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Biologia Marina
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Icona di Messaggio Topic: Paracentrotus(Topic Chiuso Topic Chiuso) Rispondi al Topic Posta un nuovo Topic
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cefalina
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Iscritto dal : 28 Marzo 2005
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bullet Topic: Paracentrotus
    Postato: 21 Ottobre 2005 alle 17:08

Ciao

cerco materiale sul riccio di mare... sulla biologia, pesca, nuovi sviluppi nella coltura...

ringrazio chiunque mi sappia dare una mano o mi indirizzi...

ciaooo



Modificato da mmarino
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stellinamare200
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bullet Postato: 23 Ottobre 2005 alle 18:04
Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001
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cefalina
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bullet Postato: 24 Ottobre 2005 alle 11:05

Grazie Aida ..

 avevo letto e l ho trovato buono,,,

ma a me interesserebbe qualcosa di più specifico,,, proprio sul Paracentritus lividus ...

grazie mille

ciaoooo

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stellinamare200
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bullet Postato: 24 Ottobre 2005 alle 11:22

Quale aspetto in particolare ti interessa?

Facci sapere, così vedremo di aiutarti in modo mirato

Aida

Amare il Mare è amare la Vita. Così come rispettiamo la Vita, rispettiamo il Mare. stellinamare2001
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cefalina
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bullet Postato: 24 Ottobre 2005 alle 23:12

ciao Aida

a me interessa l'aspetto biologico ( la crescita gonadica ) e la sua pesca nel mondo ... ma tutto in generale .. tutto mi può servire

se mi aiutate ve ne sono immensamente grata

grazie ciaoooooo

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Scercola
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bullet Postato: 25 Ottobre 2005 alle 12:04
Comincia con leggere qui:
Pracentrotus lividus
Poi poi anche consultare il testo di Enrico tortonese, Echinodermata... una vera bibbia per gli echidormi Mediterranei!
Se non ne ha possibilità ti scrivo io qui cosa dice!!!
ciao
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cefalina
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bullet Postato: 25 Ottobre 2005 alle 13:30


GRazie Fabio,,

cercherò questo libro nella biblioteca della facoltà ... anche se purtroppo nn è molto fornita,,,

ti faccio sapere se lo trovoo

grazie mille ciaoooo

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marenostrvm
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bullet Postato: 29 Ottobre 2005 alle 12:10
Postato originariamente da Scercola

Comincia con leggere qui:
Pracentrotus lividus
Poi poi anche consultare il testo di Enrico tortonese, Echinodermata... una vera bibbia per gli echidormi Mediterranei!
Se non ne ha possibilità ti scrivo io qui cosa dice!!!
ciao


Ciao Fabio, scusa ... ma questo volume si trova ancora nelle librerie? Mi pareva che fosse fuori catalogo, ma magari mi confondo con un'altro volume.
Michele Abbondanza - Brescia
http://www.aiamitalia.it
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Scercola
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bullet Postato: 29 Ottobre 2005 alle 12:28
Ti direi una bella balla se ti dicessi che lo so :)
io c'è l'ho ma è stata una gentile concessione di Massimiliano De martino!!!!
Spero davvero che si possa ancora trovare perchè è veramente un libro essenziale!!!
Ciao
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cefalina
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bullet Postato: 29 Ottobre 2005 alle 19:04

ciao Fabio,    Wink

come immaginavo nella biblioteca della facoltà non c è il libro che mi hai consigliato,,,       e in internet nn citano o riportano il testo o la parte che interessa a me ...

riusciresti in qualche modo ad aiutarmi??????   

se sì ,  Grazie Mille!!!!!!!!!!!!!!!!!Thumbs Up



Modificato da scubabob
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Scercola
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bullet Postato: 29 Ottobre 2005 alle 22:11
Ecco tutto quello che dice il testo del Tortonese di Paracentrotus lividus:

Gen Paracentrotus Mrtns., 1903
Tipo: P. Lividus (Lam)
Piastre ambulacrali polipore. Tubercoli secondari grandi. Apparato apicale con piastre terminali di solito esterne. Membrana peristomiale con scarse piastrine. Valve dei pedicellari gloobiferi con un dentello per lato; pedicellari tridattili di uno o due tipi.
 E' questo uno dei due generi di Echinidi polipori (l'altro è Loxechinus dell'America meridionale). Esso fu a lungo confuso con il genere Strongylocentrotus Brandt, che appartiene ad un'altra famiglia --della quale è il tipo-- e che manca nel Mediterraneo Al gen Paracentrotus furono attribuite alcune specie fossili del Miocene e Pliocene; quelle viventi sono due e una di esse è notissimo membro della nostra fauna.

