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Forum di MondoMarino.net: Da Legambiente: come sta il Mediterraneo?
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Icona di Messaggio Topic: Da Legambiente: come sta il Mediterraneo?(Topic Chiuso Topic Chiuso) Rispondi al Topic Posta un nuovo Topic
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Francesco
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bullet Topic: Da Legambiente: come sta il Mediterraneo?
    Postato: 19 Maggio 2003 alle 15:42

Non molto bene, a quanto pare!!

Riporto qui sotto il comunicato stampa di Legambiente, che denuncia un diffuso inquinamento da metalli pesanti. Dati senz'altro da non sottovalutare!

 

ciao

Francesco

 

 

Roma, 24 aprile 2003 Comunicato stampa

MARE

LEGAMBIENTE: "PIOMBO, ARSENICO, CROMO,

MERCURIO E CADMIO

ECCO I FONDALI AVVELENATI"

LA DENUNCIA DELL'ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA:

I SEDIMENTI MARINI ANALIZZATI DAL MINISTERO DELL'AMBIENTE

ACCUSANO IL NOSTRO MARE"

 

 

È un mare di veleni quello italiano. Piombo, arsenico, cadmio, mercurio e cromo abitano i nostri fondali, fanno ormai parte dei sedimenti e con loro vengono trasportati dalle correnti e si depositano sul fondo marino. A denunciarlo è Legambiente che ha elaborato i dati del Ministero dell'Ambiente e del territorio, fornendo una fotografia del mare di veleni che attanagliano le nostre coste. "Non sono sostanze pericolose in via diretta per la salute dell'uomo,precisa Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente – ma possono diventarlo attraverso la catena alimentare (pesci, crostacei, molluschi) e che sicuramente denotano un cattivo stato di salute del mare".

Le analisi del Ministero svelano uno scenario abbastanza inquietante. Sebbene la maggior parte dei punti di prelievo siano zone particolarmente critiche come le foci dei fiumi, o gli scarichi fognari e industriali, secondo Legambiente non si spiega il peggioramento generalizzato rispetto agli anni passati, soprattutto nei punti cosiddetti 'bianchi'. "I punti bianchi – continua Venneri – sono quei punti che dovrebbero rappresentare un indicatore complessivo della salute del mare, come a esempio la località di Miramare (Friuli Venezia Giulia), dove è stato riscontrato al contrario un altissimo tasso di piombo. Miramare si trova in una riserva marina protetta, è ipotizzabile dunque che sia il traffico veicolare di anni ad alzare i limiti di questo metallo?".

Sulla base di valori indicati in letteratura che tengono conto di campagne di monitoraggio nel Mediterraneo e indagini finalizzate alla caratterizzazione dei sedimenti marini, Legambiente poiché non esistono limiti di riferimento legislativo, ha estratto dei limiti che potremmo definire di "buona salute del mare".

E così si scoprono alte concentrazioni in Liguria di cromo, arsenico, piombo, cadmio e addirittura mercurio se si fa il bagno nel mare antistante le spiagge di Arenzano e Cogoleto, a causa delle lavorazioni della Luigi Stoppani S.p.A., l'azienda chimica che produce bicromati da oltre 100 anni nella Val Lerone. Situazione simile in Sardegna nei pressi di S. Antioco, dove sorgeva la vecchia area carbonifera: si trova un valore di cadmio che supera i 3.500 mg/kg (i dati in letteratura danno come riferimento un limite di 150 microgrammi/Kg).

Nessuna sorpresa per le foci dei fiumi campani Sarno e Volturno, due fonti di inquinamento a cinque stelle, scarichi fognari più o meno abusivi, più o meno avvelenati, ove tutti i metalli segnano concentrazioni altissime soprattutto per quanto riguarda il cromo (limite 15.000 mg/kg): oltre gli 80.000 mg/kg il Sarno e oltre i 60.000 mc/kg il Volturno. Foci dei fiumi da livelli di inquinamento da record anche in Molise. Il Biferno sversa in mare ingenti quantità di cadmio, cromo e piombo.

Se invece si pensa di trovare garanzie quanto meno nelle aree protette marine ci si sbaglia di grosso. Non solo Miramare dunque, ma anche Capo Rizzuto in Calabria è interessato da inquinamento da arsenico, così come la Toscana, a nord dell'isola d'Elba. L'isola dell'Arcipelago toscano, infatti, pur non figurando come area marina protetta fa parte del Parco nazionale che include perimetrazioni a mare provvisorie. Tornando in Sardegna nelle acque dell'Asinara è il cadmio il metallo depositatosi sui fondali. Anche questa è una zona di grande importanza naturalistica: con le coste liguri e le acque toscane ospitano il santuario dei mammiferi marini: un'area internazionale per la tutela dei cetacei e del loro habitat, già intensamente sfruttata dalle attività umane. Ma non sono gli unici 'punti bianchi' a destare preoccupazione: la piccola isola di Zannone nel Lazio tiene alta l'attenzione per il cromo e il mercurio. L'isoletta farà parte dell'area marina protetta delle Isole Pontine. Anche a Porto Cesareo in Puglia l'arsenico e il cadmio andrebbero monitorati costantemente. Anche questo comune affacciato sullo Ionio infatti fa parte dell'omonima area marina protetta, uno scorcio di paradiso con una costa già compromessa dall'aggressione delle costruzioni abusive.

"Il punto è che i problemi del mare non conoscono oasi – conclude Sebastiano Venneri – La tutela di questa risorsa non può limitarsi alla definizione delle aree marine protette, ma deve essere caratterizzata da politiche costanti e continuative".

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