffè, dormire le canoniche 8 ore, assumere uno stile di vita sano e poi affiancare gli anziani per "rubargli" il mestiere e non sentirsi mai "arrivati" non prendere mai, anche l'immersione apparentemente più banale sottogamba, tenere sempre la mente vigile, prevedere le necessità dei compagni, organizzare l'attività e così via. Anch'io ho fatto per cinque anni l'istruttore ai corsi per Palombari e sommozzatori, però devo confessarti che quando ho cessato questa esperienza ho veramente tirato fuori un sospiro di sollievo e tornare ai reparti operativi è stata una grande liberazione.
Trovare un compagno d'immersione esperto è sicuramente la strada giusta, ma non è detto che costui debba essere per forza un istruttore, esistono tantissimi ottimi subacquei che non si sognerebbero, ne vorrebbero mai fare gli istruttori "istituzionalizzati"ma sono delle ottime guide per i giovani.
Non bisogna entrare in nessuna elite, primo perchè queste non esistono e secondo è necessario mantenere la propria indipendenza ed autonomia di carattere e di comportamento, chi si nasconde dietro qualsiasi sigla ha sempre gravi problemi caratteriologici e comportamentali.
Sono andato troppo sul serio e non era mia intenzione, divertiti (soprattutto) e segui i compagni più esperti e...naturalmente dibattiamo sul forum!
Un caro saluto,
Protesilao
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 15 Novembre 2004 alle 09:46
Postato originariamente da protesilao
-l'archeologo impara le tecniche d'immersione per fini di ricerca archeologica, - il naturalista per poter osservare la vita sottomarina nel suo ambiente , e così via. Un caro saluto anche ad Enrico e a Giorgio.
Ti sei dimenticato i fotografi!!!!!! ovvero quello che sono disposti a indossare 40 kg di attrezzature per portarsi dietro 1 kg di macchina fotografica!
ps. spero, se mai facessi della subacquea una professione, di diventare come te: amante dell'ambiente e cosciente dei limiti che ci impone e di come affrontarli. Per ora probabilmente ho in mente qualcosa di diverso, e mi sento di affrontare il mare da "turista competente".. e mai in solitaria, ma sempre con un buddy!
Ciao, Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
Le mie modeste foto? http://www.enricoarrigoni.net - http://www.enricoarrigoni.net
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Postato da: giopei
Postato in data: 15 Novembre 2004 alle 10:11
Contraccambio con altrettanto calore il saluto di Protesilao: sabbe bello avere vicino in acqua chi ispira tanta sicurezza.
Continuando a indagare sui miei limiti senza avvicinarmici troppo, io semplicemente mi godo il tuffo fine a se stesso: ad esempio evito di aumentare la folla di sub all'imboccatura di una tana, qualunque cosa possa esserci dentro, e gioco con l'assetto preferendo guardarmi intorno con calma.
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 15 Novembre 2004 alle 22:21
x protesilao........ mi puoi dire l'indirizzo giusto? grazie
------------- formixnolimits
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 17 Novembre 2004 alle 09:19
Ciao a tutti.. ieri sera ripensavo alla discussione e mi sono accorto di sentirmi un po' il calimero della situazione... insomma solo io ho messo in piazza i "piccoli" problemi avuti in questi 2 anni e emzzo di intensa attività..
Voi invece nulla?? tutto regolare??? mi devo sentire Calimero a vita???
Ciao
Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: fabry68
Postato in data: 17 Novembre 2004 alle 10:39
CIAO ENRICO, NON SEI CALIMERO, ANCHE A ME NE SONO CAPITATE DI DISAVVENTURE, ALCUNE SE LE POTEVANO EVITARE, ALTRE NO. EFFETTIVAMENTE ADESSO STO MOLTO PIU' ATTENTO ALLA "QUALITA'" DEL COMPAGNO CON CUI SCENDO, OSSIA SE MI DA FIDUCIA O NO, VISTO CHE PURE IO FACCIO FOTO DEVO SAPERE CHI HO ACCANTO E DI QUANTO MI POSSO FIDARE.
SUL ALERT DIVERS DELLA DAN USCIRA' UN ARTICOLO SU UN INCIDENTE MANCATO A CUI HO ASSISTITO DIRETTAMENTE CIRCA UN MESE FA. SE AVETE VISTO O VI E' CAPITATO DIRETTAMENTE UN INCIDENTE O UN MANCATO INCIDENTE SCRIVETELO ALLA DAN, STA FACENDO UNA RACCOLTA DATI.
SALUTI
------------- fabry68
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Postato da: scubabob
Postato in data: 17 Novembre 2004 alle 11:18
Postato originariamente da sasuke
...insomma solo io ho messo in piazza i "piccoli" problemi avuti in questi 2 anni e mezzo di intensa attività.... Voi invece nulla?? tutto regolare??? mi devo sentire Calimero a vita???
Sasuke/Enrico, mi sono riletto tutta questa lunga discussione (apprezzando la mancanza di improperi, faide, correnti di pensiero, machismo sempre presenti in altri luoghi di discussione) e ti confesso che non ho per niente avuto l'impressione che ci fosse un Calimero di mezzo.
Hai avuto qualche contrattempo, direi che comunque rientri nella norma... Hai avuto affanno a -47, io panico a -45 (non è molto diverso), hai rotto il gav, io sono rimasto col corrugato in mano a -32 su una bellissima parete in Sudan, ma sono riuscito a fotografare ancora col 100mm. grazie a qualcuno che mi teneva per la rubinetteria. Hai scassato l'erogatore con l'entrata alla francese (ma che cavolo di entrata è?), a me è partito il primo stadio da solo, dopo una serie di sinistri rumori metallici e ho cominciato a respirare acqua... Hai rotto un capillare, io ho passato 15 giorni in Irian Jaya col blocco inverso, al ritmo di 4 immersioni al giorno, dolori pazzeschi alle orecchie in risalita, soprattutto a 6 e 3 metri con lunghe soste, in attesa che si sbloccassero. Lo so, fesso io ad immergermi, ma non è che uno ci va tutti i giorni in Irian Jaya, difficile stare in barca quando tutti si immergono e raccontano meraviglie. Posso anche aggiungere che qualche volta sono anche rimasto senz'aria, ho dovuto fare delle scelte ed ho optato per il rischio di rimanere senz'aria (cosa che poi è avvenuta), ma sempre a ragion veduta e cosciente del rischio. La teoria, la logica, qualsiasi regola terra terra dicono che queste sono stupide bravate da incosciente e non le voglio smentire nè sostenere il contrario. Ci sono situazioni, però, in cui 'senti' che puoi rischiare, che troverai l'aria se ne avrai bisogno o che in ogni caso troverai una soluzione. Lo so, mi sto addentrando in un terreno difficile, meglio che lasci perdere.
Nel mio sito racconto di una insolita immersione notturna: c'è chi sostiene che è stata una inutile bravata, altri la capiscono o la invidiano. Io stesso, pur essendone stato protagonista, faccio un po' fatica ora, a freddo, a catalogarla. Ma gli elementi esterni influiscono sul nostro giudizio, possono condizionare il nostro comportamento, nel bene e nel male. Aggiungono variabili difficilmente quantificabili nelle 'regole'.
Sicuramente esulo dalle precise norme di Protesilao, di cui invidio e ammiro la ferrea disciplina, qualità rara, che è anche uno stile di vita. Tanto di cappello, ma sono diverso, non posso imitarlo perchè tanto non ci riuscirei.
Credo comunque che in ogni caso ci siano due tipologie di immersione: quelle studiate al tavolino, preparate in anticipo, con tutte le attezzature che vuoi portarti e che hai a disposizione e quelle un po' più 'improvvisate' (che non è il termine giusto) di quando sei all'estero, con le attrezzature che i limiti imposti dalle compagnie aeree ti lasciano portare (quando non te le perdono, perchè mi è successo anche questo) e le inevitabili avarie, giorno dopo giorno. Quando si fanno dalle 4 alle 6 immersioni al giorno, alla fine tutto si deteriora abbastanza in fretta e, personalmente, faccio già abbastanza fatica a tenere un log delle immersioni in cui catalogare anche le pellicole usate, caricare le batterie dei vari flash (che inevitabilmente cominciano a fare falso contatto e funzionano solo dopo lunghe scazzottate), pulire gli o-ring, ecc. Quindi di manutenzione dell'attrezzatura, se non minima, non se ne parla. Oltre al tempo, ti mancano i mezzi. Per un mese mi sono immerso con una maschera che si era rotta e aveva un buco all'attaccatura della lente (una maschera ottica, non potevo cambiarla). Mi sono abituato anche a quello, alla fine riuscivo a tenerla abbastanza vuota senza grande sforzo, ma l'ho odiata con tutto il cuore. Ho fatto fuori un paio di pinne 'volo' (erano le prime) in un mese e mezzo, prima una e poi, fortunatamente solo alla fine, anche l'altra.
