I salmoni, caratteristici pesci che ad un certo punto del loro ciclo biologico, spinti dal richiamo delle acque natie, per riprodursi dal mare risalgono i fiumi affrontando digiuni numerosi pericoli quali orsi, rocce aguzze, rapidi e forti correnti. Una loro tipica caratteristica è la loro buona sopportazione a due ambienti con salinità diversa, tipica dei pesci anodromi o potamotochi che in etimologia greca indica la direzione della loro migrazione. Le femmine raggiunte la parte alta dei fiumi scava, con violenti colpi di coda, i nidi in cui depone le uova le quali verranno fecondate dal maschio. I giovani che nascono restano un paio di anni nelle acque in cui sono nati dopodicchè iniziano la loro prima emigrazione discendendo i fiumi. Raggiunto il mare vi rimangono per circa 2 anni fino al raggiungimento della maturità sessuale dopodicchè, il loro orologio biologico detta il ritorno nelle dolci acque natie al fine di perpetuare la specie. Nonostante studi fatti e risalenti al 1600 è ancora misterioso come facciamo a trovare gli stessi fiumi in cui sono nati. Il generico termine salmone abbraccia più di una specie, forse la più conosciuta è quella del salmone dell’Atlantico Salmo salar ed il salmone gobbo del Pacifico Oncorhynchus gorbuscha. Una differenza importante è che i salmoni del pacifico subito dopo la riproduzione invecchiano rapidamente e poi muoiono tutti. Alcuni studi recenti hanno dimostrato che nelle ultime due settimane di vita tale salmone invecchia quanto un uomo in 40 anni. Grande attenzione và posta al cuore, unico organo che rimane in buone condizioni, il chè porterebbe i ricercatori medici ad intensificare i loro studi in tale settore al fine di trovare qualche rimedio per le malattie cardiovascolari che affliggono la specie umana. Destino ben diverso è riservato ai salmoni dell’Atlantico i quali dopo la riproduzione, qualcuno di essi ritorna in  mare per ridare inizio al suo ciclo biologico e riprendere attivamente parte nella riproduzione della specie.