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Medicina
 Forum di MondoMarino.net : Subacquea : Medicina
Icona di Messaggio Topic: Quasi incidente(Topic Chiuso Topic Chiuso) Rispondi al Topic Posta un nuovo Topic
Autore Messaggio
henryfd
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Iscritto dal : 06 Maggio 2007
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bullet Topic: Quasi incidente
    Postato: 19 Maggio 2007 alle 13:01

quasi incidente

Premetto che ho 41 anni, condizione fisica accettabile (almeno secondo il medico di medicina dello sport che mi ha abilitato alla pratica della subacquea), anche se non particolarmente atletica, in quanto svolgo una vita piuttosto sedentaria e negli ultimi due anni non mi sono più allenato con continuità (prima giocavo a basket a livello dilettantistico).

Oltre alla subacquea pratico tennis d'estate e sci nordico in inverno a livello amatoriale. Faccio immersioni da 4 anni. Sono brevettato DM Padi con 220 immersioni all'attivo, con una media di circa 60 immersioni all'anno; non ho mai avuto problemi particolari in immersione.
Esperienze di immersioni varie, dai 50 m di profondità con profilo quadro del mediterraneo ( più di 20 immersioni di questo tipo solo ad agosto 2006 ) ai 30 m del mar rosso e delle maldive in drift.
Mi immergo tutto l'anno, anche se più assiduamente nel periodo estivo e un pò meno (viaggi subacquei a parte) nel periodo invernale.
Faccio foto sub e quindi tra fotocamera scafandrata e flash vari mi porto appresso qualche Kg in più del normale.

Avrei piacere di avere un vostro parere, sui fatti che mi sono accaduti nell'autunno 2006 in immersione alle Maldive:

Tre settimane prima (metà ottobre 2006 ), immersione in Liguria in aria, su secca a 37m di profondità, mare piuttosto mosso (avevo già una leggera nausea sul gommone), discesa su cima pedagnata, con correntina niente male.

Arrivo in prossimità del cappello della secca ( -30 m ) e decido di mollare la cima per gli ultimi metri, e mi ritrovo a dover pinneggiare controcorrente un pò più del previsto per raggiungere il fondo (-37 m ) alla base della secca. Improvvisamente ho la strana ( mai accaduto prima in immersione ) leggera sensazione di perdere il controllo. Un senso di leggerezza mentale, come mi è capitato a volte di provare ad esempio gonfiando velocemente un materassino o un salvagente a bocca, con leggero giramento di testa.

Un senso di debolezza , quasi come di accenno di svenimento, ronzio, formicolio, stordimento. Mi è rimasto impresso il senso di fastidio provocato dal rumore del motore del gommone che girava in superficie in attesa della nostra risalita. Difficoltà di concentrarmi su ciò che mi circondava.

Segnalo il malessere al compagno e risalgo di qualche metro (non più di 2-3 m), mi fermo attaccandomi a una protuberanza alla secca e rimango li immobile cercando di controllare opportunamente la respirazione. Dopo qualche secondo la sensazione sparisce, tutto ritorna normale e con circospezione riprendo l'immersione.

Ridiscendo lentamente senza problemi alla quota massima cercando di non forzare la pinneggiata e dopo circa 15 minuti di fondo risaliamo, completiamo la deco più sosta di sicurezza e rientriamo a terra senza ulteriori problemi.

Prendo nota della strana e nuova esperienza, la imputo a un pò di stanchezza ( poche ore di sonno e levataccia mattutina ), forse un pò di narcosi ( che strano, mai provato prima questa sensazione, neppure a -50 m ) e ci metto una bella pietra sopra.

Tre settimane più tardi:

Viaggio alle Maldive

Prima immersione della vacanza ( n.b.: il giorno dopo quello di arrivo al resort, quindi dopo un pomeriggio e una notte di acclimatazione e riposo dopo il viaggio intercontinentale ), mare calmo, 30 gradi sopra e sotto, muta leggera, nitrox 32, scendiamo sul reef, corrente tosta. Stop a -15 m per la solita check-dive obbligatoria.

Mentre gli altri svuotano maschere e recuperano erogatori io faccio avanti e indietro per immortalare tutti i componenti del gruppo con la mia fotocamera, e indubbiamente mi sobbarco un bello sforzo vista la corrente, però apparentemente non mi pesa più di tanto, mi sento bene.