Credo che potrei continuare a lungo con questi 'contrattempi', ma in ogni caso non mi sono mai sentito un calimero. Anche perchè non è che agli altri andasse tutto liscio, anzi, a molti è andata decisamente peggio...
Quindi io distinguo le immersione fatte 'da casa' da quelle fatte in capo al mondo, per i motivi esposti sopra, non solo per le attrezzature ma anche per una pianificazione più vaga, essendo spesso i fondali non mappati e nuovi per tutti.
Si possono fare errori o si può essere imprudenti perchè gasati dalla situazione, questo si. Ho fatto errori e non escludo a priori che non ne farò ancora in futuro, non sono perfetto. Analizzo sempre gli errori, non vorrei dare l'idea di prendere le cose alla leggera, solo che a volte le famose 'regole' vanno adattate al luogo e al momento. Diverso è parlarne ora, davanti ad uno schermo, con tutta la nostra razionalità, piuttosto che avere un mare splendido davanti agli occhi che ti invita, anche se hai la maschera rotta, le pinne marce e le orecchie gonfie e infiammate.
-------------
Ciao
Roberto
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 17 Novembre 2004 alle 12:20
Se è come la racconti, contami per il tuo prossimo viaggio, Roberto
Terrò un po' 'aria per te..visto che ho capito il tipo.. di contro mi dovrai dare qualche dritta "sul campo" per le foto. Mi sembra un equo baratto "Photo-4-Life"
ps. Calimero era simpaticissimo!!! sei cascato nella mia provocazione...
Altri calimeri nascosti?? Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: scubabob
Postato in data: 17 Novembre 2004 alle 12:46
Postato originariamente da sasuke
Se è come la racconti, contami per il tuo prossimo viaggio, Roberto
Si, è come la racconto, se no non la raccontavo...
Postato originariamente da sasuke
...visto che ho capito il tipo...
Un momento, un momento, non fraintendermi, non mi ciuccio l'aria, tanto chi se ne frega. Però c'è sempre la legge di Murphy nella foto subacquea. Quando finisci il rullino, ecco proprio li davanti a te il soggetto che hai cercato per anni, che ti guarda e ti fa una pernacchia. E chi dirà che col digitale questo è un rischio remoto, ripeto che la legge di Murphy non perdona, sarà scarica la batteria della macchina, del flash o della torcia oppure... avrai problemi d'aria o di profondità. Quando sei alla fine dell'immersione, con pochi bar, eccolo là, più sotto, pronto per essere fotografato o ammirato. Allora devi decidere: rimandare a data da destinarsi o rischiare di rimanere a corto d'aria e saltare i fatidici 3 minuti a 5 metri (la pallonata la rischio solo dai 5 metri in su, ma non è più una pallonata...)
Quanto al vecchio Calimero, piccolo o nero, me lo ricordo bene, avendo avuto la fortuna di veder nascere 'Carosello' (e dopo tutti a nanna).
Credevo che per le tue disavventure soffrissi della sindrome Calimero/Fantozzi, senza motivi realmente validi. Meglio così.
Ma veniamo al punto focale: cosa ca**o è l'entrata alla francese? Conosco altre cose 'alla francese', ma sarebbero decisamente OT in questo forum.
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Ciao
Roberto
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Postato da: Franco Iannello
Postato in data: 17 Novembre 2004 alle 17:51
Postato da: nacio
Postato in data: 17 Novembre 2004 alle 23:25
Ciao Enrico-Sasuke, stai tranquillo che in fatto di "Calimeraggine" ti seguo a ruota e mi pare che anche altri si diano da fare (un tipo tranquillo anche Roberto ehhh).
In un mio precedente ho accennato al fatto di essere fortunato come te per poter raccontare le mie disavventure, fra cui una in particolare, un grandissimo spavento che ha cambiato profondamente il mio modo di immergermi.
Una decina d'anni fa mi trovavo in Mar Rosso con alcuni amici, un giorno in quel di Tiran pianificammo un'immersione nel canion di Thomas Reef che scende fino oltre i 90 metri, eravamo in cinque e nonostante me la cavassi discretamante ero certamente il più inesperto, prima di entrare in acqua ci siamo guardati negli occhi dicendoci che laggiù era molto probabile che ognuno potesse pensare solo per sè, nel senso che se capitava qualcosa, soccorrere qualcuno non sarebbe stato semplice.
Entrati in acqua (non alla Francese), iniziamo a scendere, chiaramente senza curarci troppo della velocità di discesa, -10, -20, -30, -40, l'ambiente comincia a farsi cupo ma sto bene, sono in forma, -50, -60, -70, ora inizio veramente ad avvertire la grande massa d'acqua che mi sta sopra, tutto è ancora più cupo, il respiro diventa un sibilo, il computer già segnala ampiamente il fuori curva ma io sto bene, non ho nessun problema sono lucidissimo, -80, -85 stop, ci fermiamo, sto benissimo, un'occhiata attorno vedi mai che ci fosse qualcosa di grosso, poi ci guardiamo in faccia, qualcuno indica col pollice la superficie, ok iniziamo a risalire e iniziano anche i problemi, carico di brutto il gav ma nel momento in cui comincio a pinneggiare mettendo sotto sforzo il mio organismo, un velo nero scende sui miei occhi, non vedo più niente e perdo lucidità, penso, "ca**o sono morto", l'istinto di sopravvivenza mi permette di concentrarmi su una cosa,"devo arrivare assolutamente a -60", pinneggio ma le gambe mi sembrano di piombo, non vedo niente, sento solo l'allarme del mio Aladin che suona all'impazzata, mi dico "bene è un buon segnale", poi all'improvviso la luce, rivedo la parete, guardo il computer -57, mi giro e vedo due amici poco lontano, e gli altri due? Sento urlare allora guardo giù e mi accorgo che Gianni era letteralmente partito, se ne stava a circa -80 a fissare la parete e Carlo da dietro che gli urlava ma resosi conto che non poteva sentirlo con grande forza lo afferra per la rubinetteria e lo tira su di peso, poi le tappe di decompressione e infine la superficie.
Scusa per il romanzo Enrico, ma questa è la cronaca di un incidente annunciato che non è stato tale solo per un'inezia, da quel giorno mi sono lasciato coinvolgere molto meno da alcuni amici appassionati di immersioni profonde e sono entrato a fare parte di quella folta schiera di Calimeri che sono ancora qua a discutere.
Un saluto da Massimo. javascript AddSmileyIcon':D'">
------------- Nacio
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 18 Novembre 2004 alle 12:12
Postato originariamente da Franco62
.....ma......mica si tratta dell'entrata di testa a mo di fantozzi?????
Propongo ad ogni post aggiunto qui sotto di esordire con un qualcosa "alla francese": il bacio alla francese (ecco il mio, ve l'ho fregato ehehe)
Io lo definirei mezzo-salto-mortale-bardatoconbomboleepesiquindi-agilissimo con schianto di piatto della bombola (e rubinetteria eh) che funge da apripista per l'ingresso del resto del povero sub..in ordine più o meno sparso a seconda della bravura del tuffatore. Maldestri compagni di crociera l'hanno rivisitato schiantandosi a pesce di faccia, con rischio di spaccare il mascherone e/o inchiodarselo sul viso per sempre... non ero solo io il calimero, insomma..
Detto questo a me Calimero sta simpaticissimo. Un po' sf------o, ma simpa.
Riguardo al romanzo riportato da Massimiliano, confesso che pur ritenendomi un medio-sub, ho fatto proprio fatica a finire di leggerlo. Mi sembra la cronaca inconsapevole di un tentato suicidio, e il fatto che uno dei protagonisti lo racconti ha creato in me un senso di paradossale partecipazione alla situazione.. meno male che a metà del racconto inizia la risalita.. più o meno nel punto in cui stavo pensando di smettere di leggere perchè non riuscivo a rivedermi e a rivedere quello che il mare mi ha dato negli ultimi anni, oltre a incutermi un profondo senso di timore e rispetto.
Non commento oltre, poichè non ho mai seguito i "tecnici", nè tantomeno capito quale sia la filosofia dei "fondisti"; specie coloro che scherzano sui limiti del metabolismo umano pensando di trovarsi in cima alle statistihe, ovvero tra quelli che sopportano pressioni parziali di gas più alte rispetto alla media (ma non lo sai finchè muori, o ci arrivi vicino).. un po' come chi corre a 200 in moto in autostrada.
Ringrazio la mia passione per la fotografia e i racconti lucidi e autocritici come il tuo di spingermi a rimanere in quei 30/40 metri in cui si concentra la luce e la vita del mare. Non sempre nella vita bisogna avere tutto, e il mare è talmente vasto che nessuno lo vedrà interamente e nel profondo.. per quel poco che lo possiamo vedere passare da 40 a 80 metri è..guarda caso.. matematicamente insignificante.
