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Racconti di Viaggio
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Icona di Messaggio Topic: Cayman Brac e Little Cayman 2(Topic Chiuso Topic Chiuso) Rispondi al Topic Posta un nuovo Topic
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davide barzazzi
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Iscritto dal : 29 Ottobre 2004
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bullet Topic: Cayman Brac e Little Cayman 2
    Postato: 04 Giugno 2005 alle 23:17

Nel corso delle tre settimane che ho trascorso alle Cayman ho effettuato circa 30 immersioni, ma quattro sono quelle che mi sono rimaste nel cuore, al punto da volerle ripetere tutte una seconda volta. Certo i Caraibi non sono come il Mar Rosso o altri mari molto più ricchi, ma queste piccole isole (mi riferisco a Cayman Brac e Little Cayman) offrono la possibilità di poter visitare dei fondali incontaminati, dove il turismo di massa non esiste, e il contatto con la natura è molto diretto.

Eagle Ray - Little Cayman

Il sito è noto per essere il miglior punto di ristoro per le aquile di mare. La temperatura esterna è di 28°, quella dell'acqua 27°. Dopo aver ormeggiato l'imbarcazione alla boa sistemata per indicare il sito e per evitare di rovinare il fondo con le ancore (la stessa cosa vale per tutti i 256 siti delle Cayman), iniziamo l'immersione scendendo lungo una parete e ci fermiamo a circa -27mt. Pinneggiamo tenendo il reef alla nostra destra e il primo incontro è una tartaruga che ci segue per alcuni minuti nuotando al nostro fianco. La parete è decorata da spugne di dimensioni ragguardevoli. I pesci pappagallo sono numerosissimi e due cernie se ne stanno pacificamente appoggiate sulle rocce mentre operosi gamberetti pulitori si danno da fare per liberarle dai parassiti e dai resti dell'ultimo pasto. Più timidi sono invece due pesci lima che si allontanano frettolosi. Decidiamo di risalire verso le piattaforme sabbiose dove subito incontriamo due aquile di mare che ci sorvolano e si allontanano. Pensiamo che se ne siano andate definitivamente, ma dopo un paio di minuti tornano sui loro passi e puntano verso la sabbia: hanno fame. Ci stendiamo sul fondo e le aquile cominciano a volteggiare infilando di tanto in tanto il muso nella sabbia per cibarsi dei piccoli pesci ed organismi che fanno parte della loro dieta. Non ci muoviamo di un millimetro e riprendo questa lenta danza che termina dopo alcuni minuti. L'immersione sta per terminare, ma mentre effettuiamo la deco a cinque metri, arriva un enorme barracuda che si posizione sotto la nostra imbarcazione. Immediatamente è lui il protagonista delle nostre attenzioni e si concede generosamente ai nostri obiettivi, e continua a gironzolare sotto la barca anche quando siamo ormai risaliti a bordo.

Jackson Reef - Little Cayman

Scendiamo lungo una parete verticale e, raggiunti i -29mt cominciamo a pinneggiare verso la nostra destra dando qualche occhiata nel blu. Immediatamente arrivano due squali grigi che ci squadrano curiosi, ma una volta realizzato che eravamo solo dei "rumorosi" sub, scompaiono verso il fondo. Incontriamo delle enormi spugne barile, all'interno delle quali dimorano granchi giganti, mentre antenne di aragoste spuntano dai vari anfratti. Due murene maculate si ritirano lentamente all'interno delle loro rispettive tane. Una tartaruga adagiata sul fondo non ci degna di uno sguardo, e strappa dal fondo alcune alghe, mentre un arco di roccia e coralli sembra fare da casa ad un tarpone di circa un metro e mezzo. Attraversiamo numerosi gruppi di grugnitori ed alcune cernie si avvicinano curiose. Una di queste si lascia grattare la pancia docilmente, poi, soddisfatta, se ne va. Tra i coralli molli si intravvedono alcuni pesci trombetta che, in posizione verticale, cercano di nascondersi ai nostri sguardi. La mia attenzione viene attirata dalla coda di un piccolo squalo nutrice che riposa sotto un grande blocco di roccia, ma fugge a razzo quando mi avvicino troppo. Spostandomi verso una zona sabbiosa noto alcuni rombi occellati con le loro caratteristiche chiazze blu ed un bel balestra regina. Anche stavolta, mentre risaliamo, un grosso barracuda si posiziona sotto il Brac Fever, la nostra imbarcazione. Che sia lo stesso dell'altra volta?