Continuiamo l'immersione scendendo a -25 m, e a causa della conformazione del reef e della scelta ( secondo me sbagliata ) dell'accompagnatore, ci tocca pinneggiare contro corrente per non rischiare di "saltare" la parete che dobbiamo esplorare.

Improvvisamente ecco di nuovo quella sensazione di leggerezza alla testa, di quasi svenimento, di torpore, ma questa volta è fortissima e immediata, e mi "avvolge il cervello"; mi rendo conto con un senso di impotenza che sto per svenire, non comando più il mio corpo, mi sembra che la mente si stia "staccando" dal mio corpo!

Lotto con me stesso per non mollare quel pizzico di controllo che ancora mi rimane, ma mi è quasi impossibile farlo e più mi sforzo di riprendere possesso delle mie facoltà, meno ci riesco, e penso ( paradossalmente in modo stranamente lucido! ) che svenendo probabilmente perderò l'erogatore e di conseguenza morirò annegando.

Ma non voglio mollare e tengo duro! Sto svenendo o collassando o non so cosa, e non ho neppure la forza di richiamare i miei compagni ( sono l'ultimo della fila! ).

La sensazione di svenire viene e va ad ondate, sempre più forti! Devo concentrare tutti i miei sforzi per non mollare e so che se penserò a troppe cose perderò il controllo e tutto finirà. Cosa posso fare?!

Smetto di pinneggiare, anche se questo vuol dire perdere i compagni, anche perchè tanto non controllo più le gambe, come per altro neanche il resto del mio corpo.

Riesco a gonfiare leggermente il gav e mi lascio trasportare dalla corrente impetuosa cercando solo di lottare con la mia mente per non svenire, a non perdere quell'ultimo barlume di controllo e a risalire lentamente ad una quota inferiore senza pallonare.

Inizialmente non cambia nulla e temo ( lucidamente, come lo spettatore di un film! ) che sarà inutile; non mi basterà risalire di qualche metro per riprendere il controllo in tempo; sento il peso della mia reflex digitale nella mia mano destra (come se fosse la mano di un'altro) e penso che se ce la voglio fare la dovrò lasciare affondare (anche se costa un patrimonio!), anche perchè sento che concentrare parte della mia attenzione sul compito di trattenerla fra le mie dita mi impedisce di aggrapparmi a sufficienza alle ultime forze mentali che mi stanno mantenendo cosciente.

Sento che non posso fare altro e che ormai ho raggiunto il limite!Sto per cedere!

E poi ...lentamente, molto lentamente, lentissimamente e, fortunatamente, la percezione del mio corpo che ritorna! Che il peggio forse sta passando, che si, dopotutto, nonostante tutto, ce la farò!!!

Nel frattempo sono risalito di una decina di metri, e anche se ho fatto un pò suonare gli allarmi di risalita veloce del mio computer non ho problemi a stabilizzare la nuova quota. Vedo la guida che a un certo punto si deve essere accorta del mio problema ( forse ha sentito i bip del mio computer ), che mi ha localizzato e che risale e si dirige verso di me ovviamente molto preoccupato segnalandomi concitatamente di avvicinarmi al reef che si è materializzato alle mie spalle, e dietro di lui il gruppo di amici che lo segue.

Quando mi raggiungono ( quota -12 m ) va già molto meglio, cerco di minimizare l'accaduto e gli segnalo che la situazione è sotto controllo, quindi continuiamo l'immersione senza ulteriori problemi (anche se con una "leggera" ansia da parte mia ). E ho ancora la mia fedele fotocamera in mano!!

Non so esattamente quanto tutto questo sia durato, probabilmente una manciata di secondi ( purtroppo non ho potuto scaricare il grafico dal computer ) , ma a me ( nella mia testa ) è sembrata un'eternità!

Ci tengo a precisare che la risalita non è stata una fuga incontrollata verso la superficie, ma solo un tentativo di salire al punto di poter riprendere il controllo ( qualcosa dentro di me mi diceva che se fossi risalito a sufficienza avrei risolto il problema ), come fortunatamente è avvenuto dopo un tempo che mi è sembrato infinitamente lungo e sul baratro dell'incoscienza.