P. lividus (Lam)

Echinus lividus:  Lamarck, 1816, p. 50 - Aradas, 1851 p. 18, 22.
Echinus saxatilis: Tiedemann, 1816, p. 67, tav X - Grube, 1840 p. 30.
Echinus vulgaris: Blainville, 1825, p 86.
Echinus purpureus: Risso, 1826, p. 277.
Toxopneustes lividus: Heller 1868, p 69.
Strogylocentrotus lividus: A. Agassiz 1872-74, p. 164, 446, tav V b3 XXV f.25 -
   Ludwig, 1879, p.556 - Koehler, 1883, p. 123 - Carus, 1885, p. 99 - Checchia -
   Rispoli, 1906, p. 92, tav e f. varie - Lo Bianco, 1909, p. 563.
Paracentrotus lividus: Mortensen, 1903, p. 123, tav XVII f.19,21; 1913, p. 16,
   tav. I f. 15-16; 1927, p 306, f. 176-177; 1943, p. 157, tav. e varie - Koehler,
   1921, p.  123, f. 84; 1927, p59, tav. XII f. 11 - ranson, 1925, p. 54 - H. L.
   Clark, 1925, p. 132 - Vatova, 1928, p. 375; 1950, p. 7 - Tortonese, 1933,p.127;
   1934, p. 223; 1935, p. 257; 1952, p. 218; 1959, p. 292; 1961, p.192-Dieuzeide,
   1935, p. 80 - Cherbonnier, 1956, p. 18, p. 44

  Materiale esaminato. - Circa 450 esemplari viventi e conservati: Mar Ligure (Bordighera, Alassio,  is. Gallinara,  Diano, Varigotti, Noli, Spotorno, Savona,
Celle, Genova, Camogli, promontorio di Portofino, S. Margherita, Rapallo, Chiavari, Levanto, Monterosso, La Spezia, Lerici), Toscana (Portoferraio, is. Giannutri, Porto Ercole), Napoli, Sardegna Cagliari, Capo Testa, is. La Maddalena, is. Tavolara, is. Piana merid., is. S, Antioco), Taranto, Sicilia (Messina, Taormina, Catania, Capo Passero), Adriatico (Venezia is. Lagosta, is. Lesina), Monaco, Nizza, Marsiglia, , Banyuls, is. Baleari (Maiorca, Ibiza), Libia (Tripoli, Tolmetta, Apollonia), Israele (Haifa, Tel Aviv, Cesaria, Atilith, Zib), Bosforo, Roscoff, is.Azzorre (Fayal, Las Farmigas).

 Morfologia - Corpo piuttosto depresso. Un turbercolo primario su ogni piastra ambulacrale e interambulacrale; secondari bene sviluppati sulle interambulacrali. Piastre ambulacrali con 5 paia di pori , eccezionalmente 4-6. Aculei robusti e acuti. Valve dei pedicellari tridattili lunghe e strette, con margini dentellati. Aculei di colore violetto, verde, oliva, rossastro, bruno (stabili in alcool); dermoscheletro denudato verde, con periprocto violaceo. Diametro fino a 7 cm.