Sono felice che tu abbia cambiato direzione e ciononostante la tua passione cresciuta nel tempo.. forse è il segno più forte che non è la profondità la cosa che trasmette la passione per il mare, ma qualcos'altro.. forse la sua pace immensa, ma anche la potenza e il rispetto che richiede.. l'essere indomabile se non in minima parte
Non so, sono un sub troppo giovane per dirlo Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
Le mie modeste foto? http://www.enricoarrigoni.net - http://www.enricoarrigoni.net
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Postato da: nacio
Postato in data: 18 Novembre 2004 alle 14:22
Ciao Enrico, non volevo annoiarti col "romanzo" ma chiedevi che anche altri mettessero in piazza i "piccoli" problemi avuti ed io credo di averlo fatto.
Infine, sarai anche un sub molto giovane ma certamente già molto saggio, complimenti.
Ciao
------------- Nacio
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 18 Novembre 2004 alle 15:42
Postato originariamente da nacio
Ciao Enrico, non volevo annoiarti col "romanzo" ma chiedevi che anche altri mettessero in piazza i "piccoli" problemi avuti ed io credo di averlo fatto.
Altro che noia!! mi hai terrorizzato !!! in quel senso facevo fatica a finirlo! ;) sarà che vedendo in Tv certe scene ci si abitua a tutto.. ma da quando sono sub e ho provato cosa significhi il "panico" che ti cresce dentro e che mette te stesso a confronto con un avversario che sei ancora tu.. beh non riesco a vivere questi racconti come "spettatore esterno"; piuttosto mi proietto nella situazione..
Insomma.. se avessi vissuto l'esperienza che hai vissuto tu, o ancora avessi visto un amico "quasi" morire inebetito dall'aver sorpassato il limite.. beh.. forse non avrei più infilato una muta. Non so. Spero di non dover mai guardare una muta con quella domanda in mente.
Grazie per la testimonianza Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: protesilao
Postato in data: 18 Novembre 2004 alle 18:45
Ciao a tutti,
rispondendo anche a Bob, non è che io non abbia mai fatto sciocchezze, ma considero il mare un ambiente dove non è che si possano prendere certe confidenze, anch'io ho corso i miei rischi quando ne valeva la pena sia durante l'attività lavorativa, che per inciso maggiormente coincide con la bonifica dei fondali e dei relitti da ordigni esplosivi, che durante l'attività privata che per me consiste principalmente con la fotografia subacquea. Quando lavoravo con i charters ho passato un mese a 10/15 immersioni al giorno con una terribile otite, ho sofferto, ma ne valeva la pena, il Mar rosso meridionale dallo Stretto di Jubal ai Brothers, per me potevo anche perdere l'udito ma non avrei mai perso un'immersione e...lo rifarei anche oggi! Per la cronaca , poi l'otite è guarita da sola. Un'altra volta a Lavezzi ho terminato un'immersione con solo 20 bar( c'erano bei cernioni da fotografare!) ed avevo una bella decompressione da farmi, e l'ho fatta tutta, certo a fine immersione quando sul gommone ho tolto l'erogatore dalle bombole, queste erano così a secco che erano andate quasi in"depressione". Spesso , normalmente per lavoro mi capita di immergermi con mare molto mosso ed è sempre un'avventura rientrare a bordo o quando tocca a me seguire i colleghi rimanere in contatto e spesso in gommone si percorrono 50/60 miglia. Un'altra volta alla secca di Porto Pavone di Nisida, ho urtato una lamiera che mi ha tranciato di netto quattro tendini del piede sinistro, non mi ero accorto di nulla solo che non potevo più muovere la gamba, sono risalito tamponandomi la ferita, ho fatto la mia bella decompressione e poi di corsa dal chirurgo! Per tornare alla fotografia ed alla legge di Murphy, una volta mi è capitato di incontrare uno squalo tigre che dormiva sul fondo ed avevo un bellissimo tubo di prolunga 1:1 sulla Nikonos, ah se avessi avuto con me un'altra macchina fotografica come di solito facevo! Per quel che riguarda l'immersione profonda ad aria, a me piace molto, nessuno è totalmente immune dall'ebbrezza ma questa si presenta in modo diverso da individuo ad individuo e, per alcuni è possibile riuscire a tenerla sotto controllo, mai ad evitarla, semmai i limiti di profondità a cui essa si manifesta sono diversi da persona a persona. Un'immersione profonda non si improvvisa mai, bisogna essere ben allenati, normalmente dopo un mese o due di immersioni giornaliere nella fascia dei 35/40 m. interrompevo l'attività effettuando per la prima settimana due immersioni intervallate di 48 h sui 60 m, se tutto era OK la seconda settimana effettuavo due immersioni ad 80 m. con le stesse modalità, se tutto era andato bene alla fine della terza settimana facevo l'immersione profonda ma mai oltre i 100/105 m. in quel periodo si vive come un asceta, riposo , corretta alimentazione e nessuna situazione di stress nervoso ( in pratica non vi dovete mai innervosire). Una volta mi è capitato di effettuare un'immersione a 105 m in notturna, ma questo non deve fare differenza, anzi ricordo che questa notturna per me fu speciale durante la risalita la parete era affollata dalla fosforescenza dei pesci torcia ed era bellissimo spegnere la torcia e continuare la risalita vedendo questi mille occhi muoversi ed accendersi e spegnersi nel buio. Naturalmente tale attività non la consiglio a nessuno, avevo 10 anni di attività professionistica sulle spalle, perfetta forma fisica e tranquillità mentale. Cosa mi piaceva di più di queste immersioni profonde? Sembrerà strano ma mi piaceva proprio quella leggera sensazione di ebbrezza. Un'altra cosa che mi piace ancora oggi è la discesa veloce, fortunatamente ho la compensazione spontanea (significa che non ho bisogno di nessuna manovra di compensazione)e ricordo che con lo scafandro da Palombaro riuscivo a scendere a 40 m in meno di 40''. Come vedete "nessuno è perfetto" ne ho mai ritenuto di esserlo, però in barca ho sempre il rianimatore ad ossigeno, due radio, due GPS,una ridondanza di attrezzature e sia io che i miei collaboratori siamo abilitati CPR e riusciamo anche a divertirci!
A presto,
Protesilao
P.S.
Ragazzi, niente immersioni profonde mi raccomando! Non fatemi pentire di averle raccontate!
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: giopei
Postato in data: 18 Novembre 2004 alle 19:17
Che dire, oltre ad affascinarmi mi fai pure sentire piccolo piccolo.
Ma almeno condividiamo qualcosa: anche le mie orecchie, dopo quasi trent'anni di apnea, sanno come comportarsi
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: ilariasd
Postato in data: 18 Novembre 2004 alle 23:32
Ciao!
Nacio mi hai fatto venire l'ansia leggendo il tuo post....il bel racconto di protesilao mi ha riproiettato nella tranquillità dell'immersione...anche se io a 80-100 metri non ci vado neanche se mi pagano!!! Anche se capisco che quando vedi sotto a te il blu ti viene voglia di scendere.. Mi accontento delle mie immersioni al max a 60 metri...che poi cosa c'è a 80 metri che non vedi a 40?!
Comunque è bello questo confronto sulle esperienze personali che si è sviluppato...io per fortuna a parte una leggera ebbrezza a 55m in una condizione di torbido che non si vedeva a 20 cm di distanza non ho ancora avuto problemi...mi sento quasi la pecora nera!!
Ciao! Ilaria |
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Postato da: giopei
Postato in data: 19 Novembre 2004 alle 01:09
Postato originariamente da ilariasd
...mi sento quasi la pecora nera!!
Boh, sai, secondo me, come forse ho già scritto + sopra, e nel caso scusatemi, nelle immersioni diciamo "normali", in cui i limiti non si vanno a cercare, è molto probabile che non succeda niente da raccontare, se non esperienze positive.
Infatti la domanda iniziale, anche se impostata diversamente, era proprio <cosa può capitare ad uno che le rogne non se le va a cercare?>; e comunque anche da questo è venuto un discreto apporto, che ci fa capire come sia importante l'addestramento adeguato e comunque la lucidità per prevenire "il caso che forse mai".
Con questo post siamo a 65, eppure l'argomento si mantiene fresco fresco: sono ansioso di leggere altre esperienze ed opinioni.
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 19 Novembre 2004 alle 09:20
Calimeri simpa e neri di tutta Italia uniteviiiiiiii !!!
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
Le mie modeste foto? http://www.enricoarrigoni.net - http://www.enricoarrigoni.net
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Postato da: ilariasd
Postato in data: 19 Novembre 2004 alle 16:47
Postato originariamente da giopei
nelle immersioni diciamo "normali", in cui i limiti non si vanno a cercare, è molto probabile che non succeda niente da raccontare, se non esperienze positive.
