I colori degli organismi che vivono soprattutto nei mari tropicali sono dovuti a particolare cellule chiamate cromatofori al cui interno sono contenuti pigmenti colorati come per esempio, melanina, melanofori, carotenoidi, xantofori e guanina alla quale si deve il colore argenteo dei pesci. Le livree dei pesci sono solite cambiare dallo stadio giovanile a quello adulto, nel periodo riproduttivo, con il buio o più semplicemente con la mimetizzazione. Tutta questa policromia può essere suddivisa principalmente in colorazione crittica, quando nasconde parti del corpo solitamente quelle più vulnerabili; somatolitica, quando spezza la sagoma rendendola confusa ed aposematica utilizzata per far risaltare la sua presenza ai fini dell’accoppiamento o la sua pericolosità ad altre specie potenziali predatori. Due rappresentanti tra i più colorati dei pesci tropicali sono i pesci farfalla ed angelo, incontri frequenti di immersioni sui reef. I pesci angelo appartengono alla famiglia dei Pomacentridi (dal greco poma=coperchio e acanta=spina) in quanto, come dice il nome stesso, hanno una spina nella parte bassa dell’opercolo e rivolta verso la coda. Nuotano solitari o in coppia cibandosi di alghe o spugne e c’è una spiccata differenza tra la livrea giovanile e quella adulta.  I pesci farfalla fanno parte della famiglia dei Chetodontidi (dal greco khaite=setole e odusontos=dente) in quanto hanno denti sottili e paragonabili, un tempo, alle setole; nuotano solitari o a coppie. Taluni specie di pesci assumono differenti livree a secondo del mare che popolano. E’ il caso del farfalla auriga (Chaetodon auriga) che popola il Mar Rosso che differisce da quello che popola le Maldive per una macchia rotonda e nera nella parte posteriore della pinna dorsale. I pesci farfalla si cibano di polipi delle madrepore, uova ed invertebrati facilitati, in questa operazione, dal loro muso pronunciato.