Può sembrare assurdo, ma nello stesso tempo avevo una strana lucidità mentale; sapevo che non dovevo pallonare, che dovevo controllare la respirazione, che non dovevo più fare sforzi, che non dovevo assolutamente mollare la presa della bocca sull'erogatore ( assolutamente non ho avuto fame d'aria; voglia di "strapparmi l'erogatore", ecc. ).

Tutto questo senza panico, solo con la sensazione e la assoluta certezza ( nella mia testa ) che la mia situazione a quel punto probabilmente non sarebbe più dipesa da me ma solo dal caso e dal destino, perchè di più non potevo fare!

E' stata una esperienza assurda, e ancora non mi spiego esattamente cosa sia accaduto veramente!

Narcosi?

A -25?!

Affanno?

Ripeto: non mi sembrava di avere fame d'aria, anzi respiravo normalmente, tanto che sono risalito esattamente con la stessa quantità d'aria dei miei compagni ( solitamente chi va in affanno si "fuma" la bombola in un niente no?!)!

Ipercapnia?

E' vero che con un 10 litri sulle spalle cerco solitamente di fare qualche micro apnea per guadagnare qualche minuto all'immersione, ma ero in acqua da non più di 10 minuti, e non mi sembra di aver "stressato" più di tanto la mia respirazione.

Tossicità acuta dell'ossigeno?

Non mi risulta che a quella quota (-25 m ) con un EAN32 ci sia una pressione parziale dell O2 (p.p. 1,12) cosi elevata da provocarla.

Non so spiegarmi cosa sia successo, anche se penso che forse possa dipendere dalla mia mancanza di allenamento allo sforzo fisico sostenuto.

Vorrei capire la ragione, sia per imparare dall'esperienza, sia per evitare che si ripeta, anche perchè ho la sensazione di essermela cavata proprio per un pelo;che oggi potrei non essere più qui a raccontare quello che mi è capitato!

Voglio continuare ad immergermi, ma non voglio sottovalutare l'accaduto e rischiare la mia vita stupidamente; quindi vorrei sapere cosa potrei fare per aumentare la sicurezza mia e degli altri, compreso quella di chi eventualmente accompagno in acqua, ed evitare altre brutte esperienze.

Qualcuno è in grado di darmi una risposta e/o qualche consiglio? Cosa pensate sia successo? Dove posso aver sbagliato? Dipende da una mia carenza di condizione fisica? Dovrei fare qualche visita specialistica? Ho fatto quella di medicina dello sport pochi mesi prima e tutto era nella norma ( considerando la mia attuale relativa sedentarietà).

Nello stesso giorno e in quelli successivi ho fatto altre 16 immersioni con una media di tre immersioni al giorno e fortunatamente non mi è più successo nulla, anche se devo segnalare che però, in un altra immersione leggermente meno profonda ( -19 m ) e costretto a pinneggiare vigorosamente controcorrente con un notevole sforzo ( dovevamo rientrare in una grotta verticale nel reef ) ho avuto l'impressione che si ricreasse la stessa situazione, quindi mi sono subito fermato, mi sono attaccato alla parete e la cosa si è risolta immediatamente. Per il resto tutto come se nulla fosse accaduto.

Ringrazio anticipatamente per le eventuali risposte e i consigli che vorrete fornirmi.

Ah, dimenticavo, per fortuna che non ho mollato la mia fotocamera, perchè cosi ho potuto fotografare una quantità impressionante di bellissime mante che ci hanno accompagnato ad ogni immersione!

henryfd 

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AndreaGAS
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bullet Postato: 30 Maggio 2007 alle 16:05
Ciao Henry, purtroppo non so che dirti... magari la cervicale (la sparo lì)?
Ci vuole un medico, ma uno bravo ;-)
 
In bocca la lupo.
Andrea
...e quanno che semo in fonno ar boccaletto...

G.A.S. - Gruppo Amatoriale Subacqueo (il NON diving)
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Morph
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bullet Postato: 01 Giugno 2007 alle 12:48
    Ciao Henry.
Di tutto il gruppo, sei stato colpito solo tu da questa cosa?
Potrebbe darsi che c'entri l'aria nella bombola, oppure hai ricaricato nello stesso posto degli altri?
Respiravi da un erogatore o da un granfacciale?

