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Icona di Messaggio Topic: I muratori invisibili(Topic Chiuso Topic Chiuso) Rispondi al Topic Posta un nuovo Topic
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Alex
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Iscritto dal : 26 Maggio 2003
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bullet Topic: I muratori invisibili
    Postato: 22 Dicembre 2004 alle 10:08

I muratori invisibili
(Mondo Sommerso di Aprile 2002, Massimo ZAZZETTA)

Quando ci immergiamo su una barriera corallina, una cosa che subito ci risalta all’occhio è l’assenza di tutte quelle alghe che caratterizzano la vita bentonica nel Mediterraneo. In effetti, sebbene non siano visibili, alghe ve ne sono anche lungo una barriera corallina: le zooxantelle, microscopiche alghe verdi fondamentali per l’edificazione delle barriere. Le barriere coralline sono formate soprattutto da madreporari, esacoralli i cui polipi hanno 6 o multipli di 6 tentacoli, indispensabili per la loro nutrizione. Ognuno di questi animali produce un proprio scheletro calcareo. I polipi sono in comunicazione tra loro mediante canali gastrovascolari e ciascuno di essi è preposto per una specifica funzione: sono animali coloniali. Ci soffermero sulla costruzione del loro scheletro carbonatico, il quale, avviene proprio grazie alle zooxantelle. Essendo alghe unicellulari è possible ritrovarle tra una cellula e l’altra del madreporario o all’interno delle sue cavità. I polipi traggono un grosso vantaggio dalla loro presenza i quali, durante la fotosintesi clorofilliana, producono ormoni, vitamine ed ossigeno, essenziale per gli animali che utilizzano l’anidride carbonica prodotta dal metabolismo delle zooxantelle per formare lo scheletro calcareo della colonia. Anche per le alghe questa simbiosi non è disinteressata infatti, i fosfati e nitrati prodotti di scarto del metabolismo dei polipi, vengono proprio utilizzate dalle zooxantelle le quali possono accumularsi verso l’esterno dei tessuti dei coralli, fornendo così un efficace schermo all’eccesiva radiazione solare. La luce non serve, dunque, per i coralli ma bensì per le alghe calcaree della barriera, naturalmente più forte è la luce maggiore sarà il tasso di crescita del corallo. Per via di questi fattori è difficile trovare coralli oltre i 50 metri (anche se in realtà la profondità dipende da quanto riesce a scendere nelle profondità la luce) ed ecco il perché lungo i reef le formazioni madreporiche tendono a svilupparsi a mò di terrazzi: per raccogliere più luce. La stragrande maggioranza delle barriere coralline sono formate da zooxantelle che ne costituisce ben il 75%. Le alghe coralline che vivono sulla barriera sono specie vegetali ricoperte di calcare ed hanno il compito di cementificare gli spazi vuoti tra i coralli morti, mentre i coralli costruttori producono una sostanza, la corallite, molto dura e resistente a differenza dei coralli molli, come le gorgonie, il cui scheletro è costituito da gorgonina, materiale molto elastico in grado di sopportare le forti correnti a cui è esposto l’animale. Esplorando i reef, talvolta potrebbe capitarci di trovare qualche tridacna con le valve aperte ed i lembi del mantello che sporgono al di fuori. Su tali lembi vi crescono le zooxantelle e di tanto in tanto, quando la popolazione delle alghe inizia a diventare abbondante, le zooxantelle vengono convogliate verso i diverticoli digestivi ristabilendo l’equilibrio. Uno degli eventi naturali più spettacolari e tuttora misteriosi, che avvengono nelle acque calde tropicali è lo spawning ovvero la riproduzione sessuata dei coralli, che avviene tra la terza e quinta notte dopo il plenilunio di novembre. Durante questo fenomeno galleggiano uova e spermatozoi di ben 350 specie diverse di coralli, i quali riescono a riconoscersi benissimo tra loro grazie a segnali chimici. Come sulla vita terrestre, anche in mare c’è chi crea e chi distrugge, in questo caso specifico le barriere coralline. Tra i più importanti demolitori vi sono i pesci pappagallo, i ricci di mare e la stella spinosa Acanthster planci, quest’ultima in grado di iniettare un veleno neurotossico, non di rado mortale anche per l’uomo. I ricci non mangiano i coralli, ma sono eccellenti scavatori che ritagliano le loro nicchie tra le madrepore. I pesci pappagallo, hanno un becco in grado di staccare piccole colonie  di madrepore e cibarsi dei loro polipi, eliminando attraverso le feci, quello che resta della struttura calcarea, finemente triturata e bianchissima la quale contribuisce alla formazione delle chiare sabbie coralline.

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Alex
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