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Topic: Riscaldamento del Mare Nostrum( Topic Chiuso) | |
Autore | Messaggio |
will.I.am
Full Member Iscritto dal : 13 Aprile 2005 Da: Italy Status: Offline Posts: 362 |
Topic: Riscaldamento del Mare Nostrum Postato: 11 Dicembre 2005 alle 05:15 |
Salve a tutti! A scopo informativo, di quanti gradi si è già alzata la temperatura del Mare Nostrum e con che periodicità? Di quanti se ne alzerà ancora? Infine mi piacerebbe sapere quali sono le ultime specie lessepsiane approdate sulle nostre coste e quali sono in arrivo.
Modificato da will.I.am |
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Ciao
William |
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stellinamare200
Moderatore Iscritto dal : 12 Aprile 2004 Da: Italy Status: Offline Posts: 818 |
Postato: 11 Dicembre 2005 alle 12:14 |
Ciao William, spero di risultare esauriente dandoti le seguenti informazioni: il bacino del Mediterraneo, caratterizzato in passato da valori medi di temperatura tali da classificarlo come mare temperato, ha subito negli ultimi decenni l’influenza delle variazioni termiche globali che hanno interessato tutto il pianeta. Fino ai primi del ‘900 la fauna e la flora del bacino del Mediterraneo, classificate come tipiche di ambienti temperati, erano caratterizzate da una relativa stabilità.L’aumento termico della temperatura dell’atmosfera, verificatosi nell’ultimo secolo, inizialmente non ha avuto ripercussioni sensibili sui mari italiani, ma la correlazione esistente tra l’indice NAO (North Atlantic Oscillation – l’oscillazione Nord atlantica che viene considerata come principale fattore determinante del clima marino invernale di tutto l’emisfero settentrionale) e la temperatura dell’aria, evidenzia un trend crescente registrato dai primi anni 80 fino ad oggi. Nei decenni passati la relativa stabilità della temperatura media del Mediterraneo ha permesso un regolare sviluppo delle popolazioni marine, sia a livello di distribuzione all’interno del bacino, che a livello di incremento numerico. Le praterie della Posidonia (Posidonia oceanica), pianta endemica del Mediterraneo e di rilevante importanza sia biologica che ambientale, mantenevano una certa persistenza nella distribuzione superficiale del fondale marino, sebbene si fosse già registrato un certo segnale di riduzione (si pensa che la riduzione delle praterie sia dovuta, oltre che all’inquinamento ed all’aumento della torbidità dell’acqua, anche al naturale declino della specie, il cui optimum climatico si ritiene fosse stato attorno al 3000 a.c. ( C. N. Bianchi, C. Morri, 2001). A livello ittico la distribuzione delle specie è testimoniata, oltre ovviamente dalla pesca professionistica e sportiva dilettantistica, dagli avvistamenti relativi ad attività subacquee. Il Pesce serra (Pomatosus saltator), predatore caratteristico del Mediterraneo più temperato-subtropicale, non si spingeva oltre il lido di Fregene e Terracina, infatti catture a latitudini superiori erano considerate eventi eccezionali. Questo accadeva anche per altre specie come l’Aguglia imperiale (Tetrapturus belone imperialis imperialis – parente dell’aguglia autoctona del mediterraneo Tetrapturus belone belone), per la quale si avevano segnalazioni di cattura solo sulle coste meridionali dell’Italia, dove la temperatura è in media più elevata rispetto al Tirreno o allo Ionio (il più freddo del bacino del Mediterraneo).L’insieme delle popolazioni marine hanno mantenuto una certa stabilità sia numerica, sia a livello di distribuzione geografica all’interno del bacino. La situazione attuale presenta evidenti segnali di un processo di cambiamento in atto che sembra proiettato verso un aumento crescente della biodiversità marina. Tali cambiamenti nella distribuzione delle biocenosi acquatiche sono da mettere in correlazione a due fattori che hanno contribuito all’introduzione di nuove specie e all’ampliamento dell’areale di quelle già presenti: l’aumento della temperatura e le nuove possibilità di ingresso legate all’apertura del canale di Suez. Sebbene l’aumento medio della temperatura del mare si attesti su valori decisamente modesti (circa quattro decimi di grado per decade), nettamente più sensibile risulta la variazione correlata alla temperatura superficiale (SST – Surface Sea Temperature). Il bacino del mediterraneo ha visto un deciso trend crescente della SST dal 1970 fino ai giorni nostri. In tal senso si sono raggiunti nell’ultimo decennio valori decisamente elevati