 Distribuzione e Biologia - Mediterraneo e Atlantico N-E, dall'Irlanda e Scozia (Mac Faven-Hobson, 1954) a Rio de Oro, Canarie, Madera, Azzorre, 0-80 m.
E specie tipicamente infralitorale, che vive sugli scogli, sui bassifondi sassosi con alghe, nelle praterie di Posidonie, sulla sabbia con Litotamni, sui fondi coralligeni, ad  Halarachninon e a Peyssonnelia polymorpha: su questi ultimi, presso Marsiglia, Carpine (1958) osservò sopratutto individui giovani. Sulle scogliere si trova di preferenza, dove il declivio è dolce e a livelli superiori si nasconde negli anfratti, così da ripararsi dal moto ondoso. La sua attitudine a scavarsi nicchie nella roccia, la quale può apparire adirittura alveolata quando gli echini vi allogiano in gran numero, si manifesta molto più in Atlantico che in mediterraneo. Tutta via, anche sui litorali di questo mare, si possono riscontrare individui annidati entro cavità degli scogli; ciò fu rilevato in Liguria (Tortonese, 1958) a Banyuls (Cherbonnier, 1958) e sulle coste meridionali della Spagna (Molinier e Picarad, 1957). Nelle nicchie trovano spesso ricetto altri invertebrati (Anfipodi, paguri, gasteropodi, policheti, ecc.) ed anche pesciolini (Gobiesocidi). P. Lividus tollera acque assai impure, come quelle dei porti, nonchè l'ambiente lagunare, nonostante i suoi squilibri di temperatura e di salsedine; presso Venezia è "non comune quà e là nelle paludi nei tratti ove la Zostera nana vi è rara o vi manca" (Vatova). Negli stagni costieri della Provenza vivono popolazioni composte da individui di piccola statura. Questo Echinide suole ricoprirsi di corpi estranei (pietruzze, conghiglie, pezzetti di alghe), che trattiene per mezzo dei pedicelli. Si nutre sopratutto - con maggiore attività durante la notte - di alghe e di stamenti con ritmo nictemerale; di notte si porta allo scoperto sulle rocce, si avvicina alla superficie e, allo stato giovanile, si arrampica sulle foglie di posidonie.
Vivono in simbiosi alcuni Infusorii (Uronema, Cryptoinum, Colpidium nell'intestino), il Turbellario Syndesmis echinorum (intestino) ed il Copepode Asterocheres minutus, che si insedia sul tegumento.
Nel Mediterraneo la riproduzione si compie tutto l'anno con maggiore intensità in estate. Tanto in questo mare che in Atlantico, tuttavia, anche se la maturità e la fecondazione hanno l'uovo tutti i mesi, nn sempre le condizioni termiche ed alimentari sono tali da consentire la sopravvivenza delle larve e il completamento della metamorfosi.
Horstadius (1925) osservò differenze tra le uova estive e invernali. L'uovo misura mm 0.13 di diametro e presenta una banda di pigmento aranciato al polo vegetativo. 48 ore dopo la fecondazione, appare il pluteus che nel I stadio a forma di cono allungato, con bastoncini somatici ingrossati e dentellati all'apice inferiore; le braccia sono brevi e con macchie di pigmento.la vita elargica dura un mese o poco più. L'accrescimento post-larvale fu studiato a Roscoff da Nataff (1954). Nei giovanissimi individui con diametro inferiore a 5mm il periprocto è quasi tutto occupato da una piastra arrotondata; i pori genitali compaiono quando il diametro raggiunge i 15mm circa e nei maschi sono portati da papille (Swann, 1954).
Dalle nostre osservazioni come da quelle precedenti di La Cascia (1930) risultò insussistente il dimorfismo sessuale che Camerano (1890) credette di ravvisare, indicando una diversa forma del guscio nei maschi e nelle femmine. Vennero segnalati casi di ermafroditismo (Herlane, 1918; Drzewina e Bohn, 1924; Neefs, 1937-38; Bacci, 1954).