Sicuramente su questo hai perfettamente ragione!
Io personalmente non me le vado a cercare ma non sono certo uno stinco di santo...le mie 4 immersioni a 35/40 metri tutte con decompressione in un solo giorno me le sono fatte....!
Ciao! Ilaria
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Postato da: giopei
Postato in data: 19 Novembre 2004 alle 18:11
Non so cosa vediate voi, ma l'ultimo post, dove Ilaria mi risponde, mi appare con la scritta fuori dal margine: voi che dite?
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: scubabob
Postato in data: 19 Novembre 2004 alle 18:53
Così va meglio?
C'era del codice che il forum non interpreta, forse Ilaria ha fatto del copia/incolla da qualche editor?
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Ciao
Roberto
http://www.robertosozzani.it - Scubabob
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Postato da: ilariasd
Postato in data: 19 Novembre 2004 alle 20:09
Boh?!
Non so cosa ho combinato...ho risposto un pò di corsa! Scusate! |
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Postato da: nacio
Postato in data: 19 Novembre 2004 alle 22:15
Ciao Ragazzi,
scusate non volevo provocarvi ansia ma forse è bene così, ad Ilaria vorrei dire che fare -60 oppure quattro immersioni al giorno tutte con deco può comunque far credere a qualcuno che te le vai a cercare.
Ma quello che più mi ha colpito è stato un passaggio del messaggio di Protesilao e più precisamente quando dice "facevo l'immersione profonda ma mai oltre i 100/105 m." e visto che molto probabilmente nessuno meglio di lui può darmi delle delucidazioni in proposito, vorrei chiedergli: perchè in modo così tassativo quei 100-105 metri? Non che siano pochi, ma mi chiedo perchè fai riferimento in modo così secco a quella profondità? Forse c'entra qualcosa l'ossigeno?
Ora sappiamo (viene insegnato nei normali corsi subacquei) che ad aria, l'ossigeno comincia a diventare tossico ad una pressione parziale pari a 1,6 il che equivale in profondità a 70 metri, quindi ufficialmente a -100 si è già passato abbondantemente il limite, ma alcuni dicono (e qui vorrei sapere da te se sono pazzi oppure disinformati) che quel limite è dato a scopo precauzionale e che in verità si può arrivare ad una pressione parziale dell'ossigeno più alta.
A -100 metri sarebbe di 2,2 e mi piacerebbe sapere se c'è qualcosa di vero in quello che sostiene qualcuno, anche se mi rendo conto che se così fosse sarebbe meglio non sbandierarlo ai quattro venti.
Oppure fai riferimento a quei 100-105 metri per qualche altro motivo? Ti sarei grato se volessi darmi una spiegazione, sempre che ce ne sia una.
Un saluto a tutti.
------------- Nacio
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Postato da: protesilao
Postato in data: 20 Novembre 2004 alle 14:00
Ciao Nacio,
in verità ti sei risposto da solo accennando alla pressione parziale limite per l'ossigeno.Tornando al mio racconto, rischio si, ma calcolato, andare oltre sarebbe incoscienza anche perchè tutti questi limiti sono puramente teorici e si scontrano con le differenze che vanno da individuo ad individuo, mi spiego meglio, tabelle, pressioni parziali limite, sono dati statistici, per esempio la U.S.Navy non impiega ossigeno puro oltre gli 8 m, noi italiani abbiamo come limite i 12 m, mentre i francesi arrivano sino a 18 m.Il limite per le immersioni ad aria è tassativo in ambiente lavorativo ed è di 50 m.Inoltre anche per le immersioni ad ossigeno puro esistono tabelle, in base alla profondità raggiunta diminuiscono i tempi di esposizione, infatti secondo la tabella il limite a 12m è di solo 15', mentre a 3 m puoi stare fino a 3 h e più, qui il limite è dato dalla igroscopicità della calce sodata dell'A.R.O. che và tassativamente cambiata ad ogni immersione perchè si satura di vapor acqueo e trattiene il CO2, pensa che ci sono molti pazzi che la mettono ad asciugare al sole! Tieni inoltre presente che come ho scritto sono arrivato a quelle quote dopo più di 10/12 anni di attività professionistica , il che vuol dire immergersi tutti i giorni, con qualsiasi tempo e stagione, considera che all'epoca avevo 28/30 anni e quindi oltre all'esperienza maturata nel tempo , c'era anche una certa maturità che permetteva di non cedere all'incoscienza, in più come tutti in MM andavo"abbastanza" sul sicuro perchè conoscevo i miei limiti di tolleranza alle alte pp di O2 perchè avevo effettuato il famoso test di tolleranza ( che molti considerano superfluo nell'ambiente delle varie sigle) che consiste in un EEG in camera di decompressione respirando O2 puro a 18m (quando ho cominciato nel 1976 questo test era sperimentale, oggi si effettua a 12 m).Anche la resistenza alle alte pp di azoto era testata, pensa che ci sono alcuni che hanno problemi già a 30 m.
Poi per anni avevo fatto assistenza all'interno delle C.D. ad embolizzati, intossicati da CO, cancrenosi ed altre patologie, ed all'inizio i trattamenti erano a 18 m e duravano 150', naturalmente ad ossigeno puro, si respira l'o2 ovviamente da una maschera perchè la pressurizzazione deve essere assolutamente ad aria e non come quei pazzi di un ospedale milanese che non monitoravano la percentuale di O2 o altri che addirittura pressurizzavano ad ossigeno!!!
Per questo avevo un certo margine di sicurezza , quanti di voi che effettuano immersioni oltre i 40 m hanno coscienza tangibile dei propri limiti fisici? Per questo sostengo a spada tratta (elmo, corazza, schinieri , scudo, lancia, ecc) che in ambiente ricreativo non si dovrebbero mai superare i 25/30 m, chi lo fa mette a repentaglio la propria vita e se gli va bene vuol dire che ha effettuato una sperimentazione usando se stesso come cavia!
Un saluto a tutti,
Protesilao
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: nacio
Postato in data: 21 Novembre 2004 alle 01:56
Grazie Protesilao per le spiegazioni che hai dato, quindi i limiti a cui attenersi sono quelli ufficiali, anche se poi si potrebbe obiettare se non erro, che effettivamente a livello militare con l'ARO, gli statunitensi si sottopongono ad una pressione parziale dell'ossigeno di 1,8 gli italiani di 2,2 e i francesi con la loro grandeur addirittura di 2,8. Immagino che poi sia molto importante rispettare il tempo di esposizione dato dalle tabelle e il livello di umidità raggiunta dalla calce sodata, come tu hai fatto riferimento, tra l'altro non credevo che andasse tassativamente cambiata ad ogni immersione. Anni fa insieme agli amici del club di cui facevo parte, ebbi l'occasione di gestire ed usare per un pò di tempo un UT 240, una macchina a circuito chiuso che nata ed usata in campo militare (magari la conosci), si voleva immettere sul mercato ad uso di tutti i subacquei che se la potevano permettere, idea scartata successivamente in quanto molto pericolosa dato che permetteva di raggiungere delle profondità pazzesche, ora le hanno cambiato nome e modificata profondamente, ebbene non ricordo che l'amico che si occupava della sua manutenzione sostituisse la calce sodata ad ogni immersione, appena lo vedo chiederò spiegazioni.
Infine vorrei dire che mi piacerebbe (per curiosità personale) sottopormi ad un test di tolleranza e personalmente non capisco perchè da alcuni sia considerato superfluo, credo che sarebbe molto importante che ogni subacqueo conoscesse la sua linea di confine.
Ciao Antonio e grazie ancora.
Un saluto a tutti.
------------- Nacio
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Postato da: protesilao
Postato in data: 21 Novembre 2004 alle 14:17
Ciao Nacio,
dato che mi hai tirato dentro al discorso dei famosi rebreathers, continuo, se ti interessa il discorso.