P.S.
Queste domande non sono mie, ma ho chiesto al mio istruttore cosa potesse essere. Dopo aver detto "boh, che strano" mi ha chiesto queste cose.
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henryfd
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bullet Postato: 01 Giugno 2007 alle 17:01
ciao morph,
non credo fosse legato all'aria, perchè sono stato il solo ad avere il problema. Usavo un d400 scubapro con mk25 af, che non mi ha mai dato problemi e che revisiono annualmente.
Inoltre per correttezza devo aggiungere che la brutta esperienza si è nuovamente ripetuta ( in modo meno prorompente ) in due occasioni (anche se probabilmente, siccome ora ne riconosco le avvisaglie, riesco a controllarlo meglio bloccandomi e risalendo di qualche metro):
-a febbraio in messico, la prima immersione in corrente a meno 32 m con fotocamera al seguito ( forzato il ritmo di pinneggiata per rimanere su un blocco di corallo)
- a maggio, liguria, discesa super rapida a -40 m, anche qui con un pò di corrente ( sceso troppo velocemente con conseguente principio di narcosi).
A questo punto credo proprio dipenda dalla mia forma fisica non ottimale. Resto in attesa di qualche parere più competente ( magari anche medico ).
Saluti
henryfd
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bullet Postato: 06 Giugno 2007 alle 20:48
Ciao henryfd,
non sono un medico, sono biologa marina ma anche Operatore Tecnico Biologo Subacqueo (O.T.B.S.) ed Istruttore Federale di Nuoto (FIN), quindi parlo alla luce di queste mie competenze. Come avrai notato, gli episodi ti succedono quando vai in sovrasforzo, rispetto alla tua preparazione fisica. Io ti consiglierei una visita cardiologica con ECG ed una prova da sforzo. Il problema è legato ad una mancanza di ossigeno sufficiente al cervello legata, secondo me, ad una disfunzione del circolo ematico. Consulta un cardiologo e se è il caso anche un angiologo che facendo un doppler agli arti inferiori potrà valutare se c'è una insufficienza venosa, ma questo tipo d'indagine è secondaria rispetto alla prima.
Tienici informati!
A presto
Aida
Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001
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bullet Postato: 07 Giugno 2007 alle 14:11
Ciao Henryfd!
premetto anch'io che non sono un medico, pratico la subacquea da 15 anni, son Istruttore FIN e Assistente Bagnanti. In base a quella che e' stata anche la mia personale esperienza nonostante la mia eta' (25 anni) ho avuto anch'io qualche volta un senso di "defiance" in immersione. La mia forma fisica e' ottimale, pratico nuoto da quando avevo 4 anni e oltre a quello ho fatto e continuo a fare tanto movimento e altri sport. Dico questo solo per metterti a confronto con una situazione che apparentemente puo' essere molto diversa.
Come tu ben saprai, da bravo DM, le situazioni di difficolta' o pericolo non vengono mai da sole, ne' mai (o quasi mai) per un solo fattore scatenante. Si tratta bensi' di svariati fattori che possono esser cominciati gia' diverse ore prima l'accaduto.
Soprattutto se sei una persona vulnerabile e ansiosa puoi mandar giu' fino ad un certo numero di avvenimenti che fanno aumentare lo stress, la circolazione aumenta e il cervello comincia a "volare" oltre la realta', aumentando gli effetti negativi di cio' che sta succedendo.
Avrai analizzato i fatti, sicuramente tutti gli inconvenienti che hai incontrato hanno contribuito al tuo stato di stress e stanchezza complessiva. Quindi in buona parte io attribuirei il problema a questi. E' giustissimo l'atteggiamento che hai avuto in quelle occasioni perche' ogni problema incontrato, personale o per risolvere quelli di altri, e' sempre Fermati, Pensa, Agisci. Pertanto non sempre sforzarsi di continuare puo' esser la soluzione migliore. La forma fisica e mentale per affrontare quei 45 minuti di immersione e' determinata anche dalla notte, mattina, giornata trascorsa prima.
Detto questo (scusa io mio fare prolisso, spero capisca cosa intendo dire) e' quasi un obbligo morale (lo dobbiamo a noi stessi) fare ogni anno un check up per verificare il nostro stato. Elettrocardiogramma a riposo e a sforzo, esami del sangue per controllare quantita' di sali minerali che possono esser causa di diversi problemi (dai crampi alle aritmie).
Problemi circolatori sono comunissimi ed e' giusto esserne a conoscenza.