 Note - P.Lividus è uno dei più caratteristici e conosciut Etinoidi del Mediterraneo. E elemento ben noto della fauna infralitorale: condivide con Arbacia l'ambiente di scogliera, ma spesso è decisamente meno abbondante, come in varie località della costa ligure (es. Golfo Tigullio: Zolezzi, 1938). Preferisce situazioni più riparate dalla luce e più ricche di vegetazione, anche quasi a fior d'acqua. Kempf (1962), che studiò l'ecologia di questi Echinoidi nel golfo di Marsiglia, esclude una competizione fra Paracentrotus e Abracia.
Il fatto che nel mediterraneo questo Echinoide non si comporti da scavatore come in Atlantico, è senza dubbio in relazione con la ben diversa intensità delle maree; probabilmente non sono da ravvisarsi due diverse razze fisiologiche e ecologiche. Valenciennes (1855) prospettò adirittura l'esistenza di due specie diverse: Echinus tenebrans, scavatore, in atlantico ed E. lividus, non scavatore, nel Mediterraneo. Può darsi che nel detto oceano P. lividus si estenda lungo le coste africane anche più a sud di quanto oggi ci è noto; non sappiamo se il suo areale sia o no contiguo con quello dell'affine P. Gaimardi (Blv.), che è specie a distribuzione anfi-atlantica, presente lungo le coste meridionali dell'Africa. Gli attuali dati attesterebbero un ampia separazione.
In P. lividus il contorno è di regola circolare, ma può tendere al pentagono. Le più notevoli variazioni riguardano il colore degli aculei: violetto - volgente ora al rosso ora quasi al nero - Verde scuro o chiaro, verde giallastro, oliva, bruno, rossiccio. Furono anche osservati individui di colore chiarissimo, quasi bianco (la fotografia di uno di essi, pescato a livorno, ci fu gentilmente inviata dal prof. A. Razzauti, direttore dell'Acquario Municipale di quella cttà.). I predetti colori dipendono da spinocromi diversi che sono contenuti negli aculei in proporzioni varie; negli individui violetti prevale lo spinocromo A, in quelli verde-oliva lo spinocromo B (Goodwin-Sisukh, 1950). Le variazioni cromatiche sono indipendenti dall'età dal sesso e dall'ambiente; non è però escluso che in determinate località uno o più colori abbiano la prevalenza, cioè che le proporzioni dei singoli fenotipi siano soggette a variare geograficamente.
Furono descritti esemplari anomali, fra cui esameri come quello di Arcachon illustrato da Coehler e Bonnet (1925).
P. lividus e le sue uova hanno largo impiego per indagini di biologia sperimentale. Esso venne spesso denominato Toxopneustes o Strongylocentrotus, ma questi termini non sono snonimi di Paracentrotus: essi competono a due generi perfettamente validi e distinti che fanno parte di famiglie differenti.
Zirpolo (1929) descrisse una nuova spugna silicea attaccata ad asteroidi: Microcordyla asteriae. Come dimostrò Mortensen (1932) non si trattava affatto di una spugna bensì dei pedicellari globiferi di P.lividus, casualmente staccati e rimasti aderenti all'asteria.
Questo Echinoide è ben conosciuto come specie edule; le sue ovaie di un bel colore aranciato, sono assai apprezzate. P.lividus occupa ansiil primo posto tra i ricci di mare commestibili del Mediterraneo, figurando comunemente su molti mercati. in qualche luogo (Liguria, Sicilia) i pescatori ritengono che esso sia la femmina dell'Arbacia, mentre quelli di Napoli credono sia il maschio (N.d.F. sono di Napoli ma non mi risulta).
Ricorderemo infine che P.lividus si trova come fossile in terreni pliocenici e pleistocenici dell'Italia e dell'Africa settentrionale; il Museo di Genova possiede un esemplare di Rodi (quaternario).


Spero di essere stato di aiuto, è stata una faticaccia battere tutto e chiedo venia per eventuali errori di battitura

ciao




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bullet Postato: 30 Ottobre 2005 alle 10:42

Complimenti per la faticaccia

Ti vengono perdonati tutti gli eventuali errori per la tanta buona volontà dimostrata

Aida

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cefalina
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bullet Postato: 31 Ottobre 2005 alle 11:04

Ciaooo Fabio

grazie grazie e ancora grazie per il tuo aiuto,,,,,        &n bsp;    

sei stato gentilissimo ...         &nb sp;         &nb sp;         &nb sp;         &nb sp;         &nb sp;   Clap

ti farò sapere come andrà la relazione ...    

  Spero in futuro di ricambiare la tua disponibilità...       &n bsp;

ciaoooooooooooo       &nb sp;         &nb sp;         &nb sp;         &nb sp;         &nb sp;         &nb sp;   

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