I rebreather, oppure come li chiamiamo noi, autorespiratori a circuito semichiuso, sono nati principalmente per uso militare, attualmente si impiegano esclusivamente per l'avvicinamento alle mine acustiche e/o magnetiche, in quanto sono costruiti in materiali a bassa tracciatura magnetica e sono abbastanza silenziosi da non influenzare le mine acustiche, questi ordigni naturalmente sono fatti per essere attivati dalle navi e..si spera che nessuno alzi la soglia di ricettività a livello del subacqueo con ARM(autorespiratore a miscela) la nostra sigla per "rebreather".Questi apparecchi hanno tre miscele prefissate a seconda del limite di impiego, e dato che si tratta di apparecchiature a parziale recupero dell'O2, si usano le stesse tabelle impiegate per le immersioni ad aria, in quanto l'incognita è sempre il consumo di O2, infatti esiste una formula detta "stabilizzazine dell'O2 nel sacco(polmone) dove si entra col flusso(prestabilito) e si teorizza per questo flusso un consumo massimo ed un consumo minimo di O2, nel peggiore dei casi si arriva ad una stabilizzazione pari o vicina alla percentuale di O2 dell'aria atmosferica; da qui la necessità di impiegare le tabelle ad aria, anche se a livello teorico, per ogni miscela si calcola l'equivalenza in aria; il discorso è invece diverso per le miscele a circuito aperto; esistono due scuole di "pensiero" quelle che adoperano miscele binarie e quelle che adoperano le ternarie, il discorso sarebbe troppo lungo e quindi te lo riassumo brevemente: le miscele binarie impiegano per l'appunto due tipi di gas , l'elio e l'ossigeno, mentre le ternarie impiegano Elio , azoto ed ossigeno:
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? A brevi linee quando si prepara una miscela si tiene conto della pp(pressione parziale) limite di ogni gas, nel caso delle binarie si calcola il limite dell'O2 e l'inerte è l'elio; nel caso delle ternarie, si calcola il limite dell'O2, il limite dell'azoto(N) ed il resto è elio.
Le ternarie sono meno costose( l'elio costa!) ed inoltre impiegando percentuali inferiori di elio(He) ci sono meno problemi termici e decompressioni più brevi, a mio avviso le binarie sono più sicureper le immersioni in saturazione, eliminano l'N che è sempre un fattore di rischio ed i problemi termici sono normalmente superati impiegando mute riscaldate, mentre le ternarie potrebbero essere più convenienti per immersioni d'intervento che non richiedono saturazione.
Per quel che riguarda i tests, dovresti contattare i subacquei civili iscritti all'Albo dei Palombari e dei Sommozzatori presso le Capitanerie di Porto, infatti questi sono tenuti ad essere in regola con le visite mediche annuali per il mantenimento dell'idoneità ai vari brevetti, conditio sine qua non per poter esercitare.
Spero di essere stato abbastanza chiaro,il discorso sarebbe un pò lungo, se vuoi, per non annoiare il forum, puoi farmi tutte le domande che vuoi su posta privata.
Ciao
Protesilao
P.S.
Personalmente ho in grande antipatia i rebreathers
Tornando alla calce sodata, non solo va tassativamente cambiata ad ogni immersione, ma deve essere immessa nel filtro poco prima dell'immersione, e se l'immersione è rimandata al giorno dopo , la calce deve essere sostituita(gettando nella spazzatura la vecchia), perchè altamente igroscopica, quindi satura d'acqua e non più idonea ad assorbire il biossido di carbonio volgarmente meglio conosciuto come anidride carbonica.Quando si impiega l'A.R.O. poi va TASSATIVAMENTE fatto il lavaggio dei polmoni e del sacco polmone, onde svuotare sia l'autorespiratore che i propri polmoni da gas differenti dall'O2, una volta effettuato il lavaggio, non è più consentito togliersi il boccaglio e respirare aria atmosferica, in quanto se ne annulla l'effetto del lavaggio e bisogna ripetere la manovra.Un lavaggio fatto male può portare ad un incidente molto subdolo, l'anossia che non ha sintomi, ci si addormenta senza accorgersene, l'A.R.O. è un'apparecchiatura, meravigliosa per certi aspetti, ma molto pericolosa.Incidente opposto all'anossia è l'iperossia con sintomi simili ad un attacco epilettico.Inoltre quando si respira con queste apparecchiature, il gas per l'effetto del lavoro della calce sodata non è bello fresco come con l'A.R.A. ma piuttosto tiepido e ..credimi non dà una bella sensazione.
A proposito la calce sodata bagnata si trasforma in soda caustica, quindi pensa un pò a quei "geni" che la riutilizzano!
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: nacio
Postato in data: 21 Novembre 2004 alle 22:24
Grazie Protesilao per tutte le informazioni che mi hai dato, per ora basta così, solo una cosa, dopo quello che mi hai detto sulla calce sodata e le conseguenze dovute alla mancata sostituzione, mi sono convinto che quel mio amico facesse tutti i cambi dovuti, e la sensazione di respirare un gas tiepido effettivamente non è piacevole anche se poi forse, viene compensata dalla bella sensazione che si prova a non emettere bolle.
Un saluto
------------- Nacio
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 22 Novembre 2004 alle 00:01
BUONASERA ! VOLEVO FARE I MIEI COMPLIMENTI A GIOPEI XCHè OLTRE AD AVER CREATO UNA DISCUSSIONE COSI BELLA, MI SEMBRA (PARER MIO) L'UNICA PERSONA CHE RIESCE CON POCHE PAROLE A DIRE COSE INDISCUTIBILMENTE SENSATE..............SEI UN GRANDE DAVVERO!!!!! MA COME FAI?
SONO RIMASTO UN PO INDIETRO , VOLEVO TORNARE SUL TEMA DEI PROBLEMI.SEMBRERò ARROGANTE , PRESUNTUOSO E TUTTO QUELLO CHE SI PUO DIRE, MA IO I PROBLEMI SOTT'ACQUA O PER QUANTO RIGUARDA L'IMMERSIONE IN GENERALE NN NE HO MAI AVUTI, NN SO COSA SIA IL PANICO,E TUTTE QUESTE COSE QUA............(IN QUESTO MOMENTO HO LA MANO SINISTRA SUI TESTICOLI E L'ALTRA CHE FA LE CORNA)PRIMA O POI CAPITERà , E CAPITERà QUANDO MENO ME L'ASPETTO, SONO GIOVANE MI ASPETTANO (SPERO)ANKORA MOLTE AVVENTURE......... NN VOLEVO ARRIVARE A DIRE QUESTO PERCHè SO CHE è MOLTO SPAVALDA COME COSA E SEMBRA CHE MI VOGLIA VANTARE MA è SOLO LA VERITà; IO I PROBLEMI LI HO FUORI DALL'ACQUA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI XCHè MAGARI NN SONO TROPPO SOCEVOLE O XCHè HO UN CARATTERE UN PO PARTICOLARE.... è SOTT'ACQUA E SOLO SOTT'ACQUA CHE PROVO UN BENESSERE SUPERIORE A QUALUNQUE COSA , DOVE MI TROVO A MIO AGIO PER DAVVERO ,LI SOTTO TROVO QUELLA TRNQUILLITà, QUEL BENESSERE IMMENSO CHE IN NESSUN ALTRO POSTO POSSO TROVARE. FORSE NEANCHE IN BRACCIO A MIA MADRE QUANDO ERO NEONATO, HO PROVATO UNA COSA SIMILE......... PERCIò MI SEMBRA ASSURDO PER ME PROVARE ANSIA, O AVERE PROBLEMI DI NATURA MENTALE IN QUELL'AMBIENTE.NN è UNA COSA TROPPO POSITIVA QUESTA, FORSE XCHè UN MODERATO STREES è QUELLO CHE CI PERMETTE DI RISPONDERE AI PROBLEMI ,è IN POCHE PAROLE , IL MODO IN CUI LA MENTE E IL CORPO GESTISCONO L'EVENTUALE MINACCIA ALLA SOPRAVVIVENZA.GIUSTAMENTE COME DICE GIOPEI SE CI SI IMMERGE ENTRO I PROPRI LIMITI è PIU DIFFICILE CHE CAPITINO CERTE COSE,POSSONO CAPITARE MA è PIU RARO. IL RACCONTO DI NACIO è DA FILM DELL'ORRORE E MI SEMBRA DAVVERO UNA FOLLIA, SCUSAMI E TE LO DICO COL CUORE IN MANO MA IO STE COSE NN LE POSSO PROPRIO ACCETTARE.NN VOGLIO ESSERE CINICO MA IN QUEI CASI MI SEMBRA CHE LA RESPONSABILITà, LA COSCIENZA, E TUTTI I BUONI CRITERI PER L'IMMERSIONE VENGANO CHIUSI DENTRO UN ARMADIO E CHIUSI A CHIAVE.IO NN SONO MAI SCESO OLTRE I 50 MT è GIà SONO TROPPI PER UN SUB RICREATIVO SE DECIDERò DI FARLO MI SEMBRERà OPPORTUNO AVERNE LE CAPACITà, CHE NN STABILISCO IO DA UN GIORNO ALL'ALTRO ,MA MAGARI UN' ADDESTRAMENTO APPROPRIATOE EQUIPAGGIAMENTO APPROPRIATO.CON QUESTO VOGLIO SOTTOLINEARE L'IMPORTANZA DELLE REGOLE, ( VOGLIO RICHIAMARE L'ATTENZIONE DI ENRICO SASUKE RIGUARDO AI 35 40 MT) CHI OLTREPASSA I 40 NN INFRANGE LE REGOLE NE SEGUE ALTRE.