Buona giornata e buoni controlli!!
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henryfd
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Iscritto dal : 06 Maggio 2007
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bullet Postato: 07 Giugno 2007 alle 16:01
Ringrazio per le informazioni ricevute, e, per conoscenza, posto anche la risposta che mi è stata fornita dal DAN EUROPE, nella persona del Dott. Marroni dopo che, in quanto iscritto alla suddetta organizzazione, l'avevo interpellato per una consulenza relativa al problema manifestatosi.


" Caro Sig *****,

tutti gli elementi importanti sono ben identificati nel suo racconto, che non lascia molte possibilità di interpretazioni diverse da episodi causati dall’insieme di Narcosi ed accumulo di CO2, in condizioni di stress e sforzo fisico.

L’abitudine alle micro-apnee può aver aiutato, ma l’elemento portante è, a mio avviso, lo sforzo repentino, in una situazione di non perfetta capacità di performance aerobica.

Il fatto che un episodio sia avvenuto a soli 25 metri ed il terzo “quasi episodio” a soli 19, non è particolarmente anomalo, mentre, in tutti i casi, anche quello dell’immersione più profonda, mi sentirei di escludere una componente di tossicità da ossigeno.

Tenga anche presente che la concentrazione maggiore di ossigeno nella miscela nitrox, nonostante cali la concentrazione di azoto, può non proteggere più di tanto dagli effetti narcotici, a causa dell’azione dell’ossigeno di relativa depressione dello stimolo respiratorio e di elevazione della soglia di tolleranza alla CO2

Non credo siano importanti ulteriori e particolari esami clinici, tranne un buon accertamento della capacità massimale di sforzo aerobico, mediante ECG da sforzo al cicloergometro, nel corso di un completo esame di idoneità all’immersione, qualora la visita medico-sportiva di cui riferisce non l’abbia compreso.

Controllerei anche le resistenze respiratorie dell’erogatore, che potrebbero aumentare gli effetti della respirazione di una miscela densa e dell’accumulo di CO2.

Cordialmente



Alessandro Marroni, M.D.

Chief Medical Officer

DAN Europe Foundation

medical@daneurope.org "

Saluti,
henryfd

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AndreaGAS
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Iscritto dal : 26 Marzo 2007
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Posts: 861
bullet Postato: 11 Giugno 2007 alle 09:33
Per quel che può valere il mio parere mi trovo d'accordo e riporto:
 
Postato originariamente da stellinamare200

Come avrai notato, gli episodi ti succedono quando vai in sovrasforzo, rispetto alla tua preparazione fisica. Io ti consiglierei una visita cardiologica con ECG ed una prova da sforzo. Il problema è legato ad una mancanza di ossigeno sufficiente al cervello legata, secondo me, ad una disfunzione del circolo ematico. Consulta un cardiologo e se è il caso anche un angiologo che facendo un doppler agli arti inferiori potrà valutare se c'è una insufficienza venosa, ma questo tipo d'indagine è secondaria rispetto alla prima.
Tienici informati!
A presto
Aida
 
Premesso che anch'io sono un "profano" della medicina, darei un'occhiata a quest'aspetto e quando ho parlato di cervicale non scherzavo più di tanto (forse tu non l'hai presa sul serio). Comunque le principali arterie che ossigenano il cervello sono tre: le due carotidi (che passano ai lati della gola) ed una terza che passa praticamente in mezzo alle vertebre cervicali. Ora, l'artrosi cervicale (nello specifico la c.d. "uncoartrosi") potrebbe "strozzare" questa arteria e dare delle momentanee deficienze di flusso sanguigno al cervello quindi, sempre da profano, farei un bel tagliando chiedendo una controllata alla pompa ma soprattutto ai tubi di tutto l'impianto.  Smile
 
In bocca al lupo, facci sapere e... non fare altri scherzi!!! Wink
 
Andrea
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