Relitto del Keith Tibbets - Cayman Brac

E' la volta di un  relitto, quello di una fregata russa ribattezzata Keith Tibbets in onore di un personaggio locale. La nave, di proprietà cubana, fu acquistata dal governo delle Cayman allo scopo di creare un sito di ripopolamente della fauna, e si trova adagiato su un fondale di circa 30 metri. Sia a poppa che a prua fanno bella mostra i cannoni, decorati da piccole spugne. Parte dello scafo dove è avvenuta l'esplosione che ne ha provocato l'affondamento, mette in bella mostra gli enormi ingranaggi dei motori. Il ponte principale è ormai un'enorme graticciata inclinata di circa 45°, in mezzo alla quale vivono cernie, murene, carangidi, pesci istrice e trombetta e così via. E sempre carangidi e cernie nuotano intorno alla cabina di comando, per nulla disturbati dalla nostra presenza. Mi allontano dallo scafo e dalla sabbia spuntano centinaia di anguille giardiniere che si abbassano lentamente nelle loro tane mentre le sorvolo. Raggiungo il reef dove incontro enormi aragoste ed una tartaruga che cerca di catturare proprio uno di questi succulenti crostacei. Un pesce angelo francese mi gira intorno seguito da una cernia tigre, ma la mia attenzione è attirata da un polipo che purtroppo si infila troppo rapidamente sotto una roccia. Riportandomi sul fondo sabbioso scorgo due stingrays, ciascuna delle quali dotata di piccolo carangide al seguito; le seguo per un po', poi decido di tornare verso il relitto e riprendo un paio di "conches", i grandi molluschi che rappresentano uno dei piatti tipici del luogo, che strisciano in direzione di una grande stella marina di colore verdastro. Risalgo verso la superficie, ed ancora una volta incontro una tartaruga che mi sfiora e si allontana verso la prua del relitto. Spengo la videocamera e mi appresto a risalire.

Marylin's Cut - Little cayman

Scendiamo nelle acque limpide verso il fondale ricchissimo di spugne giganti e di coralli molli a ventaglio. Oltrepassato il ciglio della parete, ci portiamo a -23mt, ed una grossa cernia ci viene incontro per poi dirigersi verso uno spuntone di roccia dove si ferma e viene immediatamente raggiunta da dei gamberetti pulitori. Poco dopo scorgiamo due granchi giganti che convivono quasi abbracciati in una cavita nella roccia. Sul ciglio della parete c'è molta attività, decidiamo così di risalire a -16mt e veniamo subito premiati dall'apparire di una tartaruga, e , a seguire, da un grosso barracuda che staziona immobile a pochi centimetri dal fondo e si lascia fotografare tranquillamente. Poi, mentre gironzolo su e giù per il vasto pianoro, dal bordo della parete spunta un grosso squalo nutrice che punta verso di me. Maledico la macchina digitale che si era spenta automaticamente e mentre lo squalo sfila al mio fianco riesco a scattargli un paio di foto. Immediatamente dopo scorgo un gruppo di calamari che assumono le colorazioni più svariate nel tentativo di mimetizzarsi. E' strabiliante la velocità con cui mutano colore. Cerco di avvicinarmi, ma si mettono in fila indiana ed iniziano a nuotare velocemente verso la superficie e si allontanano. Arriva poi una cernia che mi gironzola tra le pinne. Si lascia dare una bella grattata sul muso, poi se ne ve verso altri lidi. Un piccolo cowfish con tanto di minuscola remora attaccata al ventre mi sfreccia davanti, ma di far da modello per qualche foto non ne vuol proprio sapere e ingrana la quinta. Ma gli incontri non sono ancora finiti, perchè sulla via del ritorno scorgo tre murene maculate nascoste alla base di una spugna barile, una stingray e numerosi pesci scoiattolo, per non parlare poi di una splendida coppia di pesci angelo francesi che si lasciano quasi toccare. Roger, il mio buddy di Dallas, mi fa segno che è ora di risalire, e così mi appresto a fare la sosta di sicurezza, approfittando dei tre minuti per ricontrollare le foto della giornata sullo schermo della mia Nikon.

davisub
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