SICCOME DEVO FARE ANCORA MOLTA STRADA NN VOGLIO SEMBRARE IL SIGNOR SO TUTTO IO, O LA PECORA NERA CHE NN HA PROBLEMI, VOGLIO SOLO DIRE CHE QUI SEMBRA CHE SI PARLI PIU DEI PROBLEMI "CERCATI" CHE NN DI PROBLEMI CASUALI . UN SALUTO A TUTTI
------------- formixnolimits
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 22 Novembre 2004 alle 10:20
Postato originariamente da formixnolimits..CHI OLTREPASSA I 40 NN INFRANGE LE REGOLE NE SEGUE ALTRE...
...QUI SEMBRA CHE SI PARLI PIU DEI PROBLEMI "CERCATI" CHE NN DI PROBLEMI CASUALI
Ciao formixnolimits, occhio a non lasciare bloccato il tasto per le maiuscole..che sembra che stia urlando (almeno secondo la netiquette). A mio modo di vedere le cose chi ha un brevetto per arrivare a 40 mt o 18mt (o qualsiasi altra cifra) e si spinge oltre sta violando le regole. Non significa "fare una cazzata o rischiare la pelle", ma violare le regole, le leggi. Se poi uno decide che le regole sono dei consigli e quindi le adatta ai suoi interessi e aspirazioni, beh lo fa a suo rischio e pericolo, ovviamente; ma non mi sembra che sia il punto di vista di nessuno in questo bel thread.. neanche quello (anzi per nulla) di Protesilao, che tra noi è quello più sensibile alle regole e alla sicurezza che ne deriva.
Se ho ben capito il significato della tua frase , mi piacerebbe quindi avere delucidazioni in merito a quelle che consideri "altre".
E' molto bello che a te il mare infonda un tale relax da non averti causato o facilitato in quei piccoli problemi che sono (scopro) tipici di tutti i sub principianti o esperti. D'altra parte potresti anche essere stato un po' fortunato, in quanto la rottura di un capillare o malfunzionamenti di corrugati non sono eventi "cercati o prevedibili". Il mio piccolo consiglio è quello di non partire mai dal presupposto che un'immersione sia "sicura" ma piuttosto essere mentalmente preparato a delle situazioni impegnative o problematiche PRIMA di immergersi. Se poi tutto fila liscio godrai ancora di più del relax e della pace, piuttosto che trovarti in situazioni di stress perchè la situazione ha superato l'impegno che avevi previsto... questa a mio parere è la vera regola d'oro che integra l'allenamento, ovvero la capacità di reagire a certe situazioni in maniera più rapida e automatica del normale.
Non credo che nessuno tra noi si cerchi i èroblemi..a volte la mia superficialità ha causato PUNTUALMENTE (ehehe) dei problemi.. sempre e comunque in un ambito di sicurezza per me e il mio buddy. Ho ancora molto da imparare e porto con me le mie disavventure come un piccolo tesoro
Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
Le mie modeste foto? http://www.enricoarrigoni.net - http://www.enricoarrigoni.net
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 22 Novembre 2004 alle 18:05
MI SONO SPIEGATO MALE...... INNANZITUTTO MI PIACE SCRIVERE A CARATTERE MAIUSCOLO,SE TI Dà COSI FASTIDIO FAMMELO SAPERE CHE PROVVEDO E SCRIVO MINUSCOLO.PROTESILAO NN C'ENTRA PROPRIO NULLA IN TUTTO QUELLO CHE HO DETTO XCHè ANDARE A QUELLA PROFONDITà è IL SUO LAVORO E SEGUE REGOLE BEN DIVERSE DALLE NOSTRE .QUELLE SONO LE ALTRE REGOLE, è CHIARO ORA? NN VOLEVO LASCIARE INTENDERE CHE PROTESILAO è UN INCOSCIENTE E SI VA A CERCARE I PROBLEMI, COLPA MIA MI SONO SPIEGATO MALE.MI RIFERIVO A SITUAZIONI COME L'IMMERSIONE A -85 DI NACIO CON TUTTO RISPETTO X UN SUB CHE è SICURAMENTE PIU IN GAMBA DI ME E CHE ANDAVA SOTT'ACQUA QUANDO IO DOVEVO ANCORA NASCERE.MI è PARSO DAL RACCONTO, CHE I SUB NN ERANO PREPARATI PER UNA IMMERSIONE DEL GENERE TUTTO QUI.MI SEMBRA VERAMENTE RISCHIOSO ESPORSI A PRESSIONI PARZIALI DI OSSIGENO ELEVATE O A FORTI NARCOSI D'AZOTO SE NN SI è ABITUATI.A NN VOGLIO AFFERMARE CHE QUESTI SUB SI CERCANO PROBLEMI. ALCUNI EPISODI RACCONTATI COME I TUOI E DI ALTRI MI SONO SEMBRATI UN PO AZZARDATI, TUTTO QUI.DICI CHE SONO FORTUNATO, è VERO, IL CORRUGATO POTREBBE ROMPERSI,MISEMBRA DI AVER LETTO PERò,CHE IL PROBLEMA CON IL GAV L'HAI AVUTO PERCHè L'HAI SMONTATO E NN L'HAI RIMONTATO CORRETTAMENTE.CON QUESTO NN VOGLIO CERCARE DI DIRE CHE TI CERCHI I PROBLEMI ,RIPETO (CI TENGO) NN FRAINTENDERMI SAREBBE ASSURDO PENSARE UNA COSA SIMILE.
IN CONCLUSIONE LE ALTRE REGOLE NN LE CONOSCO PERCHè NN HO FATTO UN ADDESTRAMENTO CHE MI PERMETTA DI IMMERGERMI IN MANIERA RESPONSABILE A PROFONDITà ELEVATE.SE OGGI DECIDEDESSI DI OLTREPASSARE I MIEI LIMITI NN SEGUIREI NESSUNA REGOLA, VIOLEREI LE MIE ,OK? SPERO DI ESSERE STATO PIU CHIARO QUESTA VOLTA........ SALUTI
------------- formixnolimits
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Postato da: giopei
Postato in data: 22 Novembre 2004 alle 23:16
Postato originariamente da formixnolimits
VOLEVO FARE I MIEI COMPLIMENTI A GIOPEI XCHè OLTRE AD AVER CREATO UNA DISCUSSIONE COSI BELLA, MI SEMBRA (PARER MIO) L'UNICA PERSONA CHE RIESCE CON POCHE PAROLE A DIRE COSE INDISCUTIBILMENTE SENSATE..............SEI UN GRANDE DAVVERO!!!!! MA COME FAI?
Grazie per tutti 'sti complimenti, non ci sono proprio abituato....!
La concisione viene probabilmente dall'abitudine di aver poco tempo per spiegare un concetto e dover essere chiaro (sono rappresentante e diciamo anche che conosco abbastanza le potenzialità della nostra nobile lingua).
Sul fatto di essere l'unico a dir cose sensate, con poche o tante parole che siano, mi dispiace ma non riesco ad essere d'accordo: sono l'ultimo dei pivelli, qua dentro, e posso solo rispondere con quel pò di buon senso che spero di ritrovarmi, alle cose che scrivono qui i nostri amici, quelle sì da valutare davvero.
La soddisfazione di aver dato il via al thread, invece, è tutta mia, anche se il suo valore sta negli interventi dei suddetti
------------- Giorgio, Amico del Blu
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Postato da: nacio
Postato in data: 23 Novembre 2004 alle 00:27
Ciao Formixnolimits,
hai ragione solo in parte quando dici che i sub non erano preparati per quell'immersione, in quanto certamente in due non erano pronti, ed uno ero io anche se a quel tempo avevo circa trent'anni ed ero in perfetta forma fisica e mi spingevo spesso attorno ai -60/-65, comunque è certo che in quell'occasione mi sono fatto prendere la mano, però gli altri tre erano "all'altezza", uno era un accanito profondista con una serie impressionante di immersioni oltre i 100 metri, pensa che una volta (e ne sono testimone) con un amico egiziano nel Blue Hole ha passato i -110 m con tanto di telecamera appresso documentando tutto, un'altro era speleologo subacqueo e dovrebbe far riflettere il fatto che è proprio quello che a momenti ci rimane, quindi questo ci dice che a volte non basta essere pronti, ma la verità è che, come ci ha spiegato molto bene Protesilao, a quelle profondità tutto è soggettivo e le reazioni variano da individuo ad individuo, da momento a momento.
Ho specificato in precedenza che quell' immersione, insieme alla perdita di un amico, mi ha segnato profondamente e ho raccontato quell'esperienza con l'intento di mettere un mattoncino credo importante a questa discussione avviata con grande merito dall'amico Giopei.
Un saluto a tutti voi.