tali da accomunare la temperatura del Mediterraneo a quella dei mari tropicali (come ad esempio il Mar dei Caraibi). Valori estremi particolarmente elevati si sono registrati nei mesi di Giugno e Luglio 2003, sfiorando i 28°C con anomalie che toccano e passano i 6 °C. Tali variazioni climatiche hanno portato ad una modifica della biodiversità e dei rapporti esistenti tra individui appartenenti a nicchie differenti. I cambiamenti climatici, oltre ad aver favorito la comparsa di organismi alloctoni, ha permesso anche l’ampliamento (o la riduzione) dell’areale di diffusione di alcune specie indigene del bacino del Mediterraneo. Un chiaro esempio è quello del Pomatusus che, fino a qualche anno fa, veniva avvistato sporadicamente nel Mar Ionio e nell’arcipelago Toscano: attualmente la sua distribuzione è ampliamente testimoniata da catture avvenute a Castiglione della Pescaia, Punta Ala, Viareggio, La Spezia e Genova, facendo registrare uno spostamento latitudinale di oltre 3° nord. Lo stesso è capitato per l’Aguglia imperiale che ha ampliato il suo areale fino al Tirreno settentrionale. L’aumento e l’ulteriore diffusione di organismi non autoctoni sono strettamente correlati all’aumento della temperatura e alle variazioni climatiche globali. In questo senso il riscaldamento globale è da intendersi come fattore che porterà alla stabilizzazione della situazione attuale. La diffusione di pesci di origine tropicale, quali il Serra, l’Aguglia imperiale e le specie di ricciole menzionate, va considerata come un fatto in via di consolidamento. In quest’ottica è molto probabile che specie che ora compaiono e vengono avvistate sporadicamente (e comunque ancora non dimostrano una presenza continuata e costante, quali ad esempio i carangidi e il Pesce palla) in un prossimo futuro possano collocarsi stabilmente nel variato ecosistema del bacino del Mediterraneo. A presto Aida Fonte: CNR -IBIMET- Istituto di Biometeorologia – SST Modificato da stellinamare200 |
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Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001
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Scercola
Moderatore Iscritto dal : 12 Aprile 2002 Status: Offline Posts: 957 |
Postato: 11 Dicembre 2005 alle 15:09 |
Per tutte le specie non endemiche presenti nel mediterraneo consulta questo sito:
Ciesm Trattasi di un Atlante delle specie esotiche in Mediterraneo ;) ciao Modificato da Scercola |
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Fabio Russo
https://www.facebook.com/Scubabiology.it |
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biolokitamarina
Full Member Iscritto dal : 16 Giugno 2005 Da: Venezuela Status: Offline Posts: 531 |
Postato: 17 Dicembre 2005 alle 03:13 |
puoi pure leggere qualcosina su: http://www.wwf.it/ambiente/earthpolicy/temperaturamondiale.a sp
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Roberta
Biologa Marina La felicidad para la abeja como el delfin es existir, para el hombre es reconocer la existencia y maravillarse ante ella. -J.Costeau |
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will.I.am
Full Member Iscritto dal : 13 Aprile 2005 Da: Italy Status: Offline Posts: 362 |
Postato: 18 Dicembre 2005 alle 03:54 |
Tutti molto esaurienti , ma se il riscaldamento del Mediterraneo è strettamente correlato al riscaldamento globale mi sorge un quesito. In alcuni documentari visti recentemente si parlava di un futuro scioglimento dei ghiacci dovuto ad un aumento della temperatura globale ed in particolare dei valori dell'indice NAO citati da Aida, con la conseguenza che il percorso della Corrente del Golfo si modifichi, portando una mini-glaciazione accentrata nel Nord Europa. Ma io mi chiedo, se ciò dovesse accadere, il Mediterraneo diventerebbe un bacino tropicale??? |
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Ciao
William |
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stellinamare200
Moderatore Iscritto dal : 12 Aprile 2004 Da: Italy Status: Offline Posts: 818 |
Postato: 18 Dicembre 2005 alle 13:11 |
Caro William,