------------- Nacio
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 23 Novembre 2004 alle 12:12
giopei mi sono spiegato di nuovo male, nn sei l'unico che dice cose sensate qui,volevo dire che sei l'unico che con poche parole e messaggi brevi riesce a rendere bene i concetti ok?(io di solito , oltre ad nn avere un italiano perfetto faccio sempre dei poemi) chiedo scusa se qualkuno si sentisse offeso.
grazie per la chiarezza nacio. io ho letto deep diving di breat gilliam, dove sono stati riportati tutti gli esperimenti e i passaggi che ha fatto lui e altri sub, per arrivare a profondità estreme, quando è uscito il libro il record di immersione in aria era di -148mt ora nn so.da quello che ho letto posso confermare pienamente quello che dici.
p.s. per chi nn l'avesse letto è un libro molto interessante che parla di subacquea in generale e nn solo di profondità saluti a tutti
------------- formixnolimits
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Postato da: b.b.
Postato in data: 23 Novembre 2004 alle 12:48
Grandissimo libro. Contiene informazioni tecniche anche complesse, è vero, ma è anche avvincente ed istruttivo... credo che ognuno lo possa leggere ad un personale livello, e, secondo me, è da riprendere in mano ogni tanto, per accorgersi che nozioni che in precedenza erano apparse oscure, si rivelano in modo sorprendentemente semplice; ovviamente ciò capita se uno continua ad interessarsi alla materia, a praticare e ad approfondire la teoria e soprattutto ad essere CURIOSO... doti che mi sembra abbiano tutti quelli che stanno partecipando a questa discussione.... io ce l'ho sul comodino come fosse la mia bibbia!
------------- b.b.
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 23 Novembre 2004 alle 14:26
io non ho il comodino!
allora ho appoggiato per terra un libro di fotosub
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
Le mie modeste foto? http://www.enricoarrigoni.net - http://www.enricoarrigoni.net
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 23 Novembre 2004 alle 17:23
grande b.b. anchi'io lo tengo a portata di mano........ il libro di fotosub lo terrò quando comincerò a fare foto, purtroppo nn ho i soldi ora.......
------------- formixnolimits
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Postato da: protesilao
Postato in data: 23 Novembre 2004 alle 17:36
Ciao formix n. l.,
mi puoi dire l'editore del libro da te citato? Uno che si immerge a 148 m ( si scrive "m", mai "mt" che è inglese!) ad aria e spiega il come ed il perchè è sicuramente interessante, in quanto alle "bibbie"di qualsiasi genere è meglio non fidarsi, in genere portano tutte al fanatismo,obnubilano la mente, ed hanno conseguenze disastrose,
un saluto,
Protesilao
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 23 Novembre 2004 alle 18:58
Amen (e non è sarcasmo ma convinto assenso, un po' ironico forse)
il libro di fotosub raccoglie tanti buoni...consigli e mai precetti ...eheheh in realtà i libri di fotosub accanto al letto sono più di uno..perchè non è mai bene fidarsi di una "Bibbia" sola, piuttosto fare un sacco di confronti!
Ciao Protesilao! quand'è che andiamo a fare qualche foto degna di tale nome??? ovviamente entro i -35.. sennò rischio l'implosione dekllo scafandro... E
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: protesilao
Postato in data: 23 Novembre 2004 alle 20:38
Ciao Enrico,
veramente mi riferivo al libro del "recordman" di immersione ad aria, non al libro di fotosub.A proposito di libri di fotosub, è necessario innanzitutto conoscere le basi della tecnica fotografica e la fotosub ha dei limiti che dopo un pò di pratica ne semplificano la tecnica io ho avuto la fortuna di lavorare per charters specializzati per fotografi, ho conosciuto i grandi nomi e accompagnandoli in immersione ho imparato tantissimo perchè erano persone disponibilissime, però ripeto che la base è una buona conoscenza teorica e pratica dei principi della fotografia tradizionale, da ragazzino sviluppavo e stampavo il b/n con mia nonna (fotografa dai tempi delle lastre) e con mio padre, allora era tutto manuale e si adoperavano esposimetri esterni, la mia prima macchina fotografica era una voitglander tutta manuale, poi sono passato alla nikonos II con flash a lampadine a cui hanno fatto seguito la III la IV e due V con vari flash elettronici nikonos ed ikelite ed il 15 mm, un grande obiettivo!Una volta acquisita la padronanza tecnica, è tutta una questione di acque limpide e soggetti interessanti.Quando ho cominciato a fotografare in mare mi piaceva un fotografo che si chiamava Enrico Cappelletti che soprattutto fotografava il mare, avendo personalmente detestato le foto artificiose.Un'altro libro che ho trovato pratico è "Nikonos handbook" di Jim e Katy Church. Anche quello di Alberto Romeo non è male, tieni presente che i primi fotografi subacquei erano effettivamente dei pionieri e degli sperimentatori.
Da alcuni anni fotografo con le digitali e non esiste nessun libro di fotosub digitale ed adesso tocca a noi essere pionieri sperimentatori, le tecniche si imparano sul campo e c'è un discreto passaparola, anche sul forum di mondomarino.
Certo che mi piacerebbe fare qualche immersione fotografica con te,dove operi normalmente?
Un cordiale a presto,
Protesilao
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: formixnolimits
Postato in data: 23 Novembre 2004 alle 21:56
buonasera!!! scusa x l'erroraccio protesilao.
deep diving nn è una bibbia, ma una piccola enciclopedia della subacquea. nn nasce per portare i sub al fanatismo, nasce per colmare la sete di conoscenza che hanno numerosi subacquei.la quantità di informazioni compresse in queste pagine costituisce un ponte tra l'asilo nido e le scuole superiori della subacquea (cosi è stato definito)sono convinto che la penserai cosi anche tu dopo averlo letto, anche se hai già le nozioni.....................x quanto riguarda la parte sui record è sicuramente la meno interessante è occupa uno spazio davvero misero del libro;(solo il primo capitolo, c'è ne sono 14)è stato fatto per raccontare la storia, per fornire una panoramica bilanciata dell'immersione profonda , dei suoi pericoli piu insidiosi e dare l'opportunità al lettore di usufruire degli errori delle esperienze fatte in immersioni profonde. il resto parla di temi quali tossicità dell'ossigeno,stress,narcosi d'azoto,decompressioni,emergenze,tabelle di immersioni,panoramica sulle miscele, leggi sui gas(importantissime a mio parere),considerazioni sull'equipaggiamento,preparazione mentale e fisica,malattia da decompressione teoria e trattamento, fisiologia d'immersione ,ecc.ecc. argomenti di estrema importanza nella subacquea a mio parere. per ora queste informazioni mi hanno aiutato solo ad avere una conoscenza profonda della subacquea e nn conseguenze disastrose.sicuramente il ruolo piu importante lo gioca l'esperienza pratica ma la conoscenza nn guasta,dico bene?
enrico sono d'accordo con te, dici che nn è bene fidarsi di un unica bibbia e fare tanti confronti.ci tengo a dire però che la maggior parte di informazioni che trovi in questo magnifico libro le puoi trovare in molti altri posti,in quanto la fisica e la matematica sono argomenti poco sindacabili.......... spero di nn avervi annoiato con l'ennesimo poema......................
edizione:NORTH EASTERN DIVERS via cadorna21/a 34123 trieste tel. e fax 040.303585 e-mail :ntnar@tin.it
------------- formixnolimits
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Postato da: b.b.
Postato in data: 24 Novembre 2004 alle 00:14
il riferimento alla bibbia era, ovviamente, una battuta, forse non era abbastanza chiaro il mio tono (santo sasuke, hai sempe ragione...).
ll grande merito che attribuisco a questo libro è di aver stimolato il mio interesse al lato "tecnico" delle immersioni. Da quando ho iniziato la mia attività subacquea mi sono sempre chiesta che gusto potesse esserci ad oltrepassare certi limiti, visto che nulla mi sembrava più bello della luce blu irreale del mare, delle bollicine che scappano in alto come globi di metallo liquido e delle coraggiose e simpatiche castagnole.... tutto il resto (teoria della decompressione, tossicità dell'ossigeno, ma anche cose pratiche come attacco dyn o int, doppio primo stadio, ecc), erano nozioni oscure a cui adeguarsi, pur non capendo...
sono grata alla mia curiosità per avermi spinto a leggere "deep diving", perchè mi ha aperto la mente ad una disciplina affascinante, ricca e complessa, che rende più appassionante ogni gesto compiuto nel preparare un'immersione o ogni modifica apportata alla propria attrezzatura..
insomma, adesso capisco perchè ci si voglia spingere oltre certi limiti, e, per quanto mi riguarda, non sono limiti fisici (calcolati in metri di profondità), bensì limiti mentali, ossia, cercare di capire ogni giorno un po' di più di quello che tanto mi affascina di questo mondo.
a proposito, da ieri sul comodino ho anche "fotosub" di Enrico Cappelletti...
------------- b.b.
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Postato da: enrico.arrigoni
Postato in data: 24 Novembre 2004 alle 09:56
Postato originariamente da protesilao
Certo che mi piacerebbe fare qualche immersione fotografica con te,dove operi normalmente?
Ciao Protesilao! mi ha molto colpito il tuo riferimento alle opportuntà del digitale, pur venendo da un passato di fotografo chimico... inutile dire che mi riconosco perfettamente in questa opportunità "pionieristica" tutta da scoprire senza subire il limite del "dettaglio" della diapositiva come uno svantaggio incolmabile...
io sono di Milano, quindi opero principalmente in Liguria. Inoltre ho una stagna nuova fiammante da mettere in acqua, cosa che potrebbe ben aumentare i miei ritmi invernali.. Sto inoltre organizzando un charter intero per Marzo, destinazione Maldive...
Il libro di Cappelletti lo rileggevo ieri sera, dopo aver divorato quello di Toja ..in certi passaggi, come mi ha detto a voce Natoli, è decisamente obsoleto, ma quello che mi piace di quel libro è che tratta un tipo di fotografia molto realistico nei confronti del l'ambiente e della luce marina, mentre gli altri (scritti in epoche diverse e più recenti) sono tutti allineati sul gusto odierno.. ovvero luci e colori "più artificiali" rispetto alla realtà. Sono due punti di vista e stili diversi.. ottimi per fare i confronti tra "parrocchie" diverse eeheheh
Ieri mi è arrivato dal Giappone l'aggiuntivo ottico della Inon!!! finalmente ho a disposizione un 16 mm anche io con la mia super digitale!!! Chimici tremateeeeeee
Enrico
------------- Ciao Ciao, Enrico.
Azoto? sì, grazie.
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Postato da: protesilao
Postato in data: 24 Novembre 2004 alle 20:16
Ciao, rispondo un pò a tutti:
grazie a formixnolimits per le indicazioni sul libro, certamente lo procurerò e lo leggerò con attenzione, in quanto all'"erroraccio", non ti preoccupare, era quasi una battuta, dovresti sapere in quanti documenti, anche iper professionali scrivono mt per m;
per b.b. sono contento che tu abbia il libro di Cappelletti, a me piacque molto, Cappelletti era anche era anche il Direttore dei servizi fotografici di una bellissima rivista, durata purtroppo pochi anni, si tratta di "Sesto Continente" un formato favoloso e bellissime immagini, io ho conservatola rivista per annate e le ho rilegate.Per la cronaca da molti anni non compro riviste del settore, le trovo eccessivamente "pallose" e ridotte a veicoli pubblicitarie, nonchè noiosamente ripetitive.
Per Enrico, benvenuto allora tra i pionieri! Interessante la tua proposta di charter per marzo, tienimi aggiornato, non si sa mai! Vedo che hai centrato in pieno il carattere del libro del Cappelletti, la tecnica ognuno se la fa da se e la "filosofia" che dà quella marcia in più ed io mi ritrovavo con l'idea di fotografia di questo libro, i libri di fotografia li guardo, non tanto per la tecnica, ma per conoscere le idee dei fotografi, trarne spunti e soprattutto per la curiosità di vedere "cosa fanno". non ti nascondo che in mondomarino, ho trovato moltissime fotografie e fotografi interessanti, perchè naturalmente condividiamo la stessa idea di fotografia e di conoscenza che dovrebbe essere il motore di ogni azione umana.
Un caloroso saluto a tutti,
Protesilao
------------- Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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Postato da: scubabob
Postato in data: 24 Novembre 2004 alle 21:12
Come non rispondere ad un messaggio così colorato di Protesilao?
Vi seguo sempre, anche se intervengo poco. Non conosco il libro di Cappelletti, ma se mi capiterà fra le mani lo guarderò con attenzione.
Riguardo alla fotografia e tecniche varie, sono pienamente d'accordo con Protesilao. Troppo spesso si vedono foto che sono ottimi esercizi di tecnica, ma che non trasmettono un bel niente. Assimilati i concetti base della fotografia in genere, io butterei via tutti i libri. Ognuno deve trovare un proprio stile, un proprio modo di vedere le cose e di renderle in fotografia. Concentrarsi sul soggetto, osservarlo, cogliere un momento, dimenticando i precetti della tecnica. Meglio l'istinto della logica, in tutte le cose.
Per la fotografia digitale (cui sono apertamente contrario, per il momento, riconoscendone però la comodità), raccomando solo di curare l'illuminazione. La pellicola imprime l'immagine come è, il digitale rielabora e cerca di compensare, spesso facendo solo danni nell'ambiente subacqueo, dove mancano un nero ed un bianco *veri* di riferimento. In questi giorni, lavorando su foto altrui per la pubblicazione su Mondomarino, ho visto scatti molto belli come inquadratura e per il soggetto, ma completamente rovinati dal digitale che ha introdotto colori a dir poco improbabili o eliminato tutte le sfumature delle zone scure. Lo stesso problema si presenta anche nel passaggio di una diapositiva dallo scanner, ovvero nella trasformazione in digitale, problema che dopo qualche migliaio di scansioni, posso dire di conoscere abbastanza bene. Se non si ha un programma di scansione buono e soprattutto se non si sa trattare il digitale, i risultati sono disastrosi. Il digitale è comodo, ma va saputo usare e maneggiare. Trattamenti errati su un file digitale, lo deteriorano, introducono grana e pixel evidenti, fanno perdere le sfumature. Quindi, se si affronta la fotografia digitale, bisogna anche mettere in conto l'apprendimento delle tecniche digitali post-scatto, che non sono facili.
Nelle pubblicità ci fanno vedere stampanti dove inserisci la memory card, premi un pulsante ed ottieni stampe brillanti e coloratissime. Balle! Ho anch'io una digitale (Nikon Coolpix 5700) che uso saltuariamente in esterno, andando in giro. Ma le foto sono piatte, vanno minimamente aggiustate per renderle meno velate e piatte, per renderle più vive. E questo in esterno, dove non c'è l'acqua con le sue dominanti ad incasinare tutto.
PS: a scanso di fraintendimenti, non ho intenzione di scatenare qui polemiche o lotte filosofiche tra pellicola e digitale, ma solo evidenziare l'aspetto del trattamento digitale, che spesso viene ignorato o sottovalutato, a discapito dello scatto. E' questo che maggiormente mi rattrista.
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Ciao
Roberto
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Postato da: Franco Iannello
Postato in data: 24 Novembre 2004 alle 22:35
Sante parole Bob!!!!!
Il ragionamento, logico e saggio, non fa una piega.
Diciamo che con le digitali bisogna usare qualche accorgimento in più rispetto al tradizionale perchè non perdona le "sbavature".
Concordo quando dici: Trattamenti errati su un file digitale, lo deteriorano, introducono grana e pixel evidenti, fanno perdere le sfumature. Quindi, se si affronta la fotografia digitale, bisogna anche mettere in conto l'apprendimento delle tecniche digitali post-scatto, che non sono facili.
Ci sto sbattendo la testa da tempo!!!!
Un saluto a Bob e tutti coloro che hanno animato questo post che, tra l'altro, seguo "occultato" da tempo.
......fare.......il moderatore è un mestiere duro!!
Bob......bisogna chiedere l'aumento al titolare.
Con rispetto, auguro buon proseguimento
------------- ....chi non rispetta non avrà rispetto!!
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Postato da: scubabob
Postato in data: 24 Novembre 2004 alle 23:04
Postato originariamente da Franco62
Ci sto sbattendo la testa da tempo!!!!
Non ne dubito... Il processo non è molto diverso da quando si fa una scansione. Con le foto esterne il processo è molto più semplice, ma con le foto sub dove nel 99% dei casi c'è una dominante, tutto si complica.
Quando anni fa comprai lo scanner Nikon LS-2000, ero convinto che tutto sarebbe stato facile. Ci ho messo un mese prima di tirare fuori una scansione con le sfumature del blu che rispettassero l'originale. Tra taratura del monitor e relativo profilo colore, spazio colore di lavoro, profilo colore dello scanner, non ci capivo più niente. Fortunatamente trovai un buon appoggio in un NG di tecnica digitale dove alcuni volenterosi piano piano e con moltissima pazienza mi spiegarono i vari punti. L'elettronica ci facilita in molte cose, ma spesso interviene anche quando non deve, alterando le immagini.
Ora però siamo on po' OT, visto che la discussione è 'Incidenti'...
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Ciao
Roberto
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Postato da: Franco Iannello
Postato in data: 24 Novembre 2004 alle 23:08
............Ciao Bob.
Hai ragione.
Discorso chiuso; diventa OT.
Però........ potrebbe riaprirsi nella sezione "Fotografia Digitale".
L'argomento è interessantissimo e credo che valga la pena essere affrontato nel modo e nel posto giusto.
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