è proprio l'opposto! La corrente del golfo sta rallentando, è un dato ufficiale che conferma i timori degli scienziati dopo anni e anni di riscaldamento globale. Paradossalmente una delle conseguenze principali di questo indebolimento potrà essere un clima più freddo per gran parte dell'Europa, in particolare quella settentrionale dove gli inverni potrebbero essere del tutto simili a quelli che si hanno attualmente nel Canada. Le ipotesi di un suo rallentamento hanno avuto ragione, la più grande corrente oceanica del pianeta, quella che rende mite il clima dell'Europa occidentale e nord occidentale sta perdendo colpi.Ricordiamo brevemente le caratteristiche che la rendono così importante: la corrente del golfo è una corrente superficiale di acqua calda che parte dal golfo del Messico e si dirige verso il nord Atlantico, durante il suo percorso ad alta velocità perde umidità per evaporazione diventando una vera e propria autostrada di acqua tiepida salatissima. L'eccesso di salinità dell'acqua la rende via via più densa e nel nord Atlantico le masse superficiali cominciano a sprofondare verso gli abissi innescando un moto perpetuo profondo che richiama altra acqua calda superficiale dalle basse latitudini equatoriali verso nord. Questo circolo continuo denominato grande nastro trasportatore, in parte aiutato anche dalla funzione della banchisa polare, è il responsabile del clima mite delle nazioni europee più settentrionali e più occidentali. Per capire di quanto possa mitigare il clima abbiamo preso la situazione attuale delle temperature superficiali marine in tutto il comparto atlantico settentrionale. A parità di latitudine, ci sono, tra il mare che circonda l'Inghilterra o tocca la Francia occidentale e quello che invece tocca le sponde canadesi settentrionali, dai 7 ai 10°C di differenza! Un enormità in termini di clima, soprattutto in inverno, la differenza tra una bufera di neve con -5°c e un rovescio di pioggia con +5°c. E' proprio questa la peculiarità del clima europeo rispetto quello nord americano ma in un futuro non troppo lontano le cose potrebbero cambiare. L'interruzione del nastro trasportatore non favorirebbe più l'arrivo di masse d'acqua calda sub equatoriale verso nord e le temperature del nord Atlantico, del mare del Nord e persino della Manica potrebbero diventare pericolosamente simili a quelle del mare del Labrador favorendo inverni lunghi e rigidi in Europa. Difficile calcolare l'influenza di un simile cambiamento anche sul Mediterraneo che gode di un clima proprio essendo praticamente chiuso verso l'Atlantico ma di sicuro cambierebbero molte cose e dovremo abituarci ad un tipo di clima diverso, più freddo dell'attuale o soltanto più estremo. Si nota abbastanza bene la differenza tra com'era la corrente del golfo nel 2003 e com'è oggi soprattutto nella sua parte più lontana dall'origine. Mentre nel 2003 il flusso principale e quindi quello più veloce riusciva a raggiungere tranquillamente il 45° parallelo, a distanza di due anni quello stesso flusso appare già sopra al 40° parallelo discretamente indebolito tanto da perdere velocità, il che lo costringe a compiere la curva di ritorno un po' anticipata. Ma al di là di quello che accade nel suo limite più occidentale, si nota molto bene una perdita di potenza lungo tutto il suo tratto. Nel 2003 esso appare più lineare mentre nel 2005 più tortuoso e pieno di curve. Ebbene proprio l'eccessiva curvatura è rappresentativa di una diminuzione della velocità, basta fare una semplice associazione di idee per capirlo meglio. Pensiamo ai nostri fiumi, quelli più importanti: dov'è che presentano la maggiore tortuosità di percorso fatta di curve (meandri) ? Nella parte più a valle dove la velocità della corrente decresce e si passa dai monti alla pianura (in un flusso minore velocità uguale maggiore tortuosità)! Ovviamente non sappiamo se si tratta di un rallentamento temporaneo ma c'è già chi si diverte ad immaginare futuri scenari invernali apocalittici per la nostra mite Europa, ironicamente interessata negli ultimi anni da temperature soprattutto estive mai raggiunte prima. Record positivi che cominciano ad affiancarsi a record negativi come quello del recente Marzo in cui si è verificata la nevicata più abbondante ed estesa che abbia mai interessato il nostro continente. Dall'Olanda all'Italia, dalla Spagna ai paesi danubiani questo era lo spettacolo che offriva l'Europa vista dal satellite il 5 Marzo del 2005 e chissa che in un futuro non lontano questa non possa costituire la norma per i nostri inverni....
Spero di esserti stata di aiuto per i tuoi quesiti estremamente interessanti, che denotano una mente acuta, intuitiva, vogliosa di sapere...l'ideale per crescere da ogni punto di vista. Complimenti!
A presto
Aida
Fonte: 3BMeteo |
